Fondata nel 1951 a Lund, in Svezia, dall’imprenditore Ruben Rausing, Tetra Pak è protagonista mondiale del food packaging, dalle bevande, come latte e succhi, a formaggi, gelati, verdure, passate di pomodoro, alimenti per animali…
Il gruppo non si limita, ovviamente, alla progettazione e realizzazione degli imballaggi, ma offre soluzioni complete alla propria clientela: dal trattamento corretto degli alimenti, alle apparecchiature più idonee per realizzarli, alle tecnologie informatiche per gestirne il ciclo di lavorazione, allo studio approfondito di tutte le azioni legate alla sostenibilità e alla pianificazione di un futuro a minore impatto ambientale, grazie alla riduzione delle risorse primarie e dell’energia impiegate.
La multinazionale, con sede centrale in Svizzera, a Losanna, e quartier generale italiano, a Rubiera (Reggio Emilia) ha chiuso il 2018 con un fatturato netto di 11,2 miliardi di euro, oltre 189 miliardi di confezioni vendute, 56 stabilimenti produttivi, una presenza che copre Europa, Asia, America e Oceania.
A
Francesco Faella, Presidente di Tetra Pak Italia, abbiamo chiesto quali sono i trend del packaging, in un momento in cui il consumatore sembra piuttosto disorientato.

Come si è mossa l’azienda nel 2018, con particolare riguardo al confezionamento dei beni di consumo?

Tetra Pak Italia ha chiuso il 2018 in leggera crescita. Tuttavia ci sono alcuni segnali di sofferenza, legati alla flessione dei consumi in settori tipicamente molto forti, come latte e succhi di frutta. Il motivo della contrazione, come emerge dalle indagini da noi svolte presso consumatori e professionisti, come medici e nutrizionisti, è che il pubblico è frastornato dall’eccessiva comunicazione, a volte contradditoria o errata, su quali alimenti siano davvero indicati per una dieta sana, rispettosa della linea e del benessere.

E i segmenti in positivo?

Non mancano, visto che in Italia il nostro mercato non si limita a latte e succhi, ma comprende molte altre categorie, con una domanda in crescita: bevande a base di riso, soia e avena, passate di pomodoro, vino e olio. L’olio, in particolare, è un settore per noi nuovo, partito perché le indagini dimostrano che il prodotto Tetra Pak è quello che protegge al meglio l’extra vergine.

Sommando i vari mercati che trend ne esce?

Positivo visto che, appunto, i panieri in crescita compensano quelli in calo. Certo anche noi, come tutto il settore del largo consumo e delle relative soluzioni, siamo chiamati a confrontarci con la prudenza di acquisto degli italiani, che porta le nostre aziende clienti a essere più caute negli investimenti. Anche in prospettiva non ci sono ragioni di vero pessimismo: il mercato si mantiene solido, ma vive una trasformazione degli stili di acquisto.

Nei segmenti in sofferenza quali contromisure avete adottato?

Se consideriamo sempre le merceologie citate ci rendiamo conto, per esempio, che la riduzione del consumo di succhi di frutta è dovuta al contenuto di zuccheri. Abbiamo dunque lavorato, insieme ai nostri clienti, per promuovere la diffusione di tutte le formulazioni senza zuccheri aggiunti. Per il latte, invece, a premiare è la territorialità del prodotto, cioè la distinzione rispetto all’offerta basica e di primo prezzo. Anche qui abbiamo partecipato a progetti congiunti con le aziende che hanno scelto Tetra Pak. Il nostro gruppo è un buon alleato: dispone di un’enorme quantità di dati, ha un nome conosciuto, che può essere speso nei piani di comunicazione e, soprattutto, sa progettare packaging attualissimi. Oggi, per esempio, c’è una buona richiesta, da parte dei consumatori finali, di imballaggi ottenuti con fonti vegetali, un plus, anche questo, che si riflette sull’immagine del prodotto finito. Nel mercato del latte fresco la soluzione si è concretizzata in confezioni in cui la plastica è ottenuta dalla lavorazione della canna da zucchero, invece che dal petrolio.

Parliamo della sostenibilità. Come affrontate l’argomento?

La nostra missione è di impegnarci a rendere il cibo sano e disponibile ovunque. Abbiamo una forte connotazione di impegno verso le imprese clienti e investiamo molto lavoro nel cementare con loro un rapporto di fiducia. Il nostro motto è ‘Tetra Pak protegge la bontà’, dove ‘bontà’ è da intendersi sia come valore del contenuto, sia, in senso più ampio, come rispetto dell’ambiente. Crediamo molto in un’economia circolare e a basso impatto in termini di emissioni di CO2. La nostra strategia per il prossimo decennio, denominata “Strategia 2030”, parte proprio dalla sostenibilità e prevede, oltre allo sviluppo di prodotti a ridotto impatto ambientale, miglioramento continuo nei nostri stabilimenti e alti livelli di automazione per abbattere una serie di costi inutili e dannosi: spreco di energia, spese di manutenzione, costi generati dal mantenimento di scorte eccessive. Lavorare in modo efficiente avvantaggia sia il nostro pianeta, sia il sistema economico, e può assicurare innovazioni e migliorie in tempi più ristretti.

Aggiungiamo qualche osservazione sulla ricerca e sviluppo…

Tetra Pak è innovazione, visto che è nata per sviluppare su larga scala il confezionamento asettico. Dunque anche oggi continua a investire in ricerca e sviluppo. In questo momento stiamo lavorando su una confezione interamente derivata da fonti rinnovabili, dunque senza alluminio all’interno. In test sono anche le cannucce di carta: non sono il nostro core business, ma, con la nuova direttiva europea che eliminerà il monouso in plastica nel 2021, i nostri clienti devono poter continuare a utilizzare i nostri packaging, senza incontrare problemi legislativi e di immagine.

Fra i vostri clienti ci sono solo produttori o anche distributori?

Il produttore è il nostro interlocutore naturale. Tuttavia dialoghiamo anche con la distribuzione. Con la Gdo abbiamo sia un rapporto indiretto – visto che i prodotti dei nostri clienti entrano nella distribuzione - ma anche diretto, in particolare sul tema della sostenibilità ambientale su cui abbiamo un confronto molto aperto. Oggi il retail, servendo un consumatore sempre più attento alla sostenibilità, apprezza soluzioni di packaging con meno plastica, a minor impatto di CO2, con materie prime da fonti rinnovabili invece che fossili, e riciclabili. Tetra Pak, essendo in piena sintonia su ognuno di questi aspetti, vuole essere sia un punto di riferimento per tavoli di confronto tecnico, sia la possibile soluzione di packaging in grado di valorizzare una marca del distributore più attenta e consapevole alle esigenze dei suoi consumatori.