Prendete una famiglia, madre, padre e due figli di 7 e 9 anni, rispettivamente un bambino e una bambina, e alimentateli per 15 giorni solo con prodotti biologici: fate loro le analisi delle urine prima e dopo 'la cura' e scoprite che… È questo l’esperimento condotto in seno a 'Cambia la Terra', il progetto di sensibilizzazione e informazione promosso da FederBio (Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica) con il sostegno di importanti aziende del biologico - tra cui Probios - che hanno scelto di supportare la campagna web #ipesticididentrodinoi, che nel mese di novembre ha raccontato in differita l'esperimento.

In complesso, su 16 analisi delle urine – 4 a testa - effettuate da un laboratorio accreditato di Brema, ben 13 hanno dato risultati estremamente positivi, con significative differenze tra prima e dopo (solo in un due casi non si sono registrati miglioramenti).

Per madre, padre, e ragazzi, e per quasi tutte le sostanze chimiche analizzate, si è passati da livelli di contaminazione alti a quantità molto basse e spesso sotto i limiti di rilevabilità. La "decontaminazione" ha funzionato per alcuni degli insetticidi più utilizzati dall'agricoltura convenzionale (clorpirifos e piretroidi) e per il glifosato, l'erbicida contro cui si è mobilitata l'opinione pubblica e una parte della ricerca internazionale.

“Un'indicazione importante del fatto che la chimica contenuta negli alimenti da agricoltura convenzionali, anche in presenza di cibi che rispettano le soglie stabilite di fitofarmaci, come capita nella maggior parte dei prodotti consumati in Italia – spiega Federbio in una nota -, rimane e si accumula nel nostro corpo, con conseguenze che ancora non sono state totalmente studiate e comprese”.

Entrando nel tecnico l'insetticida clorpirifos, per esempio, prima della dieta era presente nelle urine del bambino più piccolo con oltre 5 microgrammi per grammo di creatinina, un valore più di tre volte maggiore della media statistica che è 1,5 (microgrammi/g). Dopo quindici giorni di dieta biologica la concentrazione dell'inquinante è scesa a un ben più tranquillizzante valore di 1,8 microgrammi. Mentre nelle analisi del padre, la stessa sostanza - che era più bassa in partenza - non è più rilevabile ‘dopo la cura’.

Per il glifosato, il risultato positivo del dopo dieta non cambia. Nel padre raggiungeva concentrazioni pari a più del doppio della media della popolazione di riferimento: dopo 2 settimane senza chimica, le tracce di erbicida non ci sono più. E lo stesso è successo ai bambini. Prima dei 15 giorni il più piccolo era a quota 0,19 microgrammi di glifosato per litro e la più grande a 0,16 rispetto a una media, per la popolazione di riferimento, di 0,12 microgrammi/litro: ora i residui di erbicida sono assenti.

“Per Probios è imprescindibile preoccuparsi e prendersi cura delle persone e dell'ambiente: acquistare prodotti certificati bio significa infatti scegliere società che pretendono un’accurata selezione dei metodi di coltivazione delle materie prime, e che non cedono all’uso di diserbanti, antiparassitari, concimi chimici e di sintesi che inquinano la nostra terra, le nostre acque e la nostra aria. Ed è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di diventare partner di ‘Cambia la Terra’ - spiega Fernando Favilli, presidente di Probios -. Vogliamo scuotere le convinzioni e le abitudini mutuate da tanti anni di consumo passivo, invitando tutti a diventare cittadini consapevoli e consumatori attenti. Grazie a questa iniziativa, i consumatori avranno l’opportunità di conoscere quali sono i benefici tangibili di un’alimentazione bio sulla nostra salute: le analisi della famiglia campione ci mostrano infatti come, anche in poco tempo, una dieta biologica sia in grado di depurare il nostro organismo, con importanti risultati nel lungo periodo”.

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