di Claudia Scorza

Terre Cevico chiude l’esercizio di bilancio 2022-2023 con un fatturato aggregato di 217,2 milioni di euro (aziende del gruppo e cooperative di base) mettendo a segno una crescita del 14,5% rispetto all’esercizio precedente, che si era chiuso con 189,6 milioni di euro. In incremento anche il fatturato consolidato di Cevico, che tocca quota 196,7 milioni di euro, per un incremento del 17,1 rispetto all’esercizio precedente (167,9 milioni di euro).

Ad aumentare è soprattutto l’export, che sale a quota 86 milioni di euro, registrando +18% sull’anno precedente (72,9 milioni). L’export oggi ha un’incidenza del 43% sui ricavi del gruppo e posiziona Cevico al terzo posto tra le aziende italiane più performanti in termini di incremento del giro d’affari.

Il gruppo di Lugo oggi opera su 69 nazioni con leadership in alcune aree, come Cina e Giappone, e negli ultimi sei anni ha visto il raddoppio dell’export, passato dai 42,9 dell’esercizio 2017-2018 agli 85,9 milioni. I primi tre mercati esteri di imbottigliato vedono al primo posto il Giappone (5 milioni di euro), Cina (2,23 mln) e Russia (2,2 mln).

In Italia cresce in valore il mercato nella grande distribuzione con 48,8 milioni di euro (+2,9%) e nel canale Horeca, che vale 12 milioni di euro (+25%). Nell’ultimo esercizio l’utile netto è stato di 438,5 migliaia di euro, il patrimonio netto aggregato ha toccato quota 86,9 milioni di euro, mentre il plusvalore per i soci – ovvero il valore originato dalla differenza tra le liquidazioni dei prodotti conferiti e il prezzo di mercato – è stato di 6,3 milioni di euro.

In occasione dei suoi 60 anni di attività, Terre Cevico avvia un progetto di riorganizzazione strategica e riassetto societario che vede la società modificare il proprio status da consorzio cooperativo a cooperativa di primo grado.

«Gli effetti legali dell’operazione – afferma Marco Nannetti, presidente di Terre Cevico – avverranno a partire dal 1° gennaio 2024. Si tratta di una operazione di incorporazione da parte di Terre Cevico delle cooperative Le Romagnole, Winex, Romagnole Due e delle aziende controllate Due Tigli, Enoica e Rocche Malatestiane. Sette aziende che hanno pertanto condiviso la semplificazione del proprio schema di gruppo ad un'unica cooperativa di primo grado, ad una unica assemblea dei soci e ad unico Consiglio di amministrazione. Una filiera vitivinicola completa, compatta, coordinata e con il ruolo del socio ulteriormente protagonista. Nell’ambito del progetto è stato confermato e condiviso il rapporto con il socio Colli Romagnoli con il quale continuerà l’interlocuzione anche attraverso la presenza di due componenti nel nuovo Cda».