Federdistribuzione, l’organismo di coordinamento e di rappresentanza della maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare, chiede con forza che le dichiarazioni del governo in merito alla politica di liberalizzazioni si traducano velocemente in fatti concreti. Un eccessivo rallentamento al processo di deregulation annunciato dal governo, rischia di frenare la modernizzazione e la crescita del Paese, traducendosi in un grave danno al sistema economico italiano e andando a impattare in maniera diretta e negativa sui cittadini consumatori. Occorre andare oltre una sterile politica di tutela di interessi corporativi per mettere al centro gli interessi dei cittadini, generando le condizioni per avere mercati con piena libertà di concorrenza: solo così si garantisce lo sviluppo economico e quindi un riequilibrio sociale del Paese.

Nello specifico, il settore dei carburanti evidenzia uno scenario di prezzi elevati e un mercato chiuso all’ingresso di nuovi operatori, dominato da imprese che sfuggono al confronto del mercato e usano gli anelli più deboli, i consumatori, per scaricare tensioni e problematiche. Secondo Federdistribuzione, un processo di liberalizzazione che porti il settore ad aprirsi a nuovi operatori, e tra questi quelli delle insegne della Grande Distribuzione Organizzata, rappresenterebbe l’unico modo per l’abbassamento dei prezzi delle benzine e romperebbe una condizione in cui i consumatori subiscono e pagano il prezzo di una situazione che reca vantaggio a pochi privilegiati. Tale evoluzione permetterebbe di ritrovare efficienza e di promuovere quell’ammodernamento che produrrebbe significativi benefici anche per i consumatori finali.

Il percorso di liberalizzazioni auspicato da Federdistribuzione non si può fermare al settore dei carburanti ma deve continuare con i farmaci da banco, dove la liberalizzazione è rimasta a metà, avendo avuto come effetto solo l’inserimento di questi farmaci in poche centinaia di punti vendita: un intervento che avesse tolto il costo del farmacista per vendere i farmaci senza obbligo di prescrizione medica che vanno in pubblicità avrebbe consentito di mettere a disposizione delle famiglie migliaia di punti vendita con questi farmaci, migliorando il servizio e facendo ulteriormente abbassare i prezzi.

Anche il settore della vendita dei giornali deve essere affrontato. Al momento, al di fuori del canale delle edicole, molte istituzioni locali consentono la vendita di quotidiani o di periodici in alternativa gli uni agli altri. E’ necessario intervenire per eliminare ogni interpretazione restrittiva, permettendo la vendita di ogni tipo di pubblicazione e consentendo così al consumatore di avere la migliore opportunità d’acquisto possibile.

La scelta strategica delle liberalizzazioni deve poi andare oltre il mondo del commercio: si deve parlare di energia, banche, assicurazioni e tutti quei settori dove la mancanza di vera concorrenza genera un costo elevatissimo per l’intera comunità economica, ma che finisce poi per ricadere sempre sulle spalle dei cittadini. Un costo che non è stato mai calcolato nella sua dimensione, ma che certamente contribuisce a frenare l’evoluzione dei consumi e quindi dell’intero sistema economico nazionale. In questi settori solo processi di liberalizzazione gestiti con grande attenzione sociale rappresentano il percorso virtuoso di sviluppo di un Paese che vuole cambiare il proprio passo di crescita, abbandonando vecchie posizioni di retroguardia.