A fronte di una diminuzione di circa un punto percentuale generico nella spesa alimentare Italiana, i consumi legati alle carni e ai derivati segnano nel 2016 un netto crollo rispetto al 2015. Tutti i prodotti carnei hanno chiuso l’anno con il segno meno ma il picco peggiore è stato registrato dalle carni rosse: - 5.8%.


TENDENZA DEGLI ACQUISTI
Secondo i dati elaborati da Ismea, la spesa destinata ai prodotti del settore ha registrato, nel 2016, una contrazione tendenziale complessiva del -4,4%, riguardando tutti i segmenti: la disaffezione dunque non riguarda più solo le carni rosse ma anche le bianche. Tale situazione appesantisce oltremodo il dato già negativo del 2015 (-5,7% rispetto al 2014) e porta ad un’erosione progressiva della quota di spesa destinata a questo comparto, passata nel 2016 al 10,1%(era dell’11,2% del 2014), con una riduzione. In riferimento alle carni suine, il calo della spesa registrato nel 2016 su base annua risulta ancora importante, (del -6% in valore e quasi di 5 punti in volume) ma in rallentamento rispetto al 2015 (-8,8% in valore, rispetto al 2014). Anche per le carni bovine il confronto su base annua rimane negativo – di 3,3 punti percentuali – ma in netto miglioramento rispetto a quanto rilevato nel 2015, quando il segmento perdeva oltre 6 punti percentuali. Il calo della spesa per le carni avicole, (-5,1% sul livello del 2015) deriva dal peggioramento graduale osservato nel corso dell’anno, dovuto al ridimensionamento dei volumi (circa -3%) e dei prezzi medi unitari.


POLLO E TACCHINO: AUMENTA LA PRODUZIONE, RESISTONO I CONSUMI
A fronte di uno scenario tendenzialmente negativo di tutti i comparti, spesso frutto delle ultime tendenze socio-culturali legate ad etica e salute, gli italiani si confermano sempre piu' amanti di pollo e tacchino. Nel 2016 il consumo pro-capite di carne bianca in Italia e' salito a 21,01 kg, di cui 15,33 Kg di carne di pollo e 4,44 Kg di carne di tacchino. Considerando anche quello di carne di gallina e altre specie avicole, l'aumento del consumo di carni bianche e' cresciuto del +2,7% rispetto all'anno precedente. Sono i dati su produzione e consumi di carni bianche italiane diffusi da Unaitalia (Unione nazionale delle filiere della carni e delle uova), secondo cui nel 2016 la produzione di carni avicole in Italia e' stata pari a 1.389.000 tonnellate, con un netto balzo in avanti rispetto al 2015 (+5,1%). L'aumento ha riguardato sia la produzione di pollo, che ha registrato un aumento del +5,6% (981.000 tonnellate contro le 929.000 del 2015), che quella di tacchino, che con le 331.000 tonnellate prodotte nel 2016 fa segnare un +5,8% rispetto all'anno precedente, un segnale di netta ripresa dopo alcuni anni di trend incerto. I numeri relativi ai consumi riflettono quelli della produzione e indicano nel complesso un aumento pari al +2,7%. In particolare il consumo di carne di pollo ha registrato un incremento pari al 3,0%, cosi' come i consumi di carne di tacchino (+3,2%), mentre le altre carni avicole registrano lievi cali.


AMADORI RISPONDE ALLE NUOVE ESIGENZE DEI CONSUMATORI
Sicurezza alimentare, profili nutrizionali equilibrati e benessere animale sono tra i valori che sempre più guidano la spesa degli italiani. Amadori, azienda leader nel settore agroalimentare italiano e specialista del settore avicolo, ha cercato di dare una risposta concreta a queste nuove istanze con il lancio di due nuovi prodotti: il pollo Campese allevato all’aperto senza uso di antibiotici e una gamma di wurstel 100% con carne macinata da petto e cosce di pollo e tacchino.
L’azienda ha presentato sul mercato il pollo allevato senza uso di antibiotici, la cui alimentazione è accuratamente studiata ed è completamente “no OGM” e vegetale, senza farine e grassi di origine animale, a base di cereali, soia e sali minerali. Inoltre, in tutte le fasi di lavorazione del Campese viene utilizzata solo energia proveniente da fonti rinnovabili.

FILENI: L’IMPORTANZA DI UNA COMUNICAZIONE CHIARA E CORRETTA
I consumatori oggi sono maturi e sanno distinguere e scegliere bene tra un alimento e l’altro, tra un prodotto e l’altro e anche tra metodi di allevamento, premiando chi presta attenzione alla naturalità, al rispetto del benessere animale e dell’ambiente.
Per questo motivo Fileni ha deciso di puntare su una comunicazione trasparente, corretta e più esaustiva possibile. «L’obiettivo dei nostri nuovi pack – spiega il direttore marketing Roberta Fileni - è dare più informazioni possibili sulle caratteristiche dei prodotti, anche nelle etichette. Curiamo poi con attenzione il racconto dei prodotti nei punti vendita, ad esempio per la linea Fileni BIO. Nel 2016 è partita anche la nuova campagna di spot tv, incentrata proprio sui prodotti della nostra filiera biologica, un esempio unico in Italia. La campagna è proseguita fino a metà marzo 2017 in tv, radio e stampa».


CARNE D’AGNELLO: LA QUALITA’ RIPAGA
Pasqua è alle porte e come ogni anno torna alla ribalta il tema dell’agnello. Difeso strenuamente dalle associazioni animaliste, anche l’abbacchio, il cui consumo nell’immaginario è legato all’imminente festività (ma ovviamente non solo) non è più presente sulle nostre tavole come una volta: secondo i dati Istat, se nel 2010 gli agnelli e i capretti macellati in Italia sono stati poco meno di 5 milioni, nel 2015 il totale è sceso a 2,4. Più del 50%. A fronte di una riduzione dei consumi in quantità c’è però una maggiore attenzione da parte del consumatore che sceglie di mangiare carne di qualità, sicura, anche spendendo un pochino di più, come ci conferma Jeff Martin, rappresentante HCC Italia.
«Il Welsh Lamb, la pregiata carne ovina gallese IGP, è presente in Italia ormai da una decina di anni, per noi si tratta quindi di un mercato già affermato dove l’IGP, marchio che sia la carne d’agnello che la carne di manzo hanno ottenuto più di 10 anni fa, ha giocato un ruolo molto importante. Il consumatore italiano, infatti, riconosce e comprende l’importanza di questo marchio, insieme naturalmente alla qualità delle nostre carni.
Il Welsh Lamb è presente nelle principali catene della grande distribuzione e la sua presenza si è confermata anno dopo anno, incrementando sempre più. Questo per noi è fondamentale perché il consumatore italiano conosce il nostro brand, lo cerca e lo acquista. Uno dei punti di forza che ci distingue da altri paesi produttori di carne ovina è proprio il nostro stesso brand, la qualità, la storia e la tradizione, e il consumatore riconosce e apprezza questi fattori. Quando poi si ha la possibilità di assaggiare questa carne… allora si vende da sola! Il Welsh Lamb è un prodotto di alta qualità e noi puntiamo su questo aspetto.
Oltre alla carne di agnello il Galles produce anche carne di manzo, il Welsh Beef IGP, ma in Italia al momento le esportazioni sono solo all’inizio».


EXPORT CARNE BOVINA: ITALIA CLIENTE NUMERO 1 DELLA FRANCIA
Le esportazioni francesi di carne bovina fresca e refrigerata si sono attestate a oltre 77.900 tonnellate nel 2016. L’Italia, 1° cliente della Francia, rappresenta il 32,6% delle esportazioni francesi di carne bovina, fresca, regrigerata e frattaglie in volume (fonte: Direction Nationale des Statistiques du Commerce Extérieur – DNSCE - Elaboration Sopexa). Dal 2009, inoltre, la Francia è il 1° fornitore di carne bovina fresca e refrigerata dell’Italia. «La Francia – racconta Dominique Guineheux, Presidente CVBE (Club delle aziende esportatrici francesi) - ha realizzato più di trent’anni fa un esemplare sistema nazionale di identificazione delle mandrie. Dal 1978 le modalità di identificazione sono regolarmente aggiornate per rispondere a sempre nuove esigenze: controllo della produzione, gestione dello stato sanitario delle mandrie, conoscenza della provenienza. Ogni animale è unico e possiede una vera e propria carta di identità che lo segue dalla nascita alla macellazione. La Francia ha enormemente investito nella tracciabilità, consentendo di garantire l’uniformità della qualità e l’affidabilità in materia di sicurezza alimentare.»

CARNI INGLESI PENALIZZATE DALLA CRISI ECONOMICA
Tutt’altro scenario quello che riguarda le esportazioni carni bovine e ovine inglesi in Italia che ha registrato una situazione di staticità negli ultimi due/tre anni. Il mercato della carne bovina in modo particolare è difficile, negli ultimi anni è stato caratterizzato da una tendenza alla riduzione dei prezzi, dovuta anche alla difficile situazione economica che l’Italia sta vivendo. Sul mercato si è visto pertanto l’aumento delle importazioni di carne meno costose, come quella polacca.
«Per quanto riguarda la strategia, evidenzia Jeff Martin, responsabile Italia AHDB Beef&Lamb - la nostra sarà sempre quella della qualità e non potrebbe essere diversamente con un prodotto come le carni inglesi: la tradizione secolare nell’allevamento, i metodi moderni di produzione, le conoscenze degli allevatori nell’incrocio fra razze, un sistema di frollatura che garantisce una tenerezza sorprendente, la filiera garantita in ogni passaggio dall’allevamento alla tavola: tutti questi fattori contribuiscono a fare della carne bovina inglese un prodotto di alta qualità».

Stefania Lorusso