Entrano in vigore da oggi, 1 febbraio, numerose nuove regole sul green pass, fissate, per decreto, lo scorso 22 gennaio. Per il commercio ‘non essenziale’ ci vuole, almeno, il green pass base, a parte che negli alimentari e Gdo, farmacie e altri articoli sanitari, petshop, stazioni carburanti, negozi di ottica, commerci di combustibile per uso domestico e riscaldamento. Le sanzioni, sulla cui ampiezza si sa ancora troppo poco, possono arrivare a un massimo di 1.500 euro.

Il Governo ha già chiarito che nei negozi misti, come iper e super, e negli gli esercizi esentati si potrà compare tutto, senza restrizioni, anche da parte dei clienti privi di certificato verde. Inoltre termina, dal 10 febbraio, l'obbligo di mascherina all'aperto, misura questa a dir poco contradditoria.

Ma quale sarà l’impatto sui negozi? Secondo un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione di consumatori maggiorenni, il sentiment positivo nei confronti dell’obbligo è sostenuto da una maggioranza meno larga di quanto sperato: a dichiarare di avere già il pass è l’87% degli intervistati, una quota decisamente più larga del 64% che promuove la misura, ritenendola “una garanzia di maggiore sicurezza”.

Il restante 36% è poco convinto: il 10% non sa come giudicarlo, mentre il 26% degli intervistati lo vede come un impedimento che riduce l’accessibilità dei punti vendita. E solo il 10% di chi non è in possesso del pass annuncia la volontà di iniziare il percorso vaccinale per ottenerlo, mentre il 18% ricorrerà ai tamponi.

Il 72% dei 'no pass', invece, non ha intenzione di munirsi di certificazione. E per ovviare alla restrizione, la metà di questi – il 48%, pari a quasi 1,9 milioni – passerà agli acquisti online, mentre il 36% li rimanderà e il 5% chiederà a familiari e amici dotati di certificato di farli al proprio posto.

“E’ un possibile ulteriore colpo al retail fisico, già messo in difficoltà dall’incertezza creata dal riacutizzarsi dell’emergenza pandemica – osserva Confesercenti -. L’aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane, infatti, ha già allontanato dai negozi moltissimi consumatori: il 22% dichiara di avere ridotto, per paura, l’acquisto nei negozi fisici, orientandosi sull’online, mentre il 28% è tornato a contare le persone dentro i punti vendita, aspettando fuori, se ritiene ci sia la possibilità di assembramento. Solo il 46% reputa di non avere modificato le proprie modalità di consumo. Un quadro che il pass potrebbe addirittura peggiorare: in seguito all’introduzione dell’obbligo, infatti, il 14% dice che diminuirà ulteriormente gli acquisti nei punti vendita fisici, mentre solo il 9% ha intenzione di aumentarli”.

Intanto si scopre, da un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale maggiorenne, che da marzo 2020 a oggi, 26,8 milioni di italiani hanno speso in tamponi, in media, 76 euro ciascuno, di tasca propria, per un totale di 2 miliardi di euro, un cifra che, da oggi, salirà ancora e in modo esponenziale.

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