di Claudia Scorza

In occasione della 76esima assemblea di Assodistil sono stati presentati i dati relativi all’andamento del mercato dei distillati, che si trova a fare i conti con la crescente inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime ed energetiche.

Secondo i dati di Format Research, la metà delle imprese del settore lamenta un incremento dei prezzi e servizi di energia elettrica e gas superiore al 40%, accanto all’aumento dei costi delle materie prime per cui un’impresa su quattro ha registrato rincari superiori al 20%. Per fronteggiare l’effetto dei rincari, l’86% delle imprese dei distillati ha rivisto o prevede di rivedere al rialzo i prezzi praticati, mentre l’80% ha valutato o sta valutando nuovi fornitori.

In questo scenario molto complesso l’istituto di ricerca Nomisma ha evidenziato come il mercato della grappa mostri luci e ombre, per effetto di trend differenti fra i diversi canali di consumo.

Con riferimento alla distribuzione moderna nazionale, nei primi sei mesi dell’anno si assiste a una riduzione delle vendite di grappa del 7% in valore rispetto al primo semestre del 2021 (fonte: NielsenIQ). La contrazione colpisce anche il canale dell’e-commerce, con una diminuzione dei valori venduti del 15%. In entrambi i casi, si tratta di dinamiche che sono trasversali all’intero comparto beverage: nel medesimo periodo diminuiscono, infatti, anche le vendite in Gdo di vino (-6%) e spirits (-3%).

La riduzione degli acquisti di grappa nel canale retail (fisico ed online), oltre a essere influenzata all’attuale congiuntura, è da ricondurre in primis alla forte ripresa dei consumi nell’Horeca, canale strategico per il settore e da dove prima della pandemia passavano più della metà dei consumi di spirits del nostro Paese. A conferma di ciò, nei primi sei mesi del 2022 le vendite nel canale cash&carry hanno registrato una crescita del 31% rispetto al 2021.

Segnali positivi arrivano, invece, dall’export. Continua la corsa della grappa sui mercati esteri: nel primo semestre del 2022, le esportazioni hanno fatto registrare 28 milioni di euro, rispetto ai 24 milioni dei primi sei mesi del 2021, che si traduce in +17% in valore e +9% in volume. Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa, vi è la Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore.

«I dati sull’export sono incoraggianti e la testimonianza di un lavoro capace di privilegiare l’eccellenza italiana che sta dando i suoi risultati», spiega Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti Assodistil. «Il filo diretto che ci lega ai lavori che sta portando avanti la Commissione europea per riformare il testo unico delle indicazioni geografiche va proprio in questa direzione: rendere la filiera delle nostre aziende sempre più competitiva».