“Questi dati – commenta il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini – attestano che nel decennio appena trascorso a scomparire sono state prevalentemente le imprese di piccole e piccolissime dimensioni: il fatto che la consistenza media dei vigneti aziendali sia aumentata di oltre l’80% va proprio nella direzione di un progressivo superamento della polverizzazione, contribuendo in misura significativa alla ristrutturazione e rafforzamento del comparto vitivinicolo nazionale”.
“A nostro avviso, e ciò vale in generale per tutto lo scenario agricolo italiano – aggiunge Gardini – occorre evitare il sottodimensionamento, poiché altrimenti per molte delle nostre imprese c’è il rischio della marginalità. Le imprese vanno al contrario aiutate a crescere in dimensioni, attraverso aggregazioni e processi di fusione che le rendano più forti e che aiutino le nostre filiere ad essere maggiormente strutturate”.
La polverizzazione in micro-imprese non è dunque sinonimo di redditività. Lo confermano i flussi interni al mondo cooperativo vitivinicolo di Fedagri che, nello stesso intervallo preso in esame, ha conosciuto anch’esso un ridimensionamento, pur se molto contenuto, nel numero delle aziende (-10,8%) e dei soci (-22,9%): di contro, però, è aumentato il numero degli addetti e il fatturato è passato da 1,9 a 2,6 miliardi di euro. Con un incremento quindi della redditività della base sociale.