di Luca Salomone

È ormai piuttosto evidente, dopo circa una settimana di riflessioni e notizie, che l'ostracismo di Carrefour verso Pepsico non è altro che il segno di un conflitto tanto ampio, quanto storico, fra Gdo e Idm, rinfocolato dalla bolla inflattiva.

Una richiesta esagerata?

Intanto il caso: il colosso francese ha deciso di sospendere la vendita dei prodotti della multinazionale americana, anche in vista della chiusura delle contrattazioni commerciali, che si concluderanno a fine gennaio.

Una misura che, dalla Patria francese, si è poi allargata ad altre nazioni europee, compresa la nostra.

La rottura colpisce un insieme di marchi: oltre alla classica cola sono coinvolti la gazzosa 7Up, prodotta da DrPepper snapple group negli Usa e da Pepsico nelle altre nazioni, il tè Lipton, le patatine Lay’s, le bevande isotoniche Gatorade e via citando.

Il motivo del bando, secondo Carrefour, è da ricercarsi in una richiesta esagerata di aumento del prezzo.

Ma il rincaro, ha affermato il giornalista specializzato Olivier Duvers, il primo che ha rivelato la notizia e si è messo sulla pista dell’affaire, sarebbe del 7 per cento.

È tanto o è poco? Prendendo per buono il dato e facendo i conti sull’inflazione complessiva francese, che ha chiuso il 2023 con un rialzo del 3,7 per cento (contro il 5,7 dell’Italia e il 2,9% dell’Ue) si ha l’impressione che Pepsico abbia applicato un incremento reale poco oltre i 4 punti. Peccato che, anche in Francia, a tirare la volata inflattiva, oltre ai servizi, che svettano, siano proprio i generi alimentari i quali, nonostante un progressivo calo, hanno totalizzato in dicembre una spinta media annua del 7,1 per cento.

Il punto di vista di Leclerc

Senza volere assumere il ruolo di difensori d’ufficio di Pepsico, i numeri paiono dimostrare. per lo meno, quanto detto in apertura: il testa a testa è più ampio.

A confermare, indirettamente, il tutto c’è l’opinione, più che illustre, di Michel Edouard Leclerc, patron di un gruppo che, oggi, è leader in Patria, grazie a una quota stimata intorno al 25% per cento.

L’imprenditore, intervistato dall’emittente radiotelevisiva France info, ha osservato che, in effetti, verrebbe sul serio la tentazione di decretare il bando di molti prodotti Idm, ma alla fine, si tratta di un’arma a doppio taglio, visto che il consumatore fedele alla marca potrebbe anche decidere di cambiare insegna, pur di trovare il proprio articolo favorito, anche se caro.

Non solo. Leclerc ha continuato osservando che per l’olio di oliva la Gdo si è sentita chiedere aumenti dei listini nell’ordine del 23%, per le tavolette di cioccolato dell’11 per cento, per i succhi di frutta del 18 per cento…