Secondo lo ‘Studio Pagamenti 2019’ di Cribis (32 nazioni analizzate di cui 22 nel Vecchio Continente), nel nostro Paese solo il 35,5% delle imprese rispetta i tempi concordati e l’Italia è al 13° posto in Europa per puntualità, sorpassata, tanto per fare qualche esempio, da Polonia (1°), Slovenia (7°), Irlanda (8°) e Belgio (12°) mentre, complice la Brexit, la Gran Bretagna si posiziona 14° posto, alle nostre spalle.

In Italia, nel 2018, soltanto il 35,5% delle aziende rispetta gli accordi pattuiti e l’11,5% salda i conti con ritardi superiori ai 30 giorni.

A livello europeo la Polonia, nel 2018, è la più virtuosa, con il 79,3% di pagamenti puntuali, seguita dai Paesi Bassi, con il 73,8% e dalla Germania con il 67,1 per cento.

Chiude la classifica continentale il Portogallo, che con il 14,2% di aziende buone pagatrici si piazza all’ultimo posto, preceduto dalla Romania, con il 20,3% e dalla Bulgaria con il 20,4 per cento.

Nella parte centrale della graduatoria, troviamo, al quarto posto, la Svezia (57,1%) seguita da Lussemburgo (51,6%), Slovenia (49,9%), Irlanda (47,8%), Spagna (47,5%), Finlandia (45,5%), Francia (43,3%) e Belgio (40,6%).

Nel Regno Unito il numero di imprese puntuali si attesta al 34,7%, mentre crescono le aziende che pagano con più di 30 giorni di ritardo, dal 7,6% del 2017 all’8,1% del 2018.

“Lo scenario europeo è dominato dalle società dell’Europa settentrionale – afferma Marco Preti, amministratore delegato di Cribis –. In Polonia le imprese virtuose sono cresciute del 3,8% mentre quelle che pagano con gravi ritardi sono diminuite del 3,9%. Dall’altra parte, in Italia, le aziende puntuali sono calate dell’1,8% a fronte di un aumento dell’1% dei pagamenti oltre i 30 giorni”.

La quota di operatori oltre i 30 giorni tocca il punto massimo in Grecia (32,1%). In Svezia, al contrario, si trova la più bassa concentrazione di ritardatari (solo lo 0,4%): subito dopo la Finlandia (0,8%) e i Paesi Bassi (1,4%).