di Federica Bartoli

Per il Prosciutto di Parma, il 2024 si apre con l’entrata in vigore del nuovo Piano di Regolazione dell’Offerta, il documento che definisce i volumi produttivi del comparto della Dop per i prossimi tre anni.

Approvato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste lo scorso novembre e divenuto effettivo a partire dal primo gennaio, il Piano individua il livello ideale di offerta di Prosciutto di Parma, calcolandolo in funzione della domanda di prodotto, ed attribuisce a ogni singola azienda una specifica quota produttiva. L’obiettivo è quello di gestire i volumi di produzione e garantire il giusto equilibrio di mercato, evitando eccessi produttivi e assicurando una maggiore stabilità per l’intera filiera, nonché la tutela e valorizzazione della qualità del prodotto e del valore intrinseco della Dop.

«L’entrata in vigore del nuovo Piano di Regolazione dell’Offerta è una notizia particolarmente rilevante, soprattutto in questo momento storico. Da anni, ormai, siamo testimoni di scenari macroeconomici e geopolitici imprevedibili ed estremamente mutevoli, che mettono costantemente alla prova la tenuta delle realtà produttive – commenta il presidente del Consorzio Alessandro Utini – Da un lato i nostri produttori devono far fronte ormai da tempo ai rincari senza precedenti e alla scarsa disponibilità della materia prima, condizionata anche da problematiche di sanità animale; dall’altro il consumatore si è trovato a disporre di un potere d’acquisto fortemente penalizzato dalle dinamiche inflattive, che lo ha necessariamente portato a prediligere salumi generici e, in generale, più economici. In questo contesto, gravato da criticità produttive e contrazione dei consumi, il Piano di Regolazione dell’Offerta si conferma uno strumento di particolare importanza e valore strategico, a beneficio sia delle nostre aziende che, in generale, del mercato del Prosciutto di Parma».

L’attuale Piano di Regolazione dell’Offerta del Prosciutto di Parma sarà in vigore fino alla fine del 2026. Per sostenere adeguatamente il livello produttivo che definisce, gioca un ruolo fondamentale lo sviluppo dei mercati esteri, presso i quali il prodotto registra una presenza sempre più rilevante, con il primato spettante agli Usa.