Obiettivo 100 milioni di litri entro tre anni focalizzando la distribuzione nell’area Nord Ovest: è questo l’obiettivo dichiarato da PepsiCo Italia e da Fonti Alta Valle Po che nell’autunno del 2010 ha lanciato l’acqua minerale Eva, le cui sorgenti si trovano sul Monviso, a oltre 2mila metri di quota, e che è ora oggetto di una partnership tra le due imprese.

“Non potevamo star fuori da un segmento, quello delle acque minerali, che vale a volume il 70% dei consumi italiani di bevande - spiega Massimo Ambrosini, presidente e amministratore delegato di PepsiCo Italia - cercavamo però un’acqua differenziante, nella tipologia minimamente mineralizzata, che è quella in crescita in un mercato che riteniamo si stia avvicinando al suo culmine. In futuro bisognerà ragionare sul valore del venduto e non più sulle quantità, traguardo raggiungibile solo con acque percepite di qualità superiore”.

“È nostra intenzione - aggiunge Paolo Nocera, amministratore delegato di Fonti Alta Valle Po - legare le due aziende a lungo termine. Per questo è importante che i prossimi tre anni diano i frutti sperati, con adeguati investimenti sul fronte del marketing e della distribuzione”.

Se la partnership italiana funzionerà è obiettivo di entrambi farla evolvere a livello internazionale, almeno europeo. I numeri ci sono: la potenzialità delle sorgenti Eva è stimata in 2 miliardi di litri l’anno, abbastanza per infastidire qualche competitor in Italia, dove come si accennava gli spazi per aumentare i consumi sono ormai scarsi, e abbastanza per vendere all’estero dove di acque minimamente mineralizzate quasi non ce ne sono. Eva ha un residuo fisso (il contenuto di sali che classifica le minerali) di 49 mg/l e un contenuto di sodio quasi impercepibile: 0,32 mg/l, lo 0,00003%.

PepsiCo e FAVP intendono posizionare Eva in Gdo su un prezzo di 0,35 euro per la bottiglia di Pet da 1,5 litri. Il piano di investimenti pubblicitari si aggira sui 2 milioni di euro. Spot e sponsorizzazioni sono già partiti.

Per imbottigliare l’acqua del Monviso FAVP, controllata da un pool di imprenditori, ha già investito 30 milioni di euro, recuperando per la produzione e lo stoccaggio, con l’appoggio del Comune di Paesana e della Regione Piemonte, una vecchia filanda che negli anni ’70 dava lavoro a oltre mille persone.

FAVP pensa anche di produrre private label per la Gdo nonostante il conseguimento dell’ambizioso obiettivo di sviluppo (diventare presto il terzo player nel Nord-Ovest dopo Sant’Anna e San Benedetto) non possa essere considerato automatico per via delle incognite che gravano sull’approvvigionamento delle materie prime: “In poco tempo il prezzo del Pet, il materiale plastico utilizzato per la fabbricazione delle bottiglie, è passato da 1.050 a 1.500 euro la tonnellata”, precisa Ambrosini che deve anche stare in guardia per il prezzo dello zucchero necessario alla preparazione delle bibite, dalla Pepsi Cola a Gatorade, Lipton Ice Tea e altro ancora.

PepsiCo è la seconda azienda più grande al mondo nel settore “food and beverage”,
impiega circa 300mila persone in tutto il mondo e i suoi prodotti sono venduti in circa 200 paesi. I suoi principali business comprendono gli snack Frito-Lay, le bevande Pepsi-Cola, Gatorade e Lipton Ice Tea, i succhi Tropicana e i prodotti Quaker. Il portafoglio PepsiCo include 19 marchi che generano ciascuno più di 1 miliardo di dollari ciascuno nella vendita al dettaglio. In Italia PepsiCo è presente sul mercato dal 1960 grazie ad accordi di franchising e nel 1995 con una vera e propria sede operativa che si avvale oggi di circa 185 persone e due siti produttivi.