Se da una parte la Business Intelligence è una grossa opportunità, dall’altra le criticità non mancano dato che la mole di informazioni e dati in circolo, favorita dalla cosiddetta rivoluzione mobile, esige che le aziende si dotino di strumenti di analisi sofisticati e capaci di prevedere gli scenari futuri oltre che l’andamento di quelli in corso. Senza dimenticare che la globalizzazione dei mercati esige che si adottino uno stesso modello di lettura dei dati e gli stessi indicatori di performance. Un buon data warehouse e un IT efficace sono senz’altro un buon punto di partenza ma non bastano. Come si stanno muovendo in questo quadro complesso le società che forniscono ricerche di mercato e le aziende che producono sistemi e soluzioni tecnologiche per la BI? Glielo abbiamo chiesto…



Francesca Tozzi

Il consumatore al comando

Pierpaolo Muzzolon, marketing director in Microstrategy.
Grazie al numero di informazioni che viaggiano tutti i giorni sugli smartphone e i tablet, la Business Intelligence ha oggi a disposizione una gran quantità di informazioni da fonti diverse, una ricchezza, ma solo se c’è la capacità di analizzare e interpretare velocemente quei dati. A evidenziarlo è Pierpaolo Muzzolon, marketing director in Microstrategy, leader con grande esperienza nel retail, che usa molto l’approccio dei social media per monitorare lo shopping on-line oltre ai comportamenti d’acquisto tracciabili a partire dai vari dispositivi mobile. È importante che questi dati siano elaborati velocemente e messi a disposizione sia dell’azienda fornitrice sia del distributore cosicché possano fare un ragionamento comune. Oggi è il consumatore però che detiene il controllo: può scegliere infatti non solo quando, dove e in che modo utilizzare le informazioni ma anche come interagire con i media e con le marche. Per le aziende di marca, d’altra parte, ottenere un’immagine precisa del consumatore ideale e riuscire a coinvolgerlo e fidelizzarlo è sempre più difficile. A questa esigenza rispondono player come Nielsen che, grazie all’integrazione dei propri servizi di misurazione relativi a retail, consumer, pubblicità, televisione, internet e mobile, è in grado di fornire un’immagine precisa del consumatore, di quello che guarda e di quello che acquista e, ancora più importante, della relazione fondamentale tra le due azioni. Per poter comprendere le nuove modalità di osservazione e di interazione dei consumatori, le tecniche di misurazione utilizzate sono in continua evoluzione. Oltre ai tradizionali mezzi di comunicazione, i consumatori utilizzano sempre più la Rete e in particolare blog, forum e social network per interagire sia con le aziende che con gli altri shopper, ricercando in questo modo molte delle informazioni utili per procedere all’acquisto.

La mobile revolution

Antonio Besana, direttore commerciale di GfK.
La crescente diffusione di smartphone e tablet consente di connettersi anche in mobilità, favorendo una rapida condivisione di informazioni ed esperienze direttamente dal punto di vendita. “Integrando i dati sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione con quelli relativi agli acquisti possiamo individuare in che modo l’esposizione ai media condiziona l’atto d’acquisto – sottolinea Roberto Pedretti amministratore delegato di Nielsen – È proprio grazie a questa integrazione che Nielsen opera poi un’analisi a valore aggiunto sull’efficacia del marketing, della pubblicità e della programmazione media delle aziende clienti, per fornire loro gli strumenti per raggiungere i consumatori ideali”. La Rete, in particolar modo i blog e i social network, hanno reso più rapido il flusso delle informazioni che ormai girano dappertutto grazie alla tecnologia mobile. Anche per questo già da quattro anni GfK ha incluso la rilevazione delle vendite dei prodotti tecnologici di consumo nei propri Panel. “Per quanto riguarda i cambiamenti generati da una maggiore diffusione di Internet, direi che essi non hanno molto inciso sul nostro modo di lavorare, ma hanno certamente inciso molto sul modo di lavorare dei nostri clienti – spiega Antonio Besana, direttore commerciale di GfK –. Questa dinamica è legata allo sviluppo delle vendite dei prodotti che consentono di collegarsi alla Rete. Sul fronte del prodotto si assiste allo sviluppo esponenziale di prodotti all-in-one; è la “mobile revolution”: il consumatore è ormai perennemente collegato. La progressiva penetrazione di smartphone, netbook, notebook e tablet PC ha reso possibile che con uno stesso apparecchio si possa svolgere una pluralità di attività in movimento: navigare in Internet, orientarsi tramite GPS, leggere, informarsi, accedere a contenuti multimediali, crearli e condividerli con altri. Il consumatore vive on-line di default, ed essere off-line è una scelta. Abbiamo cominciato a prestare maggiore attenzione a quello che chiamiamo “application marketing”. Il prodotto tecnologico connesso alla Rete diviene un mezzo per la vendita di applicazioni, un optional compreso nell’offerta di servizi”.

Un approccio globale

Massimo San Giuseppe, presidente di QlickView Italy.
Oggi sono molte le aziende che lavorano su più mercati, ragion per cui devono essere in grado di affrontarne le dinamiche usando un solo linguaggio. Lo sa bene Symphony Iri che lavora nell’ambito della BI coprendo tre macro bisogni del cliente: fornisce in primis tutte le informazioni necessarie alla realizzazione di report utili a tenere sotto controllo gli andamenti e le performance di mercati, marchi e insegne nelle varie aree geografiche; sviluppa analisi avanzate; fornisce programmi e strumenti con obiettivi specifici per visualizzare, per esempio, il posizionamento competitivo di una marca o segnalare tramite degli alert quali risultati non sono in linea con le aspettative: “Una volta si raggruppavano tutti i dati in tabelle che poi qualcuno andava a leggere e interpretare per identificare le criticità e trarre delle indicazioni operative – spiega Marco Colombo technology solutions director di Symphony Iri – ; oggi il percorso è più automatizzato nella raccolta e sistemazione dei dati, più guidato nella lettura e identificazione delle criticità e degli aspetti rilevanti da monitorare, dal posizionamento di prezzo di un singolo prodotto a scaffale fino alle politiche commerciali delle multinazionali che devono tenere sotto controllo l’andamento dei propri marchi in diversi mercati. Un’azienda globale deve poter usare per i diversi Paesi in cui opera uno stesso modello di lettura dei dati e gli stessi indicatori di performance: per questo ci vuole una piattaforma tecnologica capace di integrare le informazioni in modo automatico e omogeneo. Una volta all’head quarter arrivavano dei report sintetici dai diversi Paesi e dovevano essere aggregati, letti e analizzati. Oggi Symphony Iri usa questa piattaforma per prendere i dati da fonti diverse e crea un quadro centralizzato e omogeneo che consente, per esempio, di leggere le performance di una marca multinazionale. Non si lavora più mercato per mercato ma all’interno di una visione continentale: questo sistema riduce del 70% il tempo necessario ad avere i dati a disposizione”. L’offerta di Qlick View è specifica e distintiva per quanto riguarda la Mobile Intelligence grazie a un sistema chiamato “Zero-Wait Analysis” che consente di avere una visione dinamica e sempre aggiornata, per esempio, di ciò che accade sul punto di vendita: “L’approccio della BI è superato – evidenzia Massimo San Giuseppe, presidente di QlikView Italy –. Noi offriamo piuttosto la capacità di fare Business Discovery ovvero di scoprire e analizzare in autonomia e mobilità gli aspetti specifici di un qualsiasi problema. Questo perché non ci limitiamo a far transitare analisi e dati aggregati, ma diamo ai nostri clienti l’accesso a un portale di analisi delle informazioni e a una tecnologia che consente di fare “interactive analysis” e scorrere i report sui dispositivi mobile come se si trovassero nei loro uffici. Agli inizi di questa tecnologia, sul mobile arrivavano delle sintesi perché le capacità di elaborazione erano limitate, ma oggi grazie a sistemi come il nostro qualsiasi manager può allargare il campo di analisi senza bisogno di fare riferimento all’IT. Nel caso, per esempio, un direttore commerciale riscontrasse un’anomalia nelle vendite rispetto a come aveva pianificato la campagna, avrebbe bisogno di un report ad hoc per capire la nuova situazione non prevista ma questo richiede tempo, mentre con il nostro sistema lui può, con le informazioni disponibili al dettaglio, costruirsi in autonomia un’analisi che entri nel fenomeno senza bisogno di appoggiarsi a un nuovo report”.

La Business Analytics

Massimo Casiraghi, responsabile process and information management di Accenture.
Quindi si parte da sistemi transazionali capaci di mettere a disposizione del management dati integrati e omogenei. Ma come sfruttarli per operazioni mirate ed efficaci? “Servono degli strumenti di analisi raffinati per prendere veloci decisioni relative sia alle dinamiche future, per esempio come e dove indirizzare gli investimenti di marketing in base a come cambiano i mercati, sia per l’ottimizzazione di quelle in corso, per esempio le politiche di pricing e le promozioni – sottolinea Massimo Casiraghi, responsabile process and information management di Accenture –. La nostra divisione Business Analytics nasce proprio per costruire soluzioni che possano essere usate per migliorare questi processi aziendali e fare predizioni sui futuri cambi di scenario. In realtà preferisco parlare di Business Analytics perché la BI è un approccio un po’ superato in uno scenario in evoluzione dove il consumatore interagisce con le aziende attraverso i dispositivi mobile e i social network creando un’esplosione di dati che rimane inutile rumore di fondo se non viene sintetizzata e analizzata nel modo giusto. Nello stesso tempo le aziende del largo consumo non hanno un contatto diretto con il consumatore finale da cui la necessità di integrare i dati interni con le informazioni di mercato fornite da società specializzate. Se a questo si aggiunge la necessità delle multinazionali di dotarsi di template di processi standardizzati per definire KPI validi nei diversi Paesi si capisce la complessità del tutto e la necessità di utilizzare analitiche sofisticate che supportino l’azienda nel prendere le decisioni. Interessante anche la cosiddetta Mobile BI che permette di condividere le informazioni con agenti, partner commerciali e clienti ma in questo caso le logiche di interazione cambiano ed è necessario integrare le suite tecnologiche con strumenti adatti ai vari dispositivi mobile”.
Un’altra società che ha sempre avuto un approccio globale è Gfk, da oltre 20 anni presente in modo capillare in Europa, Asia, Pacifico, e nel corso dell’ultimo decennio anche in nuove aree quali gli Stati Uniti, l’America Latina, il Medio Oriente, l’Africa. “Siamo da sempre un’azienda con una vocazione globale – sottolinea Antonio Besana, direttore commerciale di GfK – Le banche dati prodotte da GfK hanno sempre avuto come caratteristica fondamentale la totale comparabilità, garantita dalla stessa struttura, dalle stesse definizioni e segmentazioni ovunque siamo presenti. Disponiamo di una piattaforma di produzione, GfK Star*Track, sicuramente la più avanzata presente sul mercato, nata e sviluppata per i mercati globali. Il processo di data delivery delle informazioni alle aziende clienti avviene attraverso la stessa piattaforma, con accesso on-line, attraverso GSE (GfK Star*Track Explorer), uno strumento che mette in grado il cliente di accedere alle informazioni 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, mantenendo l’outsourcing delle banche dati. GfK opererà nei prossimi anni sempre più come un’unica entità, capace di offrire tutta la gamma dei propri servizi (panel retail, panel consumatori, ricerche sulla audience, ricerche ad hoc) a tutti i propri clienti in tutti i Paesi ove essi operano.

Analisi e sintesi

Antonio Gambara, product development director in XTEL.
La differenza che può fare la Business Analytics è quella che c’è tra il “sapere” e il non “sapere”. Quali sono i migliori clienti cui indirizzare una specifica campagna, qual è l’assortimento ottimale nei punti di vendita, come fare previsione della domanda più accurata, attuare la migliore strategia di pricing o promozione, conoscere quale propensione al successo avrà l’apertura di un punto di vendita, come ridurre i costi senza compromettere il servizio? “L’aspetto della BA che può essere più determinante è la correlazione delle informazioni in differenti ambiti e l’uso più esteso degli Analytics – spiega Angelo Tenconi, analytics and technology development director di SAS – Difatti oggi la tecnologia abilita a sempre più fonti e informazioni interne all’azienda, come dati provenienti dalle carte fedeltà e scontrini, dati su transazioni con i fornitori, ma anche informazioni esistenti al di fuori delle aziende, come i dati dei social network. Quindi l’uso di modelli predittivi e di ottimizzazione permette di sfruttare a pieno il potenziale informativo senza perdersi nel mare di dati a disposizione. In questo senso, è interessante notare come più il mondo e la cultura diventano “globali” nei modi e nei processi, più tecnologicamente si è in grado di inserire “intelligenza” nei processi per migliorare le decisioni a impatto non solo locale, ma addirittura puntuale, per azioni sul singolo punto di vendita o su quello specifico cliente”. La BI, basata sulla capacità di avere un data warehouse ricco di informazioni e navigabile, ha un approccio analitico rivolto al passato mentre per fare delle previsioni è necessario un diverso approccio legato alla misurazione delle performance, ma anche all’analisi degli indicatori da cui dipendono. Il punto di partenza è quindi un’analisi basata su indicatori di performance cui sia possibile raffrontare ogni dato per capire quanto si è in linea con gli obiettivi prefissati. XTEL propone alle imprese del largo consumo un sistema avanzato di analisi delle informazioni, SM1, dotato di una suite di moduli operativi capaci di risalire all’origine di un certo risultato. “Abbiamo mappato una moltitudine di KPI's (Key Performance Indicators) che sono di fondamentale importanza per impostare strategie e tattiche commerciali vincenti – spiega Antonio Gambara product development director in XTEL – e con questi abbiamo costruito delle librerie ad hoc per i canali, per esempio per la grande distribuzione ci sono quelli che monitorano le promozioni, la contrattualistica e i prodotti a scaffale e tanti altri quanti gli aspetti da tenere d’occhio. Con questi indicatori abbiamo costruito dei pannelli di controllo variabili a seconda della tipologia dell’utente, pannelli che non solo sono in grado di dire, per esempio a un direttore commerciale, se il fatturato è in aera verde o rossa, ovvero se è in linea con gli obiettivi di budget, ma che rendono anche visibili i dati dei clienti con cui lavora. La visione globale è fornita dai dati aggregati ma può darsi che dietro a una performance buona ci sia un’anomalia dovuta al fatto che dei tre clienti uno fattura sopra e l’altro sotto il target o, altro esempio, dei tre brand da cui dovrebbe ricavare un certo risultato di vendita, solo uno si prende le quote degli altri tre per cui c’è un problema di assortimento e il fatturato è mal distribuito. Volendo indagare questa anomalia, il sistema entra in un dettaglio superiore grazie a report analitici capaci di andare oltre e sotto il pannello di processo. Se per esempio il ROI di una promozione non è in linea con l’obiettivo, il sistema prende degli algoritmi statistici da situazioni simili del passato e le proietta nel futuro, proponendo diverse combinazioni di dinamiche promozionali, calcolando quale potrebbe essere l’incremento delle vendite e offrendo infine delle alternative. La sinergia fra lettura delle performance e singoli tool operativi è poco usata ma consente di pianificare operazioni commerciali vincenti”.

Dati sempre a disposizione

Stefano Carlin, direttore del business TNS Italia.
Le fonti delle informazioni sono tante e con l’aumento della richiesta da parte delle aziende cresce anche l’esigenza di saperle correttamente interpretare e collegare alle varie indagini comparate “Spesso le informazioni si accumulano nei database perché in Italia manca una vera e propria funzione dell’intelligence del dato – sottolinea Stefano Carlin direttore del business TNS Italia –, quindi si tende a chiedere l’aiuto di un consulente esterno come possiamo essere noi. A questo punto il nostro valore aggiunto potrebbe essere quello di integrare le informazioni che l’azienda già possiede con le nostre, cogliendone gli aspetti prioritari. Non solo raccogliere i dati e metterli a disposizione ma fare intelligence sui dati già disponibili. Per esempio, può capitare che un’azienda ci chieda di fare un’indagine su un certo brand ma poi salta fuori che ne erano già state fatte tre e che nessuno le aveva prese in considerazione perché il nuovo brand manager non ne conosceva l’esistenza. Un altro aspetto importante è la piattaforma per la delivery on-line delle informazioni contenute nelle ricerche: un sistema che metta a disposizione i dati in modo semplice, sintetico e rapido anche perché i clienti spesso si trovano in diversi Paesi e non è sempre facile organizzare una presentazione. Grazie ai nostri servizi Iclick TNS Info, il cliente può accedere in qualsiasi momento ai risultati dell’indagine richiesta analizzandone le voci nel dettaglio e scegliendo i parametri di visualizzazione in base a ciò che gli interessa. Il database è tutto presente on-line, ma il vantaggio della piattaforma è che con un semplice click ci si può focalizzare sul dettaglio isolando il resto in maniera automatica: per questo ci è sempre più richiesta dalle aziende”.
Microstrategy offre una piattaforma integrata di BI, il Retail Vendor Portal, un portale web che mette in comunicazione diretta retailer e vendor: “Si tratta di un insieme di prodotti e servizi personalizzati sul singolo retailer e capaci di dare all’azienda fornitrice risposte a una serie di domande relative all’andamento dei prodotti e delle promozioni – sottolinea Pierpaolo Muzzolon marketing director in Microstrategy – Lo scopo è migliorare la disponibilità dei prodotti sugli scaffali. Un recente studio ha dimostrato, infatti, che il 33% dei consumatori che non trova un certo prodotto, lo va a cercare in un altro negozio; se succede una seconda volta questa possibilità aumenta del 50% e del 70% la terza volta. La mancanza di un prodotto, soprattutto se offerto in promozione, rischia di gettarli tra le braccia dell’insegna concorrente”. Ragion per cui i dati raccolti dal retailer e condivisi con il solo fornitore vanno analizzati in tempo reale e in modo dettagliato – non solo quanti pezzi di quello specifico prodotto sono stati venduti ma anche in quale negozio e quanti ce ne sono a stock – attraverso i software Microstrategy per evitare rotture di stock, sprechi e costosi accumuli nei magazzini. “Il portale che raccoglie i dati unito al lavoro di analisi svolto attraverso il software consente di realizzare dei report – continua Muzzolon – report che potranno a loro volta essere trasmessi a retailer e vendor attraverso i dispositivi mobile perché possano lavorarci sopra in qualunque luogo si trovino”.

Il prevalere della tecnologia

Angelo Tenconi, analytics and technology development director SAS.
Attualmente il mercato richiede di poter effettuare analisi sui dati tramite dispositivi mobili come tablet e smartphone e di garantire in modo strutturato la qualità dei dati sottostanti, per evitare di prendere decisioni su dati incorretti o incompleti. “Più in generale, gli sviluppi nel campo della Business Analytics cercano di rendere sempre più accessibile l’uso degli strumenti di reporting e analitici, di gestire in modo industriale il ciclo di vita dei modelli e di favorire l’integrazione di queste tecnologie e dei loro risultati con i sistemi operazionali – evidenzia Angelo Tenconi, analytics and technology development director di SAS – Per consentire tutto questo, sempre sotto un profilo puramente tecnologico, molta enfasi viene data al concetto di “High Performance Computing”, ovvero garantire sempre più ai sistemi di BI una affidabilità e scalabilità da sistema operazionale, ridurre i tempi per calcoli di modelli complessi su grosse moli di dati. SAS ha nel suo framework uno strato applicativo che può distribuire il carico delle proprie soluzioni in architetture GRID, eseguire alcuni modelli analitici complessi direttamente nei database ove risiedono i dati (In-Database) e ha rilasciato le prime soluzioni con la In-memory analytics su configurazioni GRID, per risolvere problematiche di business sempre più complesse e articolate”. SAS offre un unico framework tecnologico che copre l’intero ciclo di realizzazione della conoscenza: dall’accesso a tutti i sistemi alimentanti all’elaborazione delle informazioni anche in modalità OLAP, alla gestione dei modelli analitici come quelli predittivi o di ottimizzazione fino alla distribuzione delle informazioni agli utenti. Grazie alla conoscenza acquisita in oltre 30 anni, SAS coniuga tecnologia di ultima generazione all’expertise in vari settori merceologici. In particolare in ambito retail ha sviluppato soluzioni di BA che vanno dall’allocazione (prodotti giusti al posto giusto nelle giuste quantità), alla pianificazione e ottimizzazione dell’assortimento (con tecniche di Intelligent clustering dei punti di vendita che comprendono la conoscenza del cliente, forecast della domanda, pricing, ecc.), dal customer insight (conoscenza approfondita dei propri clienti attraverso i loro comportamenti di acquisto, le loro preferenze espresse nei social media) all’ottimizzazione dei prezzi, degli spazi, merchandise planning e loss prevention.

Basta col dipendere dalla IT

Giovanni Gambaro, business development BI, Sap Italia.
“Il mercato cambia velocemente e la BI deve mettere i manager nelle condizioni di decidere un attimo prima dei competitor per cui le informazioni devono arrivare velocemente sulla loro scrivania – sottolinea Giovanni Gambaro, business development BI, SAP Italia –; mentre arrivano i report il mercato cambia ancora nei trend di consumo e magari l’andamento di una linea di prodotto è variato in fieri dalla comparsa di un nuovo player o da una nuova promozione per cui serve subito una diversa analisi per cambiare in tempo le operazioni di business. Bene, tutto questo non è gestibile finché l’IT si troverà oberato dalle richieste provenienti dai vari reparti dell’azienda e dovrà compiere operazione specifiche che richiedono tempo. Come se ne esce? Mettendo i manager nelle condizioni di gestirsi da soli le informazioni in tempo reale, di avere sotto mano una situazione sempre aggiornata e di agire tempestivamente. Perché un product manager o un amministratore possano farsi da soli un report, analizzarlo e aggiornarlo incrociando tutti i numeri e gli indicatori messi a loro disposizione dall’IT (vendite, fatturato, prezzi ecc.) ci vogliono però strumenti operativi gestibili da non tecnici”. SAP mette a disposizione una piattaforma per la BI capace di gestire in modo rapido, semplice ed efficace tutti i dati aziendali e quindi anche i processi di business. “Rispetto all’archiviazione dei dati sui database, il sistema che noi offriamo, basato sulla tecnologia In-memory, permette di caricarli e soprattutto di far girare molto più velocemente analisi complesse – continua Gambaro –, un approccio non nuovo ma che noi abbiamo trasformato in uno standard aziendale. I software aggregano ed elaborano i dati consentono ragionamenti sofisticati in poche ore quando prima ci volevano giorni e questo facilita molte operazioni, da quelle quotidiane come il monitoraggio del venduto rispetto ai vari prodotti e l’adeguamento delle politiche di prezzo fino ai report di chiusura. È tutto un altro modo di stare sul mercato”.

La Retail Intelligence

Marco Guadagnini, business development manager retail ADT Italy.
Tra gli aspetti da valutare per sviluppare un business efficace c’è senz’altro il comportamento del cliente sul punto di vendita: un approccio che si potrebbe definire di Retail Intelligence e che necessita di strumenti e soluzioni capaci di misurare in maniera discreta e continua i modelli di traffico, l'impegno di acquisto, i dati demografici e le prestazioni del negozio a 360 gradi. Per questa ragione ADT, storico marchio del gruppo Tyco operante nei diversi ambiti sia della safety che della security, ha integrato alla propria offerta nel mercato Retail un pacchetto di applicazioni dedicate al Marketing.
La suite di soluzioni Sensormatic con il marchio Vizualize, comprende una serie di funzionalità di BI in grado di offrire ai manager report veloci, sintetici e leggibili. “Si tratta di una piattaforma aperta a tutti i dati che possono arrivare dal cliente – spiega Marco Guadagnini, business development manager retail in ADT Italy – attraverso plug-in collegati alla piattaforma base, non solo telecamere, ma anche sensori più intelligenti come per esempio radar che riconoscono la presenza di una persona davanti a uno scaffale, il sistema Vizualize è in grado di monitorare quanti sono i clienti, dove vanno, quanto si fermano e cosa guardano, restituendo una fotografia realistica dell’ambiente. Le piattaforme video per la raccolta dei dati sono le più diffuse, ma c’è da dire che in questo caso la telecamera non registra un video ma traduce immediatamente l’informazione in numeri. I dati di presenza, permanenza e movimento vengono integrati con i dati di vendita strutturati per creare un grafico capace di descrivere le zone calde e quelle fredde di un negozio. Sui tavoli dei manager puntuali report in PDF riporteranno le perfomance di prodotto e di comportamento del cliente insieme a grafici selezionati a priori nel formato più idoneo e per consentir loro di prendere velocemente le decisioni. In certi casi la tempistica e il dettaglio fanno la differenza. Pensiamo all’andamento di una promozione riguardante per esempio una nuova linea di occhiali o di Smartphone: Vizualize è in grado di andare oltre al riscontro immediato della promo, indicando anche quante persone sono andate a vedere un certo prodotto, per quanto tempo l’hanno osservato e se l’hanno toccato con mano”.
Checkpoint Systems ha una conoscenza approfondita nell’ambito della tecnologia RFID e della gestione dei dati: un know how che può essere utilmente applicato anche nella raccolta delle informazioni sul punto di vendita: “La nostra tecnologia, basata sulla radiofrequenza in abbinamento ad un’antenna Virama Radar che isola i codici e legge i tag con precisione, non solo funziona in chiave antitaccheggio ma consente, attraverso l’identificazione dei prodotti, una costante visibilità della merce e una gestione in tempo reale dello scaffale – spiega Pierpaolo Lambrini direttore vendite di Checkpoint Systems – stiamo cercando di integrare i nostri sistemi con un avanzato contapersone per capire meglio cosa accade nel punto di vendita, come si muove il flusso della clientela, quali sono i momenti caldi e i punti caldi del negozio e le promozioni più efficaci. Tracciando sia i prodotti sia il flusso della clientela in tempo reale, mettiamo insieme una serie di dati che serviranno al retailer per ottimizzare tutte le attività, dalle vendite alle promozioni alla gestione della comunicazione sul punto di vendita, evitandogli rotture di stock e inutili perdite”.