A dispetto di inflazione e rincaro delle materie prime, continua il periodo d’oro di Icam. Anche nel 2023 la storica azienda di cioccolato, fondata a Morbegno nel 1946, si avvicina con tutte cifre in positivo alla fine dell’anno che, complici le feste di Natale, è da sempre il momento che rappresenta la massima esaltazione del “nettare degli dei”. Accostamenti mai provati prima per le tavolette Vanini, la proposta di un cioccolato di unica origine e nuovi gusti per praline, sono solo alcune delle novità di un’azienda che fa della continua sperimentazione la ricetta per stupire il cliente e rendersi sempre interessante, come ha spiegato Giovanni Agostoni, global sales and marketing director di Icam.

Lo scorso anno era cominciato con un fatturato consolidato di 189 milioni (+40% in 6 anni), di cui 12 milioni di incremento ottenuti solo nel 2021. Oggi quali sono le cifre, come si è chiuso il 2022?
Abbiamo chiuso il 2022 con un fatturato di 205 milioni di euro, in crescita rispetto agli esercizi precedenti: in particolare, +10% sul 2021 e +18,3% sul 2020. Il valore aggiunto ammonta a 91,4 milioni di euro, in aumento a livello assoluto rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (+11%) e al 2020 (+17,2%), mentre i consumi si attestano al 55,4%, in linea con il 2021 (55,9%). Il valore aggiunto è quindi pari al 44,6% rispetto ai ricavi netti (44,1% nel 2021 e il 45,3% del 2020). Nel 2022, l’aumento del fatturato è stato registrato sia sul mercato domestico (+9,1%) sia su quello estero (+8,1), anche se l’analisi dei ricavi conferma la prevalenza sulla piazza estera (60%) – particolarmente affezionata al cacao biologico e fair-trade che Icam esporta oggi in 73 Paesi – rispetto al mercato nazionale (40%).

Il 2023 non è ancora terminato ma siamo molto vicini alla fine: come sono andati i primi tre trimestri a valore e volume?
I mesi da gennaio a settembre si sono dimostrati in linea con le aspettative di crescita previste a inizio anno, il che ci permette di ipotizzare una chiusura d’anno intorno ai 215-220 milioni di euro.

Ci sono novità all’orizzonte in merito alla capillarità della distribuzione del vostro cioccolato?
Naturalmente cerchiamo di mantenere l’assortimento esistente e allargare il mercato, proponendoci alle insegne che ancora non hanno inserito i nostri prodotti: in particolare, abbiamo l’obiettivo di aumentare la distribuzione al Centro-Sud.

Nel 2022 i vostri marchi (Vanini, Agostoni e Icam Professional) rappresentavano il 47% del vostro fatturato, il cioccolato private label il 37% e la produzione diretta all’industria dolciaria contava il 16%: nel 2023 i “rapporti di forza” interni sono rimasti questi o sono cambiati?
Prevediamo anche per il 2023 una ripartizione tra queste 3 aree di business senza particolari stravolgimenti.

Se pensiamo al cioccolato, quanto ha influito il cambiamento nel comportamento dei consumatori dovuto al mix fra inflazione-guerre-rincaro delle materie prime e del packaging?
In un contesto complicato e incerto come quello che stiamo vivendo ormai da un anno e mezzo, il consumatore mette in atto diverse azioni per salvaguardare il suo potere di spesa (prediligendo i discount, usufruendo di offerte promo, acquistando prodotti private label, etc.), oltre che a ridurre la frequenza di acquisto del cioccolato. Da parte nostra, cerchiamo di mantenere alta l’attenzione dei clienti sulla nostra offerta in generale e in particolare sul nostro segmento premium, provando a sfruttare questi momenti anche per progetti e prodotti innovativi.

Quali gusti e formati sono stati lanciati nel 2023? Qual è il trend di mix fra cacao e altre materie prime?
Per il nostro marchio Vanini abbiamo appena lanciato Tasting Experience, una nuova linea di tavolette pronta a sorprendere per la sua golosità e per l’originalità delle sue combinazioni: cioccolato bianco con granella di pistacchi salati, cioccolato al caramello con granella di biscotto, cioccolato al latte con pop-corn caramellato e sale, cioccolato fondente con cocco e mandorle. In occasione della presentazione di queste ultime 4 referenze, Vincenzo Russo, professore ordinario di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università Iulm, ha guidato la degustazione attraverso un esperimento di neuroscienze per scoprire come il cervello umano reagisca al variare dei gusti, delle consistenze, e degli stimoli esterni. Sempre rimanendo nell’ambito delle tavolette, abbiamo integrato la nostra linea Bagua realizzata con un pregiato cacao monorigine peruviano con 2 nuove referenze: cioccolato fondente 62 % con granella di nocciole, caramello e sale e fondente 62% con scorze d’arancia e anacardi. In merito alle praline, abbiamo arricchito ulteriormente la gamma dell’iconica Blue Rose di Vanini. Lanciata negli anni ‘90, dopo 30 anni la ricetta originale è stata rinnovata per deliziare anche i palati più esigenti: un’intensa tostatura delle nocciole, infatti, regala grande personalità al classico ripieno arricchito da croccanti cereali senza glutine, il tutto avvolto da un guscio di cioccolato bianco. Una chicca, questa, che i consumatori troveranno in formato scatola regalo o in comodi sacchetti da 120 grammi.

Con il vostro marchio Vanini siete una delle aziende sponsor dell’Eurochocolate: che valore ha per voi e sarete presenti anche ai futuri appuntamenti, visto che si va verso il 30° anniversario?
Eurochocolate per noi è da sempre una certezza. Nel corso del tempo abbiamo ampliato sempre di più la presenza attraverso uno stand in cui raccontiamo la nostra storia e i nostri prodotti. Da diversi anni poi mettiamo la nostra maestria e la qualità del nostro cioccolato al servizio di quanti realizzeranno le sculture di cioccolato e dei vari workshop a cui possono partecipare tutti i visitatori della fiera.

Quanto e in che modo investite sulla sostenibilità (ambientale e sociale)?
La sostenibilità è da sempre al centro di ogni nostra attività. Partendo dai 4 pilastri alla base della nostra identità aziendale, il nostro approccio sostenibile si rivolge alle persone, in azienda, nella comunità territoriale in cui operiamo e nei paesi d’origine dove offriamo formazione e infrastrutture per migliorare le condizioni di vita delle persone sul posto; dell’ambiente, attraverso la misurazione del nostro impatto e di quello dell’intera filiera delle materie prime che utilizziamo in termini di emissioni di CO2; la filiera che seguiamo in ogni sua fase e che ci permette di poter risalire al singolo coltivatore che ha curato l’albero di cacao con cui è realizzata una singola tavoletta; l’innovazione che è la tensione verso il progresso e l’evoluzione del nostro lavoro che permea ogni nostra scelta e decisione.

Novità di prodotto all’orizzonte per il 2024?
È ancora troppo presto per poter anticipare qualcosa.