Con una storia che parte alla fine dell’Ottocento, grazie al talento imprenditoriale di Giuseppe Caffo, mastro distillatore, che iniziò a lavorare le vinacce alle pendici dell’Etna, Gruppo Caffo è oggi il re, pluripremiato, degli amari e dei liquori tipici, cui si somma una forte presenza nel mondo delle grappe e del brandy. Alla fine del 2013 l’azienda, famosa per il Vecchio Amaro del Capo – prodotto che vanta oltre il 30% di quota di mercato nella Dmo e un rapido sviluppo nell’Horeca -, ha incluso tra i propri marchi Borsci, un’altra realtà storica, fondata nel 1840, e ha rilanciato in grande stile Elisir San Marzano.
Poche settimane fa l’azienda ha rafforzato la propria presenza in Friuli-Venezia Giulia dove ha acquisito Mangilli-Cantine e Distillerie Friulane.
Lo storico produttore di acquaviti, con una tradizione che risale alla fine dell’Ottocento è andato a raggiungere Distilleria Friulia, già controllata dal gruppo calabrese.
Alle produzioni di Mangilli si affianca anche il Prosecco, un segmento nuovo per Caffo e che entra in scuderia in un momento particolarmente positivo per questa categoria di prodotto.
A parlarci dell’acquisizione e delle strategie è l’
Amministratore delegato, Nuccio Caffo.

Cosa rappresenta per voi il nuovo acquisto?

L’operazione rientra nella storia delle acquisizioni del gruppo. Da sempre siamo impegnati a sostenere e preservare la tradizione liquoristica e distillatoria made in Italy. Del resto gruppo Caffo è molto lanciato nella crescita, avendo registrato, nell’esercizio 2018, un balzo di fatturato che l’ha portato dai 59,4 milioni di euro del 2017 ai 70 attuali, con una crescita del 23 per cento. E anche il primo trimestre di quest’anno si è chiuso con un +35 per cento.

A quali fattori attribuisce un ritmo tanto impetuoso?

La variazione è dovuta all’avanzata dei nostri prodotti storici e non alle acquisizioni, visto che l’ultima operazione di rilievo, prima del recente acquisto, è relativa a Borsci e risale ormai a 6 anni fa. I prodotti più dinamici sono per noi gli amari, da Vecchio Amaro del Capo a Borsci San Marzano, all’Amaro di Santa Maria al Monte. Ritengo che l’ottima performance sia il frutto di una strategia di lungo periodo che ci ha permesso di arricchire il portafoglio prodotti, di spingere a fondo sul marketing e di coprire al meglio la rete distributiva. Questo ci permette oggi di raccogliere il giusto ritorno su vari investimenti, come quelli di carattere pubblicitario che ci vedono presenti su Rai 3, prima del Tg Regionale, oltre che nelle grandi trasmissioni, come il Festival di Sanremo.

Parliamo delle certificazioni…

È un altro versante forte e che ci vede presenti con attestati come Ifs (International Food Standard) e Brc (British retail consortium). Inoltre abbiamo investito molto sul nostro laboratorio interno di ricerca, che si occupa di selezione delle materie prime e di sviluppo di nuovi prodotti sia in conto proprio, sia per terze parti. In questo caso sviluppiamo soprattutto basi e infusi per bevande alcoliche, ma anche prodotti finiti per la fascia alta della distribuzione.

Quanto è importante l’estero per gruppo Caffo?

In termini di fatturato rappresenta il 10% dei ricavi, ma si tratta di un business in forte espansione e con ampi margini di sviluppo. Siamo al lavoro in Europa, Nordamerica e Sudamerica, Australia, Giappone ed Estremo Oriente per un totale di 43 Paesi, considerando i 25 Stati americani e gli Stati canadesi come nazioni uniche. Le aree a maggiore crescita sono la Germania, dove siamo attivi con la filiale diretta Caffo Deutschland, e gli Usa, che ci vedono presenti grazie a Caffo Beverage che, dal New Jersey, gestisce anche il Canada e il Sudamerica. Inoltre, nella seconda meta del 2018, siamo entrati nella Gdo tedesca: grazie a un accordo con Berentzen, specialista dei liquori a base di mele, possiamo condividerne la rete commerciale e contiamo di arrivare, nel giro di 3 anni, almeno al 30% di distribuzione ponderata.

Quali sono i vostri best seller esteri?

Fuori dall’Italia i prodotti più venduti sono i grandi classici della tradizione italiana, come Limoncello, Sambuca, Amaretto e grappa. Tuttavia, negli ultimi anni, si sta riscoprendo l’amaro italiano come ingrediente per i cocktail. Dunque si stanno aprendo nuove occasioni per Borsci San Marzano e Vecchio Amaro del Capo, che entrano così in concorrenza con i prodotti tedeschi, già molto diffusi.

Abbiamo parlato di Gdo e Horeca. Cosa possiamo aggiungere?

Sicuramente citerei il nostro e-commerce, store.caffo.com, che offre un assortimento molto particolare, con formati e versioni non disponibili nel canale moderno, come Borsci San Marzano da 150 Cl, Brandy Heritage Caffo invecchiato oltre 46 anni, 1964 Brandy Stravecchio Caffo, Vecchio Amaro del Capo Riserva del Centenario, Vecchio Amaro del Capo magnum da 3 litri e molti altri, compresi i prodotti dolciari Borsci e la liquirizia di Calabria.

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