di Claudia Scorza

Il comparto delle merendine italiane è sempre più all’avanguardia nell’innovazione di prodotto che si manifesta, in particolare, nelle novità presenti a scaffale. Nel 2020, secondo Iri, i nuovi lanci di merendine hanno sviluppato un fatturato che si attesta tra il 3 e il 4% delle vendite complessive della categoria, percentuale più che raddoppiata rispetto al 2018 quando era l’1,4%. Ogni anno, rivela Unione Italiana Food, l’associazione che rappresenta le principali aziende produttrici di merendine italiane, vengono immessi sul mercato 8-10 nuovi prodotti. In media ci vogliono da uno a cinque anni prima di lanciare sul mercato una nuova merendina, arrivando a volte fino a dieci.

Oggi vengono proposti prodotti al passo con i tempi, in linea con le esigenze dei consumatori moderni, che ricercano in una merendina gusto ed equilibrio nutrizionale. Anche grazie alla forte impronta innovativa, a maggio 2021, secondo i dati Nielsen, i consumi di merendine sono cresciuti del +2,1% a volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un fatturato del settore che si attesta a oltre 1 miliardo di euro, pari al 26,9% del fatturato del comparto dei prodotti da forno e cereali. In Italia, i principali consumatori di merendine sono gli adulti, circa 30 milioni di persone.

«Oggi negli impasti – afferma Giorgio Donegani, tecnologo alimentare – si usa una più ampia gamma di sfarinati e cereali, anche miscelati tra loro, e questo comporta un doppio vantaggio: da un lato aiuta a variare l’alimentazione, dall’altro rende meno probabile l’insorgere di intolleranze. Sempre a proposito di farine, è da sottolineare anche il maggior impiego di quelle integrali, le quali hanno un ulteriore vantaggio perché rallentano l’indice glicemico, cioè la velocità con cui viene assorbito lo zucchero. Un’altra innovazione che si è sviluppata è la tecnica di lievitazione: oggi molti impasti sono lievitati naturalmente, con il lievito di birra o il lievito madre che agiscono più in profondità migliorando la digeribilità. Inoltre, si è lavorato molto sull’ingredientistica delle creme e delle farciture. È aumentato l’utilizzo del cacao, ricco di antiossidanti, ci sono più confetture a base di frutti rossi e viene usato di più il miele».

Il comparto ha raggiunto importanti risultati nel miglioramento nutrizionale dei prodotti da forno dolci monodose: negli ultimi 10 anni nelle merendine è stato ridotto il quantitativo degli zuccheri (-30%), dei grassi saturi (-20%) e delle calorie totali (-21%). Anche sul fronte della trasparenza, il settore dolciario si è dimostrato all’avanguardia. Infatti, le principali aziende del settore delle merendine inseriscono in etichetta anche i valori per porzione e la %Ri (Reference Intake) per alimento riferita all’energia.

Una merendina consente di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia necessaria per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato. Oggi vanno dalle 110 kcal delle più semplici fino alle 180 kcal circa delle più ricche e coprono in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi. Proprio per fare conoscere meglio le merendine e promuovere la cultura della merenda come pasto fondamentale all’interno di un’alimentazione sana ed equilibrata, Unione Italiana Food ha dato vita, da oltre 15 anni, al sito www.merendineitaliane.it, completamente rinnovato nel 2021.