La prima Conferenza dell’industria dell’acqua minerale che Mineracqua organizza il 9 e 10 marzo a Napoli, nella splendida cornice offerta dal Grand Hotel Vesuvio (“cinque stelle lusso sul lungomare della città, di fronte al Castel dell’Ovo”, precisa il sito internet dell’associazione aderente a Confindustria), indicherà come orizzonte di sviluppo il mercato estero. L’Italia è uno dei principali produttori di acqua minerale al mondo e registra un consumo pro capite tra i piú elevati del pianeta, vicini ai 200 litri pro-capite, questo è vero, ma il 2010 non è stato un anno felice.

Dopo aver raggiunto il picco delle vendite a volume nel 2008 con 11,5 miliardi di litri, già il 2009 aveva segnato una battuta d’arresto accentuatasi nel 2010 con un regresso del 3%. Da qui l’opinione diffusa tra i maggiori player del settore che il mercato nazionale sia pressoché saturo, con una congiuntura che ha agito da acceleratore al ridimensionamento dei consumi. Gli analisti sostengono infatti che a contare siano stati anche la stagionalità negativa del 2010 con pioggia e freddo, la marcata riduzione della spesa in bar e ristoranti e la crisi dei consumi familiari che ha favorito tra l’altro le etichette di primo prezzo con le quali è più difficile per gli imbottigliatori realizzare profitti.

“La pressione continua della situazione economica, le campagne per favorire il consumo di acqua del rubinetto, le lobbies ambientali e la concorrenza nel settore HoReCa, delle vendite nella Gdo e dettaglio, il mercato internazionale, rappresentano una sfida considerevole alla realizzazione di un futuro sostenibile”, aggiunge Mineracqua che nel 2010 s’è trovata anche a fronteggiare l’offensiva lanciata contro le industrie che rappresenta dalla Coop con i suoi spot pubblicitari a favore del consumo dell’acqua di casa e dell’utilizzo di “caraffe filtranti”.

Uno stile comunicativo che non è piaciuto agli industriali del settore che hanno risposto con una campagna di segno opposto evitando di entrare in conflitto diretto con Coop che resta uno dei maggiori distributori di acqua minerale. Fa anzi presumere che si stia cercando di ricucire il rapporto la presenza tra i relatori alla prima giornata della Conferenza di Vincenzo Tassinari, presidente di Coop, accanto ai grandi nomi dell’industria nazionale, come Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato di Sanpellegrino, Carlo Pontecorvo, omologo di Ferrarelle, Roberto Rizzo, altrettanto di Sangemini-Fiuggi ed Enrico Zoppas, presidente di San Benedetto.

E nonostante i puristi continuino a sottolineare l’esigenza di mantenere integra l’identità dell’acqua minerale italiana è vero che alla stessa Mineracqua aderiscono aziende con strategie divaricanti che puntano pure sul confezionamento di acque di sorgente (meno impegnative sul fronte della regolamentazione) e con marche commerciali. I produttori italiani più importanti attualmente sono Sanpellegrino (20,2% la sua quota di mercato; fonte Beverfood), San Benedetto (16,9%), Rocchetta-Uliveto (7,7%), Vinadio (7,4%), Ferrarelle (7,2%), Norda (7%), Spumador (4%), Vulture-Coca Cola (3,2%).

A.M.