Un problema ambientale molto serio, ma anche una fonte di business: parliamo dell’usato i cui dati stupiscono.

Basti dire che, secondo una nuova ricerca di Boston Consulting Group per Vestiare Collective, il mercato del lusso second hand - che, inutile a drisi, non diventa quasi mai un rifiuto - raggiungerà, nel mondo, un valore 36 miliardi di euro nel 2021, dopo avere messo a segno, nell’ultimo biennio, una crescita media del 12 per cento.

Il fenomeno si può affrontare direttamente, come dimostra l’operazione annunciata da H&M. Il gruppo svedese, attraverso la consociata CO:LAB - che si occupa di sostenibilità e di ricerca di nuovi modelli di business - ha dato il via a un nuovo investimento in Sellpy.se, sito di second hand fondato nel 2014 da Philip Gunnstam, Michael Arnör e Oskar Nielsen. A partire dal 2015 H&M ha riversato nell’ex start-up 7 milioni di euro, per arrivare al 70% di quota, e intende sborsarne altri 5,5 per arrivare al 74% e lanciare Sellpy all’estero, a partire dalla Germania.

“Abbiamo investito ancora nel sito perché crediamo fortemente nei suoi fondatori e nel suo modello unico di economia circolare – spiega Nanna Andersen, responsabile di CO:LAB -. Sellpy si allinea perfettamente alla visione di mercato di H&M”.

La piattaforma non è solo il regno delle griffe, visto che funziona da marketplace per i privati, i quali le conferiscono gli abiti o gli oggetti (elettronica, giocattoli, accessori, gioielli, tempo libero) non più graditi incassando, sul proprio account, il 40% del ricavato, somma che si può poi girare sul conto in banca.

E in Italia? Da noi l’osservatorio ‘Second hand economy’ - di Bva Doxa per Subito.it - dimostra che il mercato è vivacissimo, avendo raggiunto, nel 2018, ben 23 miliardi di euro con una crescita cumulata, in 5 anni, del 28 per cento. Il grosso è rappresentato da auto e motori (12,9 miliardi), elettronica, beni per la casa e la persona (3,8 miliardi), sport, hobby e tempo libero (2,3 miliardi).

Cifre che hanno richiamato l’attenzione della tedesca Vinokilo, che il 19 ottobre, a Milano, presso Superstudio Più di Via Tortona, ha organizzato, per la prima volta in Italia, un pop up store, mettendo in vendita oltre 4.000 capi, pari a 3 tonnellate di vestiti. Vinokilo, come suggerisce il nome, vende addirittura a peso - 40 euro al kg – e si incarica di rastrellare nelle discariche i vestiti usati, portandoli a nuova vita.