Nonostante l’emergenza sanitaria che ha rallentato l’economia del nostro Paese, l’azienda trentina specializzata in dadi da brodo e insaporitori ha registrato performance positive nel canale retail, arrivando a registrare, nei mesi del lockdown, punte di crescita del 30% in più rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. Il 2020 vedrà l’ingresso di Bauer nei canali food service e normal trade, al fine di ridisegnare il business aziendale ancora fortemente polarizzato sulla Gdo. Ce ne ha parlato nel dettaglio Massimo Di Filippo, Direttore vendite Bauer Spa.

In che modo Bauer ha affrontato l’emergenza sanitaria e quanto questa ha impattato sul business aziendale?

Dall’inizio della pandemia abbiamo messo in atto tutte le misure che abbiamo ritenuto necessarie per la sicurezza delle nostre persone ancor prima dei protocolli di sicurezza provinciali e governativi, a cominciare dal blocco delle visite di esterni, dal distanziamento e dai dispositivi di sicurezza individuale, al fine di prevenire il rischio di contagio. Abbiamo attivato il lavoro in smart working adattandoci al sistema di comunicazione virtuale e adoperando piattaforme di videoconferenza anche con i nostri primi interlocutori, ossia i buyer. La parola d’ordine del nostro Amministratore Unico, Giovanna Flor, è “sostenibilità a tutto tondo” ed è esattamente questo il valore che permea ogni comparto della nostra azienda, dai messaggi che intendiamo trasmettere ai nostri consumatori, dalle linee produttive, all’ambito commerciale, fino alle relazioni con i collaboratori. La vicinanza del nostro amministratore unico è stata testimoniata costantemente con il sostegno informativo ed emotivo e dall’applicazione del premio di produzione a tutti i dipendenti che hanno prestato la loro collaborazione durante l’emergenza sanitaria. Per quanto concerne i nostri risultati, invece, possiamo definirci fortunati in quanto anche i nostri prodotti sono rientrati nel basket di referenze maggiormente presenti nella lista della spesa dei consumatori italiani, insieme con la pasta, il lievito di birra, e lo zucchero per citarne alcuni. Le nostre performance in Gdo, quindi, sono state soddisfacenti in quanto abbiamo toccato nel sell out anche punte di crescita del 30% nei mesi di marzo e aprile rispetto ai risultati dell’anno precedente. L’incremento delle vendite, inoltre, è stato incentivato anche da un fenomeno che si innesca soprattutto in periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, vale a dire la polarizzazione dei consumi: lo shopper, infatti, tende a privilegiare prodotti di primo prezzo oppure di alta qualità, come le nostre referenze che rientrano in una fascia premium.

Quanto ha inciso il lockdown sulla produzione? Ci sono stati dei rallentamenti?

Siamo riusciti a gestire la situazione partendo dall’analisi del mercato: il 90% del fatturato complessivo, infatti, è realizzato in Gdo, mentre il restante 10% deriva dal canale food service che, sfortunatamente ha subito una forte battuta d’arresto. Di conseguenza, abbiamo convertito tutta la produzione verso il settore retail, con grande impegno da parte delle nostre persone in produzione e fornitori che hanno prontamente modificato i piani di ritiro delle materie prime in tempi record.

Quali sono le novità e i progetti ai quali state lavorando?

Ciò su cui oggi ci concentriamo è il cambio di assetto a livello di strategia di canale: stiamo lavorando per riprogettare interamente il business aziendale che, al momento, è fortemente polarizzato sulla Gdo. Abbiamo in programma, quindi, l’ingresso di Bauer sia nel canale food service che nel normal trade, attraverso un presidio di qualità che rispecchi a pieno la filosofia e i valori di Bauer. Punteremo prevalentemente sugli store che rappresentano il fiore all’occhiello di questi nuovi ed interessanti segmenti di mercato, all’interno delle aree urbane. L’importanza della qualità che, come ho già sottolineato, è alla base della filosofia di Bauer, trasparirà anche nelle modalità di comunicazione che intendiamo adottare, tese a trasmettere anche nei punti di vendita i valori che permettono all’azienda di distinguersi.

Quali sono le novità sul fronte dei prodotti?

Premetto che, attualmente, sono sempre più numerosi i consumatori che si orientano verso referenze caratterizzate da una lista di ingredienti corta, privi di additivi, conservanti e coloranti: crescono, quindi, i consumi dei prodotti di fascia premium, mentre si affacciano sul mercato i cosiddetti “superfood”. L’azienda intende cavalcare questo trend, attraverso dei nuovi brodi di curcuma, zenzero, curry e zafferano, spezie che vanno ad arricchire il nostro cubo biologico vegetale. Si tratta di prodotti ad alto valore di servizio, che possono essere impiegati in modo trasversale su carni, verdure, cereali o pasta e consentono al consumatore di cimentarsi in cucina sperimentando ricette e piatti sofisticati. In questo modo, proviamo anche a destagionalizzare il consumo del dado da brodo, considerato un prodotto prettamente autunnale, e dimostrarne la versatilità in cucina. I prossimi 4 anni, dunque, saranno dedicati a questo scopo e vedranno l’azienda impegnata con attività di promozione sui punti vendita, promozione che, però, sarà incentrata sulla valorizzazione delle materie prime e sul corretto impiego dei nostri prodotti.

Come si è chiuso il 2019 e quali sono gli obiettivi per il 2020?

Nel 2019 abbiamo registrato una performance positiva rispetto alla chiusura del mercato considerando che la nostra categoria di riferimento oggi vale circa 150 milioni di euro. Per il 2020 il nostro obiettivo è quello di puntare ad un crescita in doppia cifra.