Compie 20 anni World Pasta Day, la manifestazione che dal 1998, a partire da Napoli, ha scelto di raccontare al mondo, ogni 25 ottobre, il piatto simbolo della dieta mediterranea.

Nel 2018 i festeggiamenti si svolgono a Dubai, metropoli con più di 3 milioni di abitanti, di cui il 90% stranieri. Qui la pasta si mangia soprattutto fuori casa e la nostra cucina è la preferita nei 16.000 ristoranti locali.

In tutto il pianeta si producono 15 milioni di tonnellate di pasta e 1 piatto su 4 appartiene al nostro Paese.

I dati chiave del settore, raccolti ed elaborati da Aidepi, sono sorprendenti anche per un italiano. In un ventennio la produzione mondiale è aumentata del 63%, passando da 9,1 a 14,8 milioni di tonnellate. Sono 40 i Paesi che producono pasta in quantità superiori alle 20.000 tonnellate e da sempre l’Italia guida il mercato, con un totale che oggi si colloca a 3,2 milioni di tonnellate.

Sono quasi raddoppiate - 53 rispetto alle 30 del 1998 – le nazioni nelle quali si consuma più di 1 kg pro capite di pasta all’anno. Nella nostra Penisola il dato è di 23,5 chili, contro i 17 della Tunisia, seconda in classifica. Seguono Venezuela (12), Grecia (11), Cile (9,4), Stati Uniti (8,8), Argentina e Turchia, a pari merito (8,7).

La pasta continua a essere amata anche in Perù (7,8), Russia (7,2), Canada (6,3) e Brasile (5,8). Forti i consumi UE, specialmente in Francia (8 kg), Germania (7,7) Ungheria (7,5), Portogallo (6,5), Belgio (5) e Austria (4,8).

Rispetto a 20 anni fa il mondo mangia sempre più pasta made in Italy. Aidepi riferisce che sono aumentati i Paesi destinatari (oggi quasi 200, +34%) ed è più che raddoppiata la nostra quota export: da 740.000 a oltre 2 milioni di tonnellate, il 56% della produzione.

Germania, Gran Bretagna, Francia, Usa e Giappone si confermano le nazioni più ricettive verso i nostri prodotti.

In 20 anni la pasta è diventata, fra l’altro, sempre più sostenibile. Grazie al miglioramento dei processi e a contratti di coltivazione che puntano sulla responsabilità, la tutela ambientale e le buone pratiche agricole, i pastai hanno ridotto sensibilmente i consumi d’acqua e le emissioni di CO2. Questo alimento ha oggi un impatto estremamente basso. Inoltre, a tavola, la pasta è al centro di tanti piatti anti-spreco che valorizzano gli avanzi con ricette sostanziose e prelibate. Infine, che sia in cartone o in film plastico, il packaging permette un recupero al 100% dei materiali.