di Claudia Scorza

Fairtrade è un’organizzazione internazionale che, attraverso il proprio marchio etico per la sostenibilità e i diritti umani, certifica che le materie prime commercializzate siano acquistate a un prezzo equo per i produttori. Il suo valore è riconosciuto in tutto il mondo e continua a raccogliere numerosi consensi tra i consumatori e le catene distributive. Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia, ci ha parlato dell’andamento delle vendite, dei prodotti più apprezzati e di un progetto che include produzioni italiane di pomodoro.

Il vostro bilancio sociale ha mostrato un andamento delle vendite in Italia molto soddisfacente. Di che numeri stiamo parlando?
Nel 2022 gli italiani hanno speso 580 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade. Parliamo di banane e ananas, caffè, cacao e cioccolato, ma anche cereali per la colazione, barrette, frutta secca e molto altro. Le referenze possono essere acquistate nei supermercati di tutta la Italia, come Coop, Conad, Carrefour, Crai, Aldi, Lidl, Esselunga, In’s Mercato, Mercatò, sia come private label sia associati a vari brand. Con il 2023 le referenze a scaffale hanno raggiunto la quota di 2.400. La crescita continua da tanti anni ed è dovuta all’interesse sempre maggiore che i consumatori ripongono nell’acquisto di prodotti che raccontano una storia di sostenibilità, capaci di creare un cambiamento reale e rendicontabile.

Nonostante la situazione economica complessa e instabile, i prodotti etici certificati Fairtrade hanno tenuto nel 2022. Com’è stato possibile questo?
Il 2022 non è stato un anno facile, né per i consumatori né per i produttori agricoli. Tuttavia, le insegne hanno continuato a credere in Fairtrade, sia rinnovando i pack sia con dei nuovi inserimenti. D’altra parte, le persone hanno continuato a confermare, anche in questa congiuntura, la loro preferenza per prodotti con dei valori. Per questo ci piace ricordare che, a fronte delle vendite Fairtrade in Italia, è corrisposto un extra di 3 milioni e 800 mila euro alle organizzazioni di agricoltori in Asia, Africa e America Latina produttrici delle materie prime: questo è il vero motore del Fairtrade, lo sviluppo che riusciamo a restituire attraverso le vendite dalle nostre filiere etiche.

Quali sono i prodotti food e non food più apprezzati dai consumatori?

I prodotti che utilizzano il cacao Fairtrade sono stati i più consumati. Il cacao, infatti, ha un’ampissima possibilità di utilizzo tra cioccolato, biscotti, merendine, prodotti da forno e gelati: nel 2022 sono stati impiegati 9.756.051 chilogrammi di questa materia prima con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Le banane, invece, restano il prodotto principale in termini di volume, anche se con una leggera flessione (-3%), dovuta ai cali delle vendite del settore biologico. In termini di percentuali, l’aumento più significativo è stato quello del non food: il cotone (+78% per 713mila kg) e le rose recise (+37% per 9 milioni di steli venduti). Da entrambi ci aspettiamo buone performance anche per il 2023.

Il vostro marchio etico è riconosciuto non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Qual è la percezione di Fairtrade all’estero?
Una ricerca Globescan condotta la scorsa primavera in dodici Paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e Francia, dichiara che il 70% degli intervistati riconosce il marchio Fairtrade e di questi l’86% ne ha fiducia: Fairtrade si conferma la certificazione etica più riconosciuta al mondo. Per le persone il marchio sulle confezioni rappresenta un valore aggiunto importante: il 79% degli intervistati ha dichiarato di percepire positivamente un brand quando è associato a Fairtrade; il 43%, invece, sostiene che avrebbe un’impressione negativa di un brand che abbandona la certificazione.

Oltre ai progetti sulle filiere internazionali che svolgete da tempo, avete dato vita anche a un progetto completamente italiano. Ce ne può parlare meglio?
Dopo tanti anni di collaborazione con Alce Nero sulle filiere internazionali per zucchero, cacao e caffè, nel 2022 abbiamo avviato un progetto che ha riguardato le produzioni italiane di pomodoro, focalizzato sulla due diligence per i diritti umani. L’iniziativa vuole in qualche modo anticipare la direttiva europea sulla Corporate Social Due Diligence, attesa per il 2024. A questo proposito insieme ad Alce Nero abbiamo elaborato un programma di valutazione dei fornitori, favorendo la sensibilizzazione sui temi dei diritti dei lavoratori. Siamo partiti da un’integrazione della due diligence nei sistemi di gestione d’impresa e con l’identificazione di eventuali rischi e impatti negativi svolte dall’azienda, dai fornitori e nelle filiere di approvvigionamento (anche presso i fornitori indiretti). I prossimi step saranno l’adozione di un piano di mitigazione e l’implementazione di un sistema di monitoraggio.