di Luca Salomone

Gruppo Unifrutti, gigante mondiale, di origini saldamente italiane, operativo nella produzione e distribuzione di frutta e altri prodotti freschi, chiude il 2021 confermando le proprie dimensioni globali e consolidando un fatturato di 720 milioni di dollari, in crescita del 2% sulla cifra proforma 2020.

Le tonnellate distribuite sono 620.000, e il Mol tocca il 17%, mentre l’Ebitda rettificato è dell'11%, per un valore di 78 milioni di dollari.

Origini venete

Nel corso dell'anno, la multinazionale, fondata ad Asmara, in Eritrea, nel 1948, dall’imprenditore veneto Guido De Nadai, ha fatto investimenti per 41 milioni di dollari. Un dinamismo che è servito a contrastare le numerose sfide che hanno caratterizzato il contesto operativo, a partire dalle condizioni climatiche sfavorevoli, e senza precedenti, in Cile e Italia (due importanti centri produttivi), gli sconvolgimenti inaspettati della logistica, l'aumento dei costi delle materie prime e gli effetti della pandemia.

Spiega l’amministratore delegato, Marco Venturelli: «Nel 2021 abbiamo dimostrato che Unifrutti è pronta ad affrontare il cambiamento e che abbiamo le competenze, ma soprattutto la resistenza, necessarie per superare qualsiasi difficoltà congiunturale. Restiamo estremamente fiduciosi nelle prospettive del settore e assolutamente convinti del potenziale della nostra rete globale e del nostro posizionamento, verticalmente integrato, nel settore della frutta fresca».

Nel 2021 Unifrutti ha completato con successo il processo di due diligence che ha permesso di firmare, a marzo 2022, l’accordo per l’acquisizione della quota di maggioranza del gruppo da parte della società di investimento e holding Adg, di Abu Dhabi.

L’accordo dovrebbe concludersi entro il 2022 e che è soggetto a Fdi (il protocollo che regolamenta gli investimenti diretti esteri) e ad eventuali condizioni sospensive.

Le cifre chiave

In cifre il colosso frutticolo vuol dire 14.000 ettari di terreno in Cile, Filippine, Sudafrica, Italia, Spagna e Argentina. Supervisiona l'intera catena del valore e, grazie alla proprietà diretta e al controllo diretto di terreni situati nelle diverse zone climatiche del mondo, serve più di 50 Paesi, distribuendo, tutto l'anno, oltre 600.000 tonnellate di frutta fresca a più di 500 clienti.

La multinazionale impiega 11.000 persone nella sede centrale di Nicosia (Cipro) e in quelle operative in Giappone, Cile, Sudafrica, Filippine, Italia (Montercorsaro, in provincia di Ancona e Padova), Spagna, Argentina, Uruguay, Turchia, Cina e India.

Nel nostro Paese, dove nel 2020 ha acquisito Oranfrizer, distribuisce, e in molti casi produce, 16 varietà differenti: pere, mele, nettarine, uva, meloni, prugne, agrumi, ciliegie, banane, ananas…