di Luca Salomone

Non è piaciuta all’Italia la proposta di revisione del sistema delle indicazioni geografiche, pubblicata, il 31 marzo, dalla Commissione Ue, specie perché complicherebbe l’iter procedurale, quando, in realtà, tutti si aspettavano l’esatto contrario.

Il parterre delle associazioni è praticamente unanime, sia nell’evocare, come precedente che non dovrebbe ripetersi, il caso del Prosek croato, sia nel confidare in un possibile miglioramento della bozza normativa, sia nel mettersi a disposizione di Paolo De Castro, designato, il 29 marzo 2022, come relatore per l’Europarlamento.

Impossibile e ripetitivo citare tutti i commenti che, forse prematuri, sono in ogni caso molto perplessi. Le critiche convergono, in sostanza, sul nuovo ruolo dell’Euipo, l'ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale. A seguire due esempi.

Il punto di vista di Origin Eu

Il primo affondo arriva da Origin Eu, l’associazione che raggruppa oltre 250 gruppi di indicazioni geografiche europee. Secondo questa fonte il testo inserisce almeno un passaggio di cui non si sentiva il bisogno: «Pur rimanendo responsabile del processo decisionale sulle registrazioni, le modifiche e le cancellazioni delle Ig, la Commissione propone di effettuare la gestione del sistema in collaborazione con l’Euipo, senza spiegare, tuttavia, i poteri e le responsabilità conferitegli. Questo potrebbe portare a ulteriori ritardi e alla perdita di centralità della Commissione stessa».

Secondo Origin «la Ce chiede, poi, di esercitare diversi poteri delegati, che scavalcherebbero i due co-legislatori dell’Unione, il Parlamento, e il Consiglio, per decidere, in una fase successiva, su questioni strategiche, come la sostenibilità».

Inoltre, continua l’associazione, la proposta rimane fragile nel sostegno del ruolo delle Ig e ben poco ambiziosa nel riconoscimento delle funzioni e delle prerogative dei Consorzi, che sono, invece, il cuore del sistema europeo dei prodotti a denominazione.

Apprezzabili sarebbero, tuttavia, sottolinea Origin, altri elementi, che prevedono una maggiore tutela e controlli più efficaci, in particolare per quanto riguarda i domini Internet.

Federdop all'attacco

Decisamente più critica Federdoc, la confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni di origine dei vini italiani. In una nota il presidente, Riccardo Ricci Cubastro, sostiene che «tale proposta è stata annunciata come una semplificazione, ma in realtà l’unica semplificazione presente è a beneficio della Commissione europea e non dei produttori. Il testo, infatti, moltiplica gli interlocutori istituzionali del sistema Ig poiché, alla Ce stessa verrà aggiunto l’Euipo, ma non si precisa poi come dovrebbe funzionare il nuovo regime».

La Ce – incalza Federdop - «vuole semplicemente una delega in bianco, per decidere il futuro della politica delle Ig, senza il contributo dei due co-legislatori, il che non è democraticamente accettabile. La delega all’Euipo del riconoscimento delle indicazioni geografiche comporterebbe la gestione secondo criteri privatistici, di quello che in realtà è un patrimonio collettivo, con inevitabili ricadute negative per il nostro settore, il quale vedrebbe minata la tutela delle nostre eccellenze per soddisfare la semplificazione degli uffici commissariali».

Secondo la federazione in realtà le attuali regole delle Ig sono già soddisfacenti, in quanto permettono, alle aziende produttrici, di garantire la sostenibilità, di proteggere le denominazioni, le merci in transito e i domini Internet.

Scarica la proposta della Commissione