Fattorie Garofalo ribadisce, anche nel 2019, il processo di crescita, in atto da anni. Il fatturato lordo consolidato si attesta a 100,7 milioni di euro, con una variazione del 10,65% sull’anno precedente, quando il gruppo aveva totalizzato 91 milioni e un +10,5 per cento.

Sono queste le cifre salienti del mondo di aziende agro-zootecniche, industriali e retail che fanno capo al big di Capua (Caserta), impegnato nella filiera bufalina, nella trasformazione delle materie prime in Mozzarella di bufala campana Dop, carni e salumi, e nella cessione sul mercato di energia da fonti rinnovabili.

Il giro d’affari della trasformazione e del retail, in particolare, sale di oltre il 10% grazie al traino dell’export, dove Garofalo raggiunge oltre 40 Paesi, con una presenza di punti vendita diretti in Gran Bretagna e Francia.

Nel 2019 crescono anche gli investimenti, che si attestano oltre i 6 milioni (+50%) e si preparano a un ulteriore balzo in avanti nel 2020 in tutti i settori di interesse. In positivo, poi, l’occupazione (+10% sul 2018), che ha toccato le 384 unità in media annua.

Il gruppo punta, nel 2020, a consolidarsi nella distribuzione attraverso negozi con insegna propria (attualmente una dozzina), con la prossima apertura di 2 nuovi Mozzarella bar, a Firenze e Pisa, dopo le inaugurazioni, nel 2019, nell’area di Parigi (centro commerciale Velizy 2) e a Londra, aeroporto di Luton.

Sul piano industriale è confermata la scelta di diversificazione dell’offerta, per intercettare nuovi segmenti di mercato, senza però dimenticare il consolidamento dei nuovi prodotti lanciati negli scorsi anni, come la mozzarella biologica e il Dulce de Leche (latte di bufala caramellato).

Il tema della diversificazione, tuttavia, si declina agevolmente anche con prodotti tradizionali - come la stracciata e la burrata di bufala, il burro e la Ricotta di bufala campana Dop -, prima sconosciuti sui mercati esteri, e ora con un notevole seguito.

Il successo all’estero è testimoniato dai numeri: il 50% della Mozzarella di bufala campana Dop è ceduta sui mercati non italiani, ma, per un prodotto che suona nuovo alle orecchie degli stranieri – come la burrata di bufala - si arriva all’80 per cento.

“Abbiamo costruito solide basi per un futuro che sia sostenibile sotto tutti i profili: sul piano ambientale ci confermiamo quale produttore netto di energia da fonti rinnovabili e rilanciamo il nostro impegno per un’economia circolare aderente al Green New Deal; su quello sociale continuiamo a offrire ulteriori opportunità di lavoro e di crescita professionale in un territorio considerato difficile, conseguendo anche la certificazione etica dei nostri rapporti di lavoro; sul piano della gestione economica il rapporto tra investimenti e fatturato è tale da assicurare crescita nella stabilità e continueremo a farlo nella costante ricerca di nuovi mercati esteri, guardando per esempio con fiducia alle nazioni orientali”, spiega il presidente, Raffaele Garofalo.

Anche la direzione degli investimenti per il prossimo futuro è già tracciata: “Punteremo ancora di più sull’allevamento, dove i nostri capi di razza mediterranea italiana sono tutti iscritti al Libro genealogico della specie bufalina, sulla produzione di derivati del latte di bufala e sull’ampliamento del retail diretto, che riteniamo strategico, in quanto veicolo del marchio aziendale”.