Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera-sfogo di Giovanni Sardone, direttore commerciale di Distribuzione Sisa Centro Sud.

“Vincere facile“ si traduce solo in una perdita di opportunità reciproche da parte dell’industria. In passato, quando non esisteva il credito assicurato, ogni singola azienda decideva di servire il cliente non solo in base alle informazioni tecniche e di piazza ma soprattutto in funzione di un percorso comune di crescita. In sostanza, si scommetteva sul cliente. Man mano che dava rassicurazioni nel tempo vedeva accrescere la sua fiducia da parte del credito. Esisteva anche il cosiddetto rischio di impresa, in cui anche l’industria si assumeva dei rischi. Oggi tutto questo non esiste più. Si ragiona solo in funzione di un credito assicurato e se, come nel nostro caso, questo stenta a venire le cose si complicano. Noi, come Distribuzione Sisa Centro Sud, abbiamo iniziato circa tre anni fa una nuova avventura. Lo abbiamo fatto con una grande spada di Damocle sulla testa, ereditando, nostro malgrado, una reputazione non proprio eccellente. Pur avendo una ragione sociale completamente differente, una diversa compagine di soci e una diversa partita iva, per l’industria scontiamo un’immagine negativa che continua ingiustamente a riflettersi su di noi. Ora, pur di ripartire siamo stati costretti ad accettare condizioni capestro che restano ancora oggi applicate (paghiamo come il primo giorno di inizio attività a 7 giorni l’80% del fatturato ed incassiamo dai soci/clienti a 21 giorni). La domanda che sorge legittima è: ma come si fa a distanza di tre anni, senza aver mai sgarrato un pagamento, a mantenere invariate queste condizioni aspettando solo la manna dal cielo (assicurazione)? Questo fa sì che pur avendo un positivissimo indice Cribis e una media pagamento a 35 giorni, con un ritardo medio di 27 giorni contro (fonte Cerved) una media di 79 giorni in Area 4, rimaniamo relegati a indossare a vita la maglia nera. Il prodotto di questo esercizio unico ha fatto sì che non si sia fatto in questi anni alcuno sviluppo, precludendo un mare di opportunità per l’industria. Non va dimenticato, infatti, che siamo una struttura in crescita, nonostante tutto, con una progressione pari al 40% sullo scorso anno e continuiamo a chiamarci Sisa, insegna molto appetibile nel territorio del Centro Sud.