Dagli orti della Liguria alle grandi coltivazioni in tutto il mondo, da piccola realtà imprenditoriale a moderno e avanzato gruppo internazionale da oltre 950 milioni di euro di fatturato: da quasi 80 anni, Orsero è specializzata nel settore dei prodotti ortofrutticoli freschi. L’amministratore Delegato e Chief Financial Officer Matteo Colombini traccia in questa intervista un quadro completo del business e delle peculiarità del Gruppo.

Dott. Colombini vuole raccontarci la storia dell’azienda?
Orsero vanta una storia familiare unica che inizia nel 1940, quando il capostipite della famiglia avvia l’attività di distribuzione di frutta fondando la società F.lli Orsero e oggi, quasi 80 anni dopo, Raffaella Orsero, continua con la tradizione. Una delle chiavi di volta è stata l’intuizione, intorno agli anni '60, che il consumo della frutta poteva crescere grazie ai prodotti di importazione. Stiamo parlando di una fase storica Italiana in cui si inizia a conoscere il benessere e cambiano i consumi delle famiglie. Il Cavalier Orsero decide di andare nell'emisfero sud del mondo, in particolare in Argentina, a selezionare la frutta contro stagione per l’importazione. Il segreto del successo è stato, sin dal principio, la qualità che è sempre riuscito a garantire occupandosi in prima persona della selezione in origine, stringendo rapporti duraturi con i fornitori e garantendo la catena del freddo e controlli qualitativi in ogni fase del trasporto. Dagli anni’70 viene invece avviata l’esplorazione del mercato dei frutti tropicali, innanzitutto ananas e banane. Arriviamo agli anni 2000 quando il gruppo fattura circa un miliardo di euro ed è focalizzato ad ampliare il portafoglio di attività, diversificando il business. Dal 2013 invece inizia un processo di ri-focalizzazione sulle attività del core business, vale a dire la distribuzione di prodotti ortofrutticoli e l’importazione di banane e ananas, e l’avvio di una politica di disinvestimento delle attività non strategiche. Il 13 febbraio 2017 rappresenta un’altra tappa importante per la crescita del Gruppo, quando iniziano le negoziazioni sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana e Orsero diviene uno dei pochi gruppi ortofrutticoli a livello globale ad essere quotato sul mercato. Il 2018 si chiude con circa €952,8 milioni di fatturato di cui la maggior parte relativi al core business, importazione e distribuzione di frutta e verdura e il resto sono i servizi di logistica prestati anche a terzi.


In quali quali canali siete attualmente presenti?
L'obiettivo è quello di essere presenti in tutti i canali di distribuzione in modo capillare su tutto il territorio. L’Italia che rimane il nostro principale mercato con circa 370 milioni di fatturato, sviluppiamo circa il 50% attraverso la gdo e l'altro 50% lo vendiamo, nei mercati tradizionali.
Abbiamo posizioni aperte in tutto il territorio nazionale in quest’ultimo canale, tra cui gli ortomercati di Milano, di Verona, di Roma, di Firenze e di Molfetta, e questo ci rende interlocutori previlegiati nei confronti degli operatori del settore tradizionale; i prodotti sono consegnati ogni giorno e conservati nei nostri stabilimenti con i migliori standard: ecco perché possiamo garantire prodotti di qualità e sempre freschi.

Come vi state muovendo sul fronte della comunicazione?
Fin dal lancio del marchio Fratelli Orsero siamo stati attenti a comunicare, in modo chiaro e trasparente, il valore della qualità dei nostri prodotti. Il marketing mix adottato prevede azioni on e off line, atte ad aumentare la brand awareness: tra queste rientrano storicamente importanti investimenti pubblicitari, product placement e sponsorizzazioni, quale ad esempio il giro d'Italia nel 2012-13. Dal 2018 abbiamo virato il focus della comunicazione sui canali digital e social media; abbiamo poi utilizzato strumenti per stimolare i consumi direttamente sul luogo d’acquisto, diverse attività in-store nella Grande Distribuzione, che prevedono la degustazione del prodotto e la distribuzione di materiale promozionale. Recente poi l’apertura di un temporary store alla stazione centrale di Milano per la vendita dei nostri prodotti fresh cut che rimarrà aperto fino al 28 luglio 2019. Venite a trovarci!

Siete attenti al tema della sostenibilità?
Il nostro business è a basso impatto, le uniche emissioni sono quelle delle navi e dei trasporti su gomma che ottimizziamo facendo viaggiare le nostre merci sempre a pieno carico. Inoltre, dal 2020 adotteremo per le navi il nuovo carburante a basso contenuto di zolfo. Dal punto di vista della frutta, gli unici scarti sono tipo organico per i quali abbiamo degli accordi per lo smaltimento con degli operatori specializzati. Per il fresh cut utilizziamo confezioni di plastica riciclabile e stiamo cercando soluzioni innovative sul tema; per la frutta e verdura di prima gamma utilizziamo casse riciclabili e riutilizzabili per la movimentazione e il trasporto. A breve, su base volontaria, pubblicheremo in nostro primo bilancio sociale

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
I nostri obiettivi per il futuro sono di continuare a crescere organicamente nel mercato della distribuzione di frutta e verdura – vero core business del gruppo – e per linee esterne puntando a realtà che operano su nicchie di prodotti che possano contribuire a rafforzare il nostro business e posizionamento. Parallelamente puntiamo a sviluppare progetti innovativi, uno fra tutti il fresh cut, la frutta già pronta in pezzi e porzionata, su cui stiamo investendo molto e che contiamo darà ottimi risultati. Nei mesi scorsi abbiamo inaugurato a Molfetta (Bari) e a Verona due nuovi stabilimenti dedicati alla preparazione di questi prodotti e a breve è prevista un’altra apertura a Cagliari; tali nuovi centri si uniscono allo storico sito produttivo di Firenze, già attivo da 4 anni.