Lo storico marchio olandese Petrus Boonekamp, nato alla fine del Settecento e ora di Diageo, è stato acquisito da Gruppo Caffo 1915, un’operazione che si somma ad altre già condotte in passato, come quella che ha portato nell’orbita dell’azienda calabrese Elisir Borsci San Marzano.

La transazione è stata gestita con la consulenza, per Caffo, di Equita, primaria banca di investimento.

Dopo essere stato gestito dalla famiglia olandese dei Boonekamp, Petrus, ha cambiato diverse proprietà. In particolare, in Italia era stato lanciato da Gio.Buton, azienda bolognese che opera nel settore alcolici, per poi passare, a Cinzano, successivamente rilevato, con tutti i suoi marchi, dall’inglese Guinness, poi entrata a sua volta nella multinazionale inglese Diageo.

“Questa acquisizione è parte di un più ampio progetto di crescita per linee esterne, diversificazione e internazionalizzazione – commenta Sebastiano Caffo, vicepresidente e amministratore delegato -. Petrus è il più antico fra gli amari in commercio (1777), sicuramente il padre di tutti gli amari. Essendo noi leader in Italia nella categoria, abbiamo intuito subito le potenzialità del prodotto, apprezzato dai consumatori che scelgono i cosiddetti ‘amarissimi’. Dunque, non c’è concorrenza diretta con Vecchio Amaro del Capo, il nostro brand principale. Petrus appartiene, infatti, a una categoria, i cosiddetti Magenbitter, apprezzatissima in Germania e in tutto il nord Europa”.

Il piano di rilancio di Petrus comporta la riorganizzazione e il potenziamento della presenza dell’amaro all’estero, partendo dai mercati più interessanti come il nord Europa, in particolare l’Olanda, Paese d’origine, il Benelux e la Germania, storicamente interessati al consumo di questa tipologia di liquori.

Aggiunge il presidente, Giuseppe Caffo: “Quando ero molto giovane, Petrus era un punto di riferimento in quanto all’apice del suo successo in Italia. Un successo così clamoroso che per lanciare Vecchio Amaro del Capo avevo inventato una sorta di pubblicità “comparativa” che iniziava proprio, con “Non è olandese …”. Certamente, a quei tempi, mai avrei immaginato che un giorno sarebbe entrato a far parte del nostro gruppo”.

Con questa operazione Caffo, 100 milioni di fatturato previsti nel 2020, si conferma come l’azienda specialista dell’amaro ora non solo italiano, ma anche europeo, nonché gruppo fortemente orientato a valorizzare il patrimonio dei migliori spirits italiani ed esteri.