di Luca Salomone

La carne coltivata fa un passo in avanti: dopo che la Fda, a novembre 2022, ha dato il via libera al consumo negli Stati Uniti, ora il Dipartimento dell’agricoltura (l’Usda) ha rilasciato le prime due autorizzazioni alla commercializzazione, in favore di Upside foods e a Good meat, entrambe con sede in California.

Il solo Paese a dare semaforo verde è stato, finora, Singapore dove un’altra azienda americana, Eat Just (proprietaria di Good meat), può produrre i propri nuggets di ‘pollo’ in base all’autorizzazione della Sfa (Singapore food authority) già dal 2020, e commercializzarli, su decisione dello stesso ente, da gennaio 2023.

Da 250 mila a 10 dollari

Al momento la distribuzione, come per le altre due società operative sul mercato Usa, si limita soprattutto ai ristoranti, specie quelli di un certo livello, visto che il prodotto è ancora piuttosto caro.

Ma quanto? Secondo gli studi condotti da Carlo Redi, professore di zoologia presso l’Università di Pavia, ma anche biologo, saggista e nostro massimo conoscitore della materia, mentre gli hamburger prodotti in laboratorio avevano, sei anni fa, un prezzo più che altro teorico, di 250 mila dollari, oggi siamo vicini ai 10 dollari.

Ed è per questo che l’apertura di un vasto mercato, come quello Usa, con circa 355 milioni di abitanti, potrebbe dare una vera spallata. Tanto più che, almeno pare, sia i cittadini sia gli chef, non sono affatto contrari.

Come si sa l’Europa è invece molto più titubante, mentre in Italia il Ministero dell’agricoltura ha vietato il prodotto. Intanto però, come riporta il quotidiano belga Retail detail, anche il nostro continente si sta muovendo, a partire dall’olandese Mosa Meat, che ha presentato, già nel 2013, il suo primo hamburger coltivato.

Piccole....ma cresceranno?

Torniamo alle due azienda Usa, che partono, anch’esse, dai polli da laboratorio. Chi sono e cosa fanno?

Upside foods, con sede a Berkley, è stata fondata, nel 2016 da tre imprenditori e scienziati. Oltre al ‘pollo’ offre anche un certo numero di prodotti a base di proteine vegetali, per un fatturato annuo ancora piccolo e stimato in 2,8 milioni di dollari. Oggi dà lavoro a 111 persone.

Good meat è, invece, solo un marchio di Eat Just, la medesima azienda che opera a Singapore. La casa madre, con sede a San Francisco, è nata nel 2011 e ha ricavi stimati, secondo le banche dati, di oltre 120 milioni di dollari, con un organico di 335 persone.

Alle spalle uno scontro internazionale - non certo disinteressato -, che si profila lungo e molto complesso, fra coloro che sottolineano che la carne coltivata è una delle soluzioni alle sofferenze degli animali e all’inquinamento da zootecnia, e chi invece liquida questi prodotti come carni Frankenstein, semplicemente inaccettabili e forse pericolose per la salute. Ma la comunità scientifica, che potrebbe dire una parola di un certo peso, sembra ancora molto divisa. Nel mezzo un consumatore che non sa, e forse non saprà mai, cosa pensare.