di Luca Salomone

La proposta del nuovo regolamento Ue sugli imballaggi cambia registro e questo dopo che, il 24 ottobre, il voto della Commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare aveva destato preoccupazioni, soprattutto in Italia dove le percentuali di riciclo sono molto elevate.

L’assemblea plenaria di ieri, 22 novembre, si è espressa ancora a favore, con 426 voti di approvazione, 125 contrari e 74 astenuti, ma la linea si è molto temperata. Ora la palla passa al Consiglio, che il 18 dicembre si esprimerà sulla materia.

Cosa cambia? In una nota lo spiega, fra gli altri, Paolo De Castro (PD), membro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo: «Il voto ha scongiurato il rischio di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro in filiere produttive chiave per il nostro Paese, da quella della carta all’agroalimentare, e tutelando i consumatori.

«Possiamo finalmente dire addio alle confezioni monouso di sapone, ai sovra imballaggi classici dei tubetti di dentifricio o ai cellofan sulle valigie in aeroporto, ma chiediamo un approccio più realistico per quanto riguarda gli obiettivi di riuso degli imballaggi alimentari.

«Abbiamo infatti inserito – continua il deputato - una deroga per tutti quei Paesi che, come l’Italia, negli ultimi anni sono stati capaci di investire in un sistema di riciclo di alta qualità, tra i più efficienti a livello europeo: chi raggiungerà l’85% di quota di riciclo degli imballaggi interessati sarà infatti esentato dall’obbligo di riuso».

Non solo: comparti chiave del nostro settore agro-alimentare vengono esclusi da questo regolamento, limitando al massimo il rischio di maggiori sprechi alimentari: a partire dalle indicazioni geografiche fino all’ortofrutta e al florovivaismo, dai vini alle bevande alcoliche, alle bioplastiche e ai contenitori in carta del settore ristorazione.