Parte oggi, 7 aprile, Vinitaly 2019 e la Gdo fa i conti con il settore. Secondo la ricerca condotta da Iri per la rassegna veronese il canale moderno ha mantenuto un posto chiave anche nel 2018, con vendite superiori a 619 milioni di litri, per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. Gli acquisti, nella Dmo, si concentrano sui vini di qualità, su Doc e Docg, sugli spumanti, i biologici e le Mdd.

In volume i vini a denominazione registrano il +5,3% nel primo bimestre 2019, gli spumanti il +2,1%, i bio il +18%, i vini a marchio del distributore il +7.

La quota di mercato delle private label è arrivata al 14% di tutto il vino venduto in Gdo, per un valore di 156 milioni di euro. I soli prodotti Doc e Docg a marca del distributore sono cresciuti dell’8 per cento.

Per fare qualche esempio Conad mette a scaffale ben 85 referenze Mdd, che vendono a valore oltre 47 milioni di euro l’anno. Carrefour, con ’Trancio Antico’ e ‘Terre d’Italia’, registra un costante aumento, soprattutto nella fascia medio-alta. Coop, dal canto suo, propone i marchi ‘Assieme’, vini quotidiani provenienti da cantine del mondo cooperativo, e ‘Fior Fiore’, di fascia medio alta, con 17 referenze prodotte da note cantine, in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier (entrambe spuntano una performance positiva nel 2018).

‘Iper La Grande I’ ha lanciato, già 13 anni fa, il marchio ‘Grandi Vigne’, che dispone di circa 80 etichette grazie alla collaborazione con 35 cantine vocate sul territorio e detentrici dell’intera filiera. Penny Market offre tre brand: i vini di pregio ‘D’Alleramo’, gli spumanti ‘Rocca Merlata’, i vini in tetrapak ‘Archetto’.

A fronte della crescita del segmento a marchio privato, il 2018 ha fatto segnare, invece, una contrazione delle vendite a volume di varie tipologie enologiche, un trend condizionato dalla scarsa vendemmia del 2017 e dall’aumento dei prezzi.

“I prezzi dei vini si sono confermati in crescita per tutto il 2018 – conferma Luca Bacciocchi, category manager vini di Carrefour -. E questo fino alla nuova vendemmia che, grazie ai risultati positivi, ha portato un effetto deflattivo che si dovrebbe esprimere nell'anno corrente”.

Va sottolineata anche la flessione, seppure modesta, delle promozioni, come riferisce Alessandro Chiapparoli buyer vino di Iper La Grande I: “Altro elemento che ha determinato l’aumento dei prezzi è stato una politica promozionale meno aggressiva rispetto al 2017, con un calo di 5 punti promo”.

Il rimbalzo della scarsa vendemmia 2017 non pregiudica l’ottimo stato di salute dell’enologia nazionale, come emerge dalla fotografia scattata da Industry Book 2019, lo studio che UniCredit conduce annualmente su tendenze, dinamiche competitive, prospettive di sviluppo e crescita del variegato comparto vitivinicolo nazionale.

In Italia il settore conta circa 2.000 imprese industriali e fattura oltre 11 miliardi di euro, l'8% circa del food&beverage. L'intero comparto denota una propensione all'export elevata, con un valore di 6,2 miliardi di euro generato sui mercati esteri: il 54% del fatturato totale, in aumento rispetto al 51% del 2017.

Nel 2018, prosegue Unicredit, la produzione nazionale è stata molto abbondante: con un totale di 50,4 milioni di hl sono stati superati del 10,5% i livelli dell'anno precedente. L'Italia si è confermata così, per il quarto anno consecutivo, il primo produttore mondiale di vino, con un contributo del 17% sull’offerta mondiale. In particolare è aumentata la produzione di vino Dop (+21,7% anno su anno), mentre l'Igp ha registrato una variazione più contenuta (+2,5%).

Con 523 vini certificati la nostra Penisola detiene anche il primato mondiale dei prodotti Ig (Dop e Igp) che ora hanno un peso del 68% sul totale prodotto nel nostro Paese e si ritagliano uno spazio ancora maggiore rispetto all'anno precedente (+3%).

L’indagine annuale dell'Area Studi Mediobanca sul settore vinicolo italiano e internazionale, ribadisce che il 2018 segna una notevole crescita dei ricavi delle principali società italiane attive nel mondo vinicolo: +7,5% sul 2017. Rispetto al 2013 l'incremento del giro d’affari è ancora più evidente (+27,1%), così come l'aumento dell'export (+31,9%) e del fatturato domestico (+22,4%).

Il maggiore sviluppo dei ricavi interessa le cooperative (+9,2% sul 2017), trainate dal mercato interno (+13,6). Il 2018 incorona Cantine Riunite-GIV, che si riconferma prima per fatturato (615 milioni, +3,1% sul 2017), seguita da Caviro (330 e +8,6%) e dal primo gruppo non cooperativo, Antinori (230, +4,5%).

Subito dopo troviamo Fratelli Martini (220 mln, +14,7%), Zonin (202, +2,9%,), Botter (195, +8,3%), Cavit (+4,4%, 190) e Mezzacorona (188, +1,9%). Chiudono la Top 10 Enoitalia (182 milioni, +7,6%) e Santa Margherita (177 e +4,6%).

Dieci società hanno realizzato nel 2018 un aumento dei ricavi a due cifre. Cantine Ermes, che passa da 63 a 85 milioni (+34,2%), è l'azienda vinicola cresciuta maggiormente nel 2018. A seguire Vivo Cantine (+19,8%, 102 milioni) e Cantina Sociale Cooperativa di Soave (+19,2, 141 milioni).

Botter guida la graduatoria per quota di fatturato estero (95,4%), seguita da Farnese (94%), Ruffino (93%), Fratelli Martini (90%), Zonin (85,6%), Mondodelvino (82,5%) e La Marca Vini e Spumanti (81,8%).