di Armando Brescia

Giro d’affari in crescita a doppia cifra nell’ultimo esercizio, a quasi 265 milioni di euro, oltre i tre quarti dei quali realizzati all’estero, storico legame con il territorio trentino, crescente attenzione ai temi della sostenibilità e idee chiare in fatto di strategia di sviluppo: queste, in sintesi, alcune delle principali caratteristiche che aiutano a inquadrare il Gruppo Cavit. Ne abbiamo parlato con la responsabile marketing Luisa Marinoni.

Che cosa significa dire Cavit oggi? Ci dia qualche numero e ci aiuti a capire quali sono le vostre strategie di crescita.

Per l’esercizio 2021-2022, il Gruppo Cavit ha registrato un consolidamento del fatturato che si assesta su quota 264,8 milioni di euro, con un trend positivo di crescita (+26,3% esercizio 2021/2022 rispetto all’esercizio 2019/2020). Continuiamo a puntare sulla consolidata strategia di diversificazione del portfolio prodotti e dei canali distributivi presidiati, ma anche sull’ampio ventaglio di mercati esteri. L’export rappresenta ad oggi il 76% del volume d’affari, con Stati Uniti e Canada ancora in primo piano come principali Paesi di sbocco, seguiti da una pluralità di mercati, tra cui Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Svizzera e Austria, all’insegna di una distribuzione geografica sempre più capillare e attenta a cogliere tutte le opportunità di vendita. Cavit ha rafforzato anche lo sviluppo del business eCommerce, in crescita rispetto al 2020/2021, ma anche rispetto al periodo pre-pandemico. Questi risultati sono stati resi possibili da un lato dal dinamico sviluppo delle principali piattaforme di vendita online, con cui si è avviata una collaborazione di marketing oltre che commerciale, e dall’altro dall’acquisizione di nuovi clienti.

Recentemente avete dato vita a un importante progetto di rinnovamento di una delle vostre più importanti linee di vini per la Gdo, Mastri Vernacoli: da dove è nata questa esigenza?

Il legame con il territorio d’origine è la base della filosofia e del modus operandi di Cavit: una vera e propria mission che ha guidato, nel 2010, la nascita del progetto Pica. Un impegno decennale del consorzio, messo in atto attraverso azioni concrete che promuovono e promuoveranno una sostenibilità ambientale, sociale ed economica e che oggi trova chiara espressione anche sulle nuove bottiglie dedicate alla Gdo della linea Mastri Vernacoli, rivisitate nel logo e nell’etichetta con l’aggiunta di nuovi dettagli come “Coltiviamo la Sostenibilità”. Un messaggio che i consumatori, sempre più sensibili a questo importante tema, troveranno direttamente sull’etichetta frontale con richiamo, attraverso lo stesso colore, al QR code nella retro-etichetta per approfondimenti relativi all’approccio di Cavit alla sostenibilità, attraverso il progetto Pica appunto.

Che cosa ha motivato un contestuale piccolo intervento di restyling del logo Cavit?

Il rinnovo della linea Mastri Vernacoli si inserisce nell’ambito di un più ampio restyling della corporate identity Cavit. L’obiettivo è quello di rendere ancora più contemporaneo un marchio storico e riconoscibile come il nostro, senza rinunciare al profondo legame con il passato. All’interno del nuovo logo Cavit, è stato esplicitato l’acronimo “Cantina Viticoltori Trento: un restyling che vuole ribadire il forte legame con il territorio trentino e con i nostri soci viticoltori. Partito da un’idea semplice ma efficace, come l’alleggerimento di alcuni elementi grafici per rafforzare la personalità e l’eleganza del nostro brand, crea un nuovo equilibrio all’insegna della freschezza e della modernità.

Attualmente la linea Mastri Vernacoli cosa rappresenta per Cavit e per il mercato?

Mastri Vernacoli è una linea dedicata all’uso domestico e quotidiano, ed è leader nella grande distribuzione italiana nella categoria 0,75 Doc e Docg, a volume, valore e per distribuzione secondo i dati Iri aggiornati ad aprile. Metà delle referenze nella gamma sono nella top 3 delle più vendute del vitigno di riferimento, non solo per i vitigni autoctoni ma anche internazionali. Si tratta di una linea espressione del patrimonio vitivinicolo trentino, che si rivela essere la ‘smart choice’ ideale grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo, la ricchezza dell’offerta e la versatilità negli abbinamenti: tutti elementi che rendono Mastri Vernacoli perfetta per rispondere ad ogni occasione di consumo quotidiano. Parliamo di 16 referenze, tra rossi e bianchi, con vitigni autoctoni ed internazionali, ciascuna con il proprio carattere unico e peculiare, un legame speciale con la zona d’origine, il Trentino, che ne connota inevitabilmente il gusto. Vitigno di punta è il Müller Thurgau, che nella linea Mastri Vernacoli è presente sia nella versione ferma che frizzante.

La scelta di intervenire sull’aggiunta di un elemento di comunicazione sull’etichetta per sottolineare il vostro impegno sul fronte della sostenibilità da cosa è stata dettata e come si traduce in pratica?

Cavit ha da sempre un forte legame con il proprio territorio, che si è tradotto nella nascita del progetto Pica. L’esigenza era quella di comunicare l’impegno decennale del consorzio a un consumatore sempre più attento e sensibile a questo importante tema: Mastri Vernacoli, linea leader nella grande distribuzione italiana, è stata la scelta più strategica in quanto rappresenta un ottimo canale per raggiungere il cliente finale considerata la sua forza distributiva.

Pensate di supportare questa novità con attività di comunicazione al consumatore? Se sì, quali e con quale impegno economico?

La rinnovata etichetta sulle bottiglie della linea Mastri Vernacoli, come anticipato, riporta un QR code che rimanda i consumatori al sito della Cantina, dove possono trovare informazioni e approfondimenti sul progetto Pica: la nostra piattaforma cartografica agriviticola in grado di ottimizzare la gestione del vigneto. Inoltre, in occasione del restyling di questa linea storica, abbiamo creato un’originale mappa ‘salva situazione’ per orientarsi nella scelta della tipologia di vino e relativo abbinamento food in alcune delle occasioni conviviali più ricorrenti. Una pratica e semplice guida al bere di qualità da poter consultare all’occorrenza e così risolvere più facilmente i nostri dubbi tra gli scaffali del supermercato e avere l’opportunità di apprezzare la panoramica organolettica del Trentino attraverso i vini che via via si scelgono. In questa fase, si tratta di un contenuto che stiamo promuovendo a livello PR per valorizzare al meglio la linea e fornire supporto a tutti i consumatori.

Ci parli del progetto Pica

Per Cavit il vino è tradizione e, sempre di più, anche rispetto dell’ambiente in cui si produce. Per unire queste due esigenze, è nato Pica: uno strumento di gestione innovativo per valorizzare un patrimonio prezioso come il vigneto. Pica - acronimo di Piattaforma integrata cartografica agriviticola - rappresenta oggi la più avanzata piattaforma tecnologica in Italia per l’implementazione di una viticoltura di precisione, intelligente ed eco-sostenibile. L’ambizioso progetto è stato avviato da Cavit nel 2010 per rispondere all’esigenza di una gestione completa del processo di produzione vitivinicola, dalla coltivazione delle uve alle ultime fasi della vinificazione, mettendo in comunicazione più strumenti software eterogenei fra loro e rendendoli compatibili con attività e consuetudini produttive consolidate. Il sistema è complesso ma il suo funzionamento è semplice e immediato. La piattaforma informatica di Pica mette “in rete” i vigneti degli oltre 5.250 viticoltori delle undici cantine sociali di Cavit: “raccoglie” informazioni e “restituisce” indicazioni utili ai soci viticoltori. Le informazioni provenienti dai software di gestione delle diverse cantine vengono integrati con quelli delle banche dati di interesse agrario (Carta dei Suoli del Trentino e Atlante meteo-climatico), consentendo agli agronomi la gestione cartografica avanzata dei dati vitivinicoli, oltre ad una consultazione dei modelli previsionali messi a disposizione da una rete di ricerca d'eccellenza. In questo modo è facile sapere tutto di ogni vigneto, a partire dalla scelta del vitigno più adatto a ogni terreno e a ogni clima, e di conseguenza gestire il lavoro senza sprechi di risorse. Ad esempio, incrociando le caratteristiche del terreno con le previsioni metereologiche si può programmare al meglio l’irrigazione dei vigneti, calcolando i reali fabbisogni della pianta. Senza sprechi d’acqua.

Intendete estendere questo elemento di comunicazione anche su altre linee di prodotto?

Attualmente non sono previste ulteriori estensioni di linea.

Cosa vi aspettate in termini di vendite per il 2023 nei vari canali in cui siete presenti?

Il contesto odierno risulta essere ancora piuttosto complicato ed è sempre più difficile fare previsioni accurate. Possiamo dire sicuramente che negli ultimi mesi stiamo assistendo nuovamente a un fenomeno particolare per cui i due canali Horeca e GDO viaggiano a “velocità” differenti. Dalla pandemia alla post pandemia e fino ad oggi, abbiamo quindi osservato tendenze opposte: se cresce l’uno, decresce l’altro e viceversa. Nell’analisi complessiva siamo positivi e ci auguriamo di mantenere questo standard nei mesi rimanenti alla chiusura dell’anno, che sono ovviamente molto importanti.

Ambizioni di sviluppo della vostra già elevata quota export?

L’export rappresenta ad oggi il 76% del volume d’affari del Gruppo Cavit, con Nord-America ancora in primo piano come principale mercato di sbocco, seguito da UK, Germania, Belgio, Olanda e una pluralità di altri mercati di esportazione. In particolare, il mercato nordamericano è caratterizzato da sostanziali cambiamenti strutturali: come il ricambio generazionale e il conseguente cambiamento di gusti, approcci e occasioni di consumo da parte dei segmenti più giovani, aspetti che porteranno sicuramente in futuro ad un’evoluzione del mercato da osservare.