Nonostante la difficile congiuntura economica Caldirola migliora la sua performance, dal consolidamento del mercato italiano, attraverso una sempre più salda partnership con il retail, allo sviluppo dell’export; dal rafforzamento della marca alla comunicazione. La strategia disegnata due anni fa è andata concretizzandosi in un 2010 all’insegna del consolidamento e dello sviluppo – con la “ciliegina” rappresentata dalle certificazioni ISO 2200, IFS e BRC, arrivate a novembre – e in un 2011 che sta già fornendo indicazioni che l’azienda giudica ottime.

E a testimoniare il sentiment positivo ecco i numeri. La Casa Vinicola di Missaglia ha chiuso il 2010 con un fatturato pari a 52 milioni di euro, con un +6% nel mercato italiano e un +7% nell’export che ha raggiunto quota 25% sul giro d’affari. Meglio ancora a gennaio, quando la crescita è stata dell’11,23% in Italia e del 21% sui mercati internazionali. I risultati sono la conseguenza della strategia messa a punto. In Italia, Caldirola ha lavorato molto per rafforzare il legame con la distribuzione moderna: non solo i grandi nomi della Gd (che rappresenta il 50% del giro d’affari), ma anche le molte insegne della Do (salita al 15%), distribuite capillarmente sul territorio e quindi in grado di assicurare fatturato e distribuzione sia ponderata che numerica.

Soddisfazioni anche dall’export: Caldirola è cresciuta non solo nei mercati in cui già vanta una buona penetrazione, quali Germania, Spagna, Russia ed Est Europa, ma anche negli Usa, in Asia e Brasile.

“L’obiettivo del 2011 – afferma Michele Radaelli, amministratore delegato di Caldirola – è continuare ovviamente a crescere, cercando di raggiungere quota 70 milioni di euro di fatturato, suddivisi idealmente tra 45 milioni da sviluppare in Italia e 25 milioni attraverso l’export. Un traguardo ambizioso, al quale potremo arrivare solo continuando a spingere su tutti i fronti: assortimento, partnership con il retail, attenzione alle opportunità dell’export, comunicazione”.

Conferma il dinamismo dell’azienda la presenza ai più importanti appuntamenti fieristici internazionali: non solo al Foodex di Tokyo e al ProWein di Düsseldorf appena archiviati ma anche al Vinitaly di Verona (dal 7 all’11 aprile), al PLMA di Amsterdam (24-25 maggio), al Vinexpo di Bordeaux (dal 19 al 23 giugno) e, infine, all’ Anuga di Colonia (dall’8 al 12 ottobre).

Caldirola sta lavorando molto anche al rafforzamento dei propri brand. In particolare, La Cacciatora è stata oggetto di un grande rilancio: il logo di punta di Caldirola firma la linea che racchiude i vitigni più importanti dell’azienda, a partire dal Barbera d’Asti Docg. I consumatori hanno apprezzato l’operazione facendo di La Cacciatora una vera e propria “marca del vino”. Nel portafoglio Doc e Docg della Casa Vinicola di Missaglia continua a spiccare il Montepulciano d’Abruzzo Doc, con una quota 2010 pari al 38%, seguito appunto dal Barbera d’Asti Docg attestato sul 22% e dal Barbera Oltrepo Doc (10%).

Anche in fatto di formati, Caldirola garantisce un’offerta completa: leader assoluta in Gdo nel segmento vetro, con 47,5 milioni di bottiglie, al classico formato da 0,75 l si aggiungono quelli da 0,25, 0,50, 2, 5 e brik. Merita una sottolineatura l’investimento per dotarsi di una macchina per il soffiaggio delle dame da 5 litri, che rappresentano il 26% dell’offerta Caldirola quanto a formati. È infine costante l’attenzione nei confronti del Magnum da 1,5 litri, mercato maturo ma pur sempre molto importante, se si pensa che vale in Italia circa 50 milioni di litri (e per Caldirola copre una quota del 12% nei formati). Arriva infine il Pinot Nero "La Cacciatora" edizione limitata dedicata al Giro d'Italia, di cui Caldirola sarà sponsor (nella foto).