L’andamento, moderatamente positivo, registrato lo scorso anno dal retail continuerà anche nel 2016. I mercati più maturi, a parte qualche eccezione, cresceranno con ritmi leggermente inferiori, del +1,1% su base annua, rispetto a Romania (+7,2%) e nazioni baltiche (fra +3,8 e +4,9). Le previsioni sulle vendite al dettaglio sono positive anche per Svezia (+4,8%) e Spagna (+3,7%). L’Italia si attesterà sul +1,4%, dunque oltre la media Ue.

Questo, in sintesi, il capitolo predittivo del più ampio panorama tracciato da GfK mediante un'analisi approfondita della situazione del commercio in 33 nazioni del nostro continente. “Nel 2015 i consumatori europei hanno beneficiato di una situazione economica più favorevole, che ha portato a un incremento della ricchezza privata – sottolinea la società di ricerche -. Di questo, però, hanno fruito soprattutto i viaggi, le vacanze e le altre attività ricreative”.

Nonostante la maggiore capacità finanziaria anche nel 2015 è diminuita la quota delle vendite al dettaglio sulla spesa totale della popolazione, che si attesta sul 30,4% nella media Ue-28. In Italia, l’incidenza è leggermente inferiore e pari al 25,8 per cento.

Lo scorso anno, sempre all’interno dell’Ue, la superficie totale occupata dalle attività commerciali è cresciuta dello 0,3%. Il dato pro-capite risulta pari a 1,17 m², in leggera contrazione rispetto al 2014. L’Italia, dal canto suo, ha raggiunto un metro quadrato per abitante.

La produttività della superficie di vendita (area Ue) è aumentata del 2,7%, attestandosi a poco meno di 4.200 euro per metro quadrato (4.233 in Italia). Questa è sicuramente una buona notizia, dovuta in parte al rallentamento dell’online nei mercati più maturi, mentre i negozi tradizionali si stanno progressivamente adeguando alla nuova situazione. Del resto gli esercizi commerciali meno redditizi hanno chiuso, come conseguenza del processo di digitalizzazione dell’offerta, per cedere il passo a nuove soluzioni, improntate alla multicanalità e alla cross-canalità.