Anche nel 2010 i prodotti della salumeria made in Italy mettono a segno una performance brillante sulle tavole estere: oltre 27.000 tonnellate (+14,8%) per un giro d’affari di 210 milioni di euro (+13,0%).

Secondo i dati forniti da Assica, nei primi tre mesi dell’anno il prosciutto crudo ha raggiunto quota 11.240 tonnellate (+9,7%) per un valore di 105,6 milioni di euro (+12,5%). Bene anche il cotto, che raggiunge le 2.390 tonnellate (+6,3%) per un valore 15,9 milioni di euro (+7,3%), e la mortadella e i wurstel che superano le 6.200 tonnellate (+19,4%) e i 21,3 milioni (+14,1%).

Performance positiva anche per i salami grazie alla ripresa dei consumi comunitari, in particolare tedeschi, che ha permesso alla categoria di raggiungere il traguardo di 5.060 tonnellate (+19,6%) per un corrispettivo di oltre 45,3 milioni euro (+13,9%). Grande balzo in avanti per la pancetta che con un +41,1% passa da 647 tonnellate del 2009 a 914, soprattutto grazie alla domanda dell’Austria salita da 35 a 195 tonnellate. Soffre un po’ la bresaola che scende a 539 tonnellate (-1,8%) per un valore di 9,6 milioni di euro (+5%).

Tra i mercati di destinazione delle eccellenze della salumeria nazionale, l’Associazione degli industriali delle carni segnala una crescita di circa il 12% sia a volume che a valore per i Paesi comunitari, tra cui spiccano Germania (+17,3% in quantità), Francia (+11,5%) e Regno Unito (+23,4%). Al primo posto tra i Paesi destinatari si conferma la Svizzera con 1.120 tonnellate (+5,9%) e 15 milioni di euro (+6,9%), seguita dalla Croazia. Bene anche i Paesi extra Ue che dimostrano di aver superato la fase di stallo con una crescita del 25,7% a volume e del 17,5% a valore. In particolare hanno ripreso vigore le esportazioni verso gli Stati Uniti che riportano un +37,2% in quantità e +26,3% in valore. Molto positivi anche gli invii verso Giappone e Hong Kong, con un incremento, rispettivamente, del 15,9 31,3 per cento a volume.