Come riportano i giornali elvetici Coop Svizzera - 29,2 miliardi di franchi di fatturato (oltre 25 miliardi di euro) nel 2017 - ha escluso circa 150 prodotti Nestlé dai lineari.

La presa di posizione del gruppo - nata in ambito AgeCore, la centrale europea che raggruppa anche Conad, Colruyt (Belgio), Edeka (Germania), Gropement des Mousquetaires (Francia) ed Eroski (Spagna) – è motivata dal prezzo troppo elevato imputato alla multinazionale, che non ha per ora commentato il fatto.

Un commento, rigorosamente al condizionale, in attesa di verifiche, arriva invece, in Italia, dallo Sportello dei diritti, associazione senza fini di lucro, che in una nota parla di “un fatto che conosce pochi precedenti ufficiali nella grande distribuzione, ma che è molto significativo perché potrebbe rappresentare un nuovo modo per salvaguardare i consumatori da prezzi all’ingrosso non giustificati applicati da multinazionali dell’alimentare che approfittano della propria posizione dominante per fare il bello è il cattivo tempo sui prezzi”.

Lo Sportello dei Diritti ha accolto con favore la notizia, che comporta la cessazione delle forniture, a partire dalla prossima settimana, di un paniere che va dalle salse per condire le insalate Thomy alle tavolette di cioccolata Cailler, passando per la pizza Fina di Buitoni e la miscela solubile Nescafé Azera.

Secondo il portavoce del gruppo Coop, Urs Meier, “altre catene di supermercati in Germania, come Edeka, hanno deciso di rimuovere tutti i prodotti con marchi facenti capo alla multinazionale, nel tentativo di ottenere prezzi più corretti”.

Per Giovanni D'Agata, presidente dell’associazione “si tratta forse dell’unica strategia possibile per una riduzione dei prezzi all’ingrosso, i cui livelli spesso non sono giustificati e che probabilmente potrà portare benefici concreti anche ai consumatori finali”.