Il CdA dell’insegna milanese, riunitosi nei giorni scorsi e presieduto da Vincenzo Mariconda, ha approvato il progetto di bilancio del Gruppo Esselunga al 31 dicembre 2011. I risultati conseguiti, nonostante la contrazione dei consumi che ha contrassegnato il settore del largo consumo lo scorso anno e un aumento dei listini dei propri fornitori di oltre il 3% (in buona parte assorbiti dalla stessa Esselunga), sono positivi.

La catena guidata da Bernardo Caprotti archivia infatti il 2011 con vendite pari a 6.630 milioni di euro, in crescita di 4,3 punti percentuali rispetto al fatturato alle casse 2010. A parità di rete l’incremento del giro d’affari è stato del 3%, a fronte di un mercato che, nelle regioni di presenza Esselunga, ha visto diminuire le vendite dell’1,4%.

Cala l’utile netto del Gruppo, passato a 209,4 milioni di euro contro i 213,1 milioni dell’anno precedente. Tale risultato - precisa in una nota Esselunga - è tuttavia il frutto della contabilizzazione delle manifestazioni a premio richiesta dai principi contabili internazionali (il bilancio Esselunga è redatto secondo lo standard IFRS). L’applicazione di questa metodologia ha infatti impattato in maniera molto diversa i due esercizi. Senza questo effetto l’utile netto sarebbe aumentato a 221,2 milioni dai 197,3 milioni del 2010.

Sul piano finanziario, infine, l’indebitamento netto si riduce  a 145,1 milioni di euro da 259,3 milioni di fine 2010 per il flusso generato dalla gestione operativa nonostante investimenti effettuati nel corso del 2011 pari a 249,7 milioni, dedicati principalmente allo sviluppo e all’ammodernamento della rete vendita (Moncalieri, Milano via Losanna, Lecco, Desenzano del Garda, Macherio, Lucca e  Varedo), dei centri di lavorazione e dei poli logistici.