Si è conclusa la 15a edizione del salone internazionale dell’alimentazione, svoltasi nel capoluogo emiliano dal 10 al 13 maggio. Record di visitatori (60mila quelli professionali, tra i quali 7.000 operatori esteri e oltre un migliaio di buyer specializzati nel food), ma anche di espositori, con 2.500 aziende diposte su 70mila metri quadri. Anche quest’anno Cibus ha confermato il suo ruolo offrendo all’industria agroalimentare italiana una vetrina sui mercati esteri e un momento di confronto con i compratori italiani e stranieri. Internazionalizzazione è proprio la parola d’ordine dell’edizione 2010 che, oltre a favorire la presenza di buyer stranieri, presenta un’area espositiva dedicata alla gdo estera che si è distinta nella valorizzazione del made in Italy agroalimentare, cui si unisce la consegna del primo Premio Cibus International Export Awards destinato alle aziende particolarmente attive nell’export del prodotto italiano. Cibus si conferma quindi un appuntamento centrale per la promozione dell’agroalimentare made in Italy e un’importante vetrina per le novità di prodotto delle aziende, che per uscire da un anno difficile dimostrano di puntare molto proprio sull’innovazione, di prodotto o di packaging, oltre che sull’affermazione della qualità come valore imprescindibile per conquistare e fidelizzare i consumatori.

Eccellenza italiana sulle tavole estere

Il Lambrusco di Sorbara Doc di Donelli Vini.
Uno dei settori che rappresenta al meglio l’italianità nel mondo è quello del vino, che dimostra di reggere l’onda d’urto della crisi con esportazioni che si sono mantenute su livelli positivi. I primi mesi del 2010 hanno visto un incremento del 6% del valore dell’export verso gli Stati Uniti grazie anche del tasso di cambio favorevole rispetto al dollaro. Come ha sottolineato la Coldiretti, la Penisola che è leader nel 2010 per il valore delle esportazioni di vino negli Stati Uniti e segue l’Australia per quanto riguarda le quantità, mentre le produzioni francesi fanno registrare un crollo del 33,5% a valore. “La valorizzazione del made in Italy è fondamentale - afferma Alberto Giacobazzi, amministratore delegato di Donelli Vini - e per quanto riguarda il mondo del vino, l’Italia vanta una tradizione di eccellenza, con un’immagine che è sinonimo di qualità e buon gusto. Per non disperdere questo patrimonio ci presentiamo ai consumatori stranieri con etichette a denominazione di origine controllata o a indicazione geografica tipica, che rappresentano il top della gamma”. Per Donelli Vini - una delle aziende che hanno contribuito a fare del Lambrusco il vino italiano più venduto all’estero - l’export rappresenta il 65-70% del fatturato, operando in oltre 40 Paesi tra cui i principali mercati sono: Stati Uniti, Canada, Brasile, Cina, Giappone, Germania, Spagna e Regno Unito.

Innovazione e servizio: le chiavi del successo

Le salse a base di aceto balsamico di Modena Igp di Monari Federzoni.
Tradizionalmente Cibus è esibizione di novità di prodotto, luogo dove si decidono le tendenze dei mercati del food italiano. Le innovazioni presentate quest’anno delle aziende sono numerose, a conferma che proprio in un momento di crisi diventa fondamentale investire in ricerca e sviluppo per riuscire a crescere o comunque a mantenere le proprie quote. Il consumatore, nonostante la diminuzione del potere d’acquisto, dimostra di premiare i prodotti innovativi che presentano un reale valore aggiunto in termini di ricettazione o servizio. “È nostro compito sviluppare ed evolvere il concetto di aceto balsamico di Modena per far fronte alle esigenze del consumatore moderno - sostiene Sabrina Federzoni, ad di Monari Federzoni - e abbiamo appena lanciato sul mercato una linea di salse all’aceto balsamico di Modena Igp gusto cipolla, peperone oppure pomodori secchi, oltre ad ampliare la linea di creme aggiungendo la crema di aceto di mele”. Anche per il vino, un mercato molto affollato di competitor e con un numero crescente di referenze disponibili a scaffale, l’innovazione risulta la chiave per consolidare e accrescere la propria quota di mercato. “Donelli Vini è impegnata nella valorizzazione del Lambrusco e l’ultima novità - afferma l’amministratore delegato Alberto Giacobazzi - è rappresentata dalla linea Scaglietti composta da sei etichette nella bottiglia creata in esclusiva dal designer modenese Sergio Scaglietti. Ma Donelli guarda con interesse anche alla nuova Doc Modena e, in un’ottica di diversificazione del business, ai succhi d’uva frizzanti: un prodotto 100% naturale e alcool-free, al momento disponibile nei gusti arancia rossa, frutti di bosco, mela, pesca, uva bianca e uva rossa”.

Solo alti livelli qualitativi per uscire dalla crisi

La fase dell'invasettamento del tonno nello stabilimento di Callipo.
È opinione diffusa tra i player dell’industria alimentare che, proprio in tempi di contrazione economica, mantenere un alto livello qualitativo sia una delle principali strade da seguire per veder premiati i propri sforzi. “I consumatori, pur prestando maggiore attenzione alla spesa alimentare - afferma Angela Neglia, direttore commerciale di Callipo -, mostrano ancora di preferire la qualità, per cui riteniamo che nel medio-lungo periodo l’innovazione, di pack e di servizio, unita alla ricerca di nuovi accostamenti, possano contribuire a mantenere alta l’attenzione del trade e quindi consentire a un sempre maggior numero di consumatori di avvicinarsi a prodotti di qualità”. Per garantire un elevato standard qualitativo l’azienda non utilizza materia prima precotta e lavorata all’estero, ma sceglie, e lo evidenzia sulla confezione, tonno esclusivamente a pinne gialle. Inoltre ogni processo di selezione e pulitura è rigoroso e la stagionatura, determinante per la qualità del prodotto finito, viene prolungata per diversi mesi prima della distribuzione.