Un nuovo episodio si aggiunge alla profonda crisi delle grandi superfici non alimentari americane, che sta comportando un’ondata di chiusure e profonde riorganizzazioni nel mondo dei multi specialisti, come Sear’s e JcPenney, dell’abbigliamento (Macy’s), ma anche nel canale centri commerciali e nel segmento dei giocattoli, a cominciare da Toy’R’Us.

La notizia più recente riguarda proprio Sears, già da tempo sotto scacco, che ha lascerà definitivamente il Canada.

Il gruppo, fondato a Chicago nel 1986 da Richard Warren Sears, ha chiesto e ottenuto dalla Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario la messa in liquidazione di tutte le merci dei restanti 200 negozi attivi nel Paese nordamericano (12.000 addetti), che fanno seguito, alle 200 dismissioni di punti vendita attuate in passato.

“Si prevede – riporta una nota – di cominciare le vendite delle merci al massimo entro il 19 ottobre, per un periodo compreso fra 10 e 14 settimane”. A seguire la liquidazione dell’intero gruppo Sear's Canada, dal momento che non sono pervenute offerte di acquisto significative.

Secondo alcuni dati di Credit Suisse l’anno dovrebbe concludersi, nell’area Usa con la chiusura di 8.500 negozi circa. Inoltre i centri commerciali saranno colpiti, in 5 anni, da una riduzione che potrebbe riguardare il 25 per cento del totale.

Le cause del pauroso fenomeno sarebbero da ricercarsi, secondo gli analisti, sia nelle diverse scelte dei consumatori, che oggi spendono molto di più in viaggi e vacanze, sia nella forte concorrenza dell’e-commerce.