Un giro d’affari in leggera crescita (+1%) che raggiunge 7,578 miliardi di euro e una produzione pari a 1,169 milioni di tonnellate. Sono questi i dati relativi al 2008 rilasciati nel corso dell’assemblea annuale di Assica, l’Associazione industriali delle carni.

Una situazione positiva, merito anche della qualità riconosciuta da consumatori italiani e stranieri ai prodotti del nostro Paese. “La specificità della nostra salumeria è uno degli elementi che ci lega strettamente all’immagine del made in Italy alimentare - ha affermato Francesco Pizzagalli, presidente di Assica -. Made in Italy che si identifica nel “saper fare” dei nostri produttori, ovvero nella “ricetta”, nelle tecnologie e nella cultura della qualità che caratterizza da sempre la nostra industria, compresa la scelta della materia prima, a prescindere dalla sua origine”.

I consumi interni confermano la supremazia di prosciutto crudo e prosciutto cotto, che insieme rappresentano il 47,7% a volume e il 50,8% a valore. Entrambi hanno però registrato una contrazione, mentre cresce la mortadella, che raggiunge un giro d’affari di 663 milioni di euro. Perde qualche punto il salame e si ferma a una quota dell’8,5% mentre la bresaola, dopo un periodo di ottimi risultati, registra un anno decisamente negativo con una flessione delle quantità prodotte del 7,2%.

Per quanto riguarda invece le esportazioni, nel 2008 sono state inviate all’estero oltre 106.200 tonnellate di prodotti della nostra salumeria (+0,3%) per un corrispettivo di circa 832 milioni di euro (+1,5%). La Francia ha perso il ruolo di principale piazza di destinazione per i salumi in termini di volumi, mentre la Germania - nonostante un calo del 2,6% a volume e dell’1,3% a valore, si conferma il principale partner commerciale.

In particolare, registrano una flessione i prosciutti crudi (speck, coppe e culatelli) e si fermano a poco meno di 48mila tonnellate di prodotto per oltre 440 milioni di euro. Cresce invece del 4,6% a volume e del 6,1% a valore la mortadella, così come i salami (+4,8% le quantità e +6,2% il giro d’affari). Sostanzialmente stabile il prosciutto cotto, che ha superato le 9.500 tonnellate per un valore superiore ai 63,7 milioni di euro.