Il concetto di “made in Italy” è argomento di grande interesse visto il periodo storico segnato dall’invasione della Cina quasi in ogni settore, il che contribuisce a spingere molte aziende italiane ad una sempre più massiccia delocalizzazione produttiva. Persino le realtà imprenditoriali che ancora mantengono una parte importante della produzione in Italia non possono considerarsi al 100% “made in Italy” in quanto, analizzando l’intero processo produttivo, si scopre che spesso sono costrette ad esportare almeno uno o più settori, seppur marginali. Quercetti, la storica azienda italiana che da oltre 60 anni produce giochi educativi per l’infanzia, è da considerarsi un caso molto particolare nel mercato del giocattolo, in quanto tutta la produzione, dichiara l’azienda, da sempre avviene esclusivamente in Italia nella sua sede torinese.

Quercetti assicura che ogni singolo aspetto produttivo è seguito interamente in Italia, dall’ideazione al concept del gioco, dal prototipo all’aspetto ingegneristico, dalle ricerche dei materiali al disegno degli stampi, dall’assemblaggio al confezionamento, dall’immagazzinamento fino alla spedizione. Tutti questi processi vengono attentamente supervisionati dal management Quercetti, composto dai tre fratelli Stefano (amministratore delegato; nella foto), Alberto e Andrea, che garantiscono la qualità e la cura del prodotto e che continuano con successo l’operato del padre fondatore dell’azienda, Alessandro Quercetti, scomparso lo scorso anno.

Un caso raro dunque quello di Quercetti che continua a sfidare i tempi e a credere nel “made in Italy”. È insomma l’esempio dell’Italia industriale che resiste alle logiche numeriche delle multinazionali con prodotti di alto livello, sia per i contenuti che per i materiali all’avanguardia, con prezzi medio-bassi concorrenziali rispetto a quelli imposti dai colossi del settore.

I giochi Quercetti sono, inoltre, prodotti educativi ed intelligenti, come recita lo stesso claim “Giocare intelligente”, e costituiscono uno strumento di crescita volto a stimolare abilità manuali e intellettive del bambino.

Grande cura e attenzione anche nell’innovativo design delle forme e dei materiali, vero esempio di “made in Italy”. Soprattutto in questi ultimi anni, infatti, i giochi Quercetti sono stati oggetto di profondi studi di design che si sono concretizzati sia nel restyling dei giochi storici, i cosiddetti prodotti “evergreen”, dai mitici chiodini ai magnetici, sia nell’aspetto cartotecnico e in quello grafico per quanto riguarda il packaging dei giochi diventati di maggiore appeal e in linea con le tendenze del giocattolo.  

L’azienda torinese non è una realtà solo italiana, ma è conosciuta e apprezzata anche nel mondo: il 65% del fatturato proviene proprio dalle vendite all’estero, in particolare dagli Stati Uniti, seguiti da Francia, Spagna e Inghilterra e infine dalla Cina, dove la vendita avviene attraverso un distributore locale. Un fatto in controtendenza visto che proprio la Cina è uno dei maggiori esportatori dei propri prodotti specialmente nel settore giocattoli, dove punta spesso con articoli di modesta qualità.

In costante crescita, Quercetti, che conta di chiudere il 2010 con un fatturato superiore ai 9 milioni di euro, ha 65 dipendenti diretti tutti con contratto a tempo indeterminato, il che indica, sottolinea l’azienda, una grande stabilità.