Coronavirus o razionalizzazione del business? Decisamente è stata la seconda ragione che ha motivato Tesco a concludere l’operazione, da tempo annunciata, di China exit, ma anche di Asia exit, tramite la vendita del 20% della società mista Gain Land costituita, nel 2014, con China resources holdings.

Crh è la tipica conglomerata orientale e si è piazzata, nel 2019, all'ottantesimo posto nella graduatoria Fortune Global 500, con un fatturato equivalente di più di 82 miliardi di euro.

Il gruppo cinese ha una rete di 131 punti di vendita sotto insegna Tesco, che superano i 3.000 con l’apporto di altri alleati.

La transazione, ultimo atto dell’amministratore delegato uscente, Dave Lewis, ha fruttato al gruppo britannico 275 milioni di sterline, pari a 323 milioni di euro.

Secondo il management "la cessione consente a Tesco di semplificare ulteriormente e focalizzare il business sulle sue operazioni principali", tant’è vero che ora il gruppo ha intenzione di abbandonare la Tailandia e la Malesia, per concentrarsi sulla Gran Bretagna, l’Irlanda, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia e la Slovacchia.

Tesco, che ha già lasciato il Giappone, gli Usa e la Corea del Sud – dunque altre attività extraeuropee - vantava, nel 2019, una rete di circa 6.000 punti di vendita per un fatturato pari a 56,9 miliardi di sterline.