Carrefour Italia preme sulla blockchain con nuove filiere ad alta tracciabilità. Il progetto è partito con il Pollo Filiera Qualità Carrefour, presente sui nostri scaffali dal mese di ottobre, mentre in Francia, dalla primavera 2018, è totalmente tracciabile il Pollo d’Alvernia, cui si è aggiunto, in estate, il pomodoro.
Il nuovo strumento rientra, a livello internazionale, nel piano Carrefour 2022, che mette al centro, fra l’altro, la digitalizzazione spinta del Gruppo e nel programma ‘Transizione alimentare’ che ne è uno dei principali corollari e che è stato implementato nel nostro Paese a settembre 2018.

Giovanni Panzeri, Direttore Mdd di Carrefour Italia, ci racconta le evoluzioni del progetto.

Perché la blockchain?

Perché rientra perfettamente nella mentalità del consumatore moderno e nell’ottica del nostro gruppo, che vuole dare una trasparenza alimentare completa. La blockchain del pollo ci ha permesso di fare un grande test. Passiamo ora ad arance e limoni, dove sono stati eliminati tutti i prodotti nocivi sia per le persone, sia per le api. Sottolineo che siamo stati primi a occuparci di levare sostanze critiche e trattamenti anche nel periodo che precede la raccolta e dunque a pensare anche all’apicoltura. Il cliente, grazie al QR Code può sapere tutto quello che vuole: chi lavora sui prodotti, le aree di coltivazione, i percorsi logistici… Nel corso di quest’anno passeremo al pomodoro e alle vongole fresche.

Come viene comunicata la tracciabilità?

La blockchain viene segnalata al consumatore all’interno del punto vendita, dove lo si invita alla prova. Si tratta di un procedimento complesso da spiegare, ma semplicissimo da utilizzare. Basta un cellulare con una qualsiasi app, non proprietaria, in grado di leggere i QR Code per ottenere il flusso di informazioni sulla filiera. In alternativa si può anche immettere il codice sul nostro sito web. Devo dire che la sensazione di trasparenza e partecipazione gratifica immediatamente il cliente: tant’è vero che il pollo ha raddoppiato i propri fatturati. La quantità di informazioni è imponente: da quelle più classiche e normalmente più richieste, a tutti i documenti certificati, che sono leggibili da esperti e tecnici.

Cosa succede negli altri Paesi?

Anche Carrefour Spagna e Carrefour Belgio sono sul punto di attivare filiere di questo tipo. Uno dei grandi obiettivi del gruppo è di inserire nella piattaforma blockchain tutti i nostri prodotti di filiera. L’industria dal canto suo si sta muovendo, a partire dai vini. Penso che la blockchain diventerà uno standard, non solo per la tracciabilità, ma per scambiare ordini, fatture, regolare i flussi logistici e molto altro.

Concludiamo facendo il punto sul futuro prossimo delle vostre Mdd…

Abbiamo oltre 3.000 referenze, pari al 21% delle vendite alimentari. Ci sono molti progetti di rinnovamento e di lancio e ritengo che i nostri marchi saranno i principali ambasciatori della qualità Carrefour in Italia e nel mondo. Fra i nostri obiettivi c’è, per esempio, la democratizzazione del biologico, anche attraverso progetti con i fornitori: in Francia stiamo aiutando parecchie aziende agricole a convertire al bio le proprie colture. Intervenire a livello di struttura ci permetterà di ridurre ulteriormente i prezzi di questi prodotti e, come ho detto, di democratizzarli. Oltre al bio, che ha più di 100 referenze Mdd, stiamo lavorando intensamente su ‘Terre d’Italia’, la nostra linea premium di specialità tipiche. Nel mainstream – circa 1.000 articoli – stiamo avviando un percorso di razionalizzazione degli assortimenti, delle etichette e dei packaging.