EatHappy è il nuovo concetto di shop-in-shop dedicato alla produzione di sushi freschissimo all'interno dell'area del fresco di ipermercati e stores della grande distribuzione. I sushi chef preparano al momento e in maniera artigianale una selezione di piatti freschi asiatici con ingredienti di qualità sottoposti a rigidi controlli, selezionando accuratamente la materia prima utilizzata. Andrea Calistri, sales & business development director Italy, ci racconta in questa intervista storia, evoluzione, progetti, strategie e obiettivi di questa multinazionale tedesca in forte espansione.

Cos'è EatHappy, quando è nata e quali sono le sue caratteristiche?

EatHappy nasce nel 2013 in Germania, è una multinazionale tedesca, di proprietà di un pool di soci il cui amministratore delegato è Christian Kraft con la maggioranza della holding.
La fcf holding gestisce i marchi EatHappy che rappresenta un nuovo concetto di shop-in-shop dedicato alla produzione di sushi freschissimo all'interno dell'area del fresco di ipermercati e stores della grande distribuzione; inoltre gestisce il marchio Wakame selection, vero e proprio centro di produzione di sushi ready to Eat. In sostanza il prodotto viene fatto a mano dai nostri sushi chef, in maniera artigianale, e poi distribuito con due modelli di business differenti: uno è direttamente in piattaforma della grande distribuzione attraverso cui vengono serviti i supermercati, l'altro avviene tramite l'inserimento di nostre vetrine brandizzate delle quali gestiamo consegna diretta, refill e venduto.
L'obiettivo è quello di coprire totalmente il mercato della grande distribuzione con il prodotto sushi, non solo con lo shop-in-shop. Quest'ultimo è installabile nelle grandi metrature, poiché occupa una superficie pari a 15-20 mq. Esistono realtà che, pur fatturando tanto, non possono ospitare un corner sushi: la vetrina permette di soddisfare questa esigenza. Infine, il prodotto fresco può essere gestito dalla rete che fa capo al marchio Wakame selection.

Si tratta, quindi, di un prodotto brandizzato, non a marchio del distributore?
Al momento non ci occupiamo di private label. Esiste un altro marchio operativo solo in Germania che si sta affacciando al mercato del sushi nell'ambito del discount. Il marchio si chiama Yuzu e comprende una tipologia di prodotto diversa, in linea con le esigenze di price level più contenute del discount.
Il mercato tedesco è oramai maturo: alla fine del 2018 i punti vendita a marchio EatHappy erano 450, alcuni dei nostri clienti sono Edeka, Rewe, e abbiamo in programma 120 aperture per il 2019.
Dopo aver consolidato la presenza in Germania, è stata inaugurata la filiale in Austria, dove sono presenti solo 40 shop-in-shop, ma 300 point of sales per il marchio Wakame Selection con la vetrina.

Cosa intende per vetrina?

La vetrina è un display refrigerato e brandizzato, uno shop-in-shop senza la produzione a vista. La struttura occupa solo 2 metri quadrati a fronte di 17 e la preparazione avviene nel centro produttivo.

Che tipo di rotazioni ci sono in questo caso?
Il prodotto shop-in-shop va consumato entro un giorno, se non addirittura entro la fine della giornata. Nel centro produttivo, invece, si possono raggiungere i 3 giorni di shelf life.
Di solito, vengono effettuate tre consegne settimanali, In Italia è necessario aggiungerne una per coprire anche la domenica.

Qual è la situazione sul mercato italiano?
In Italia abbiamo creato una società a luglio dello scorso anno e Unes è il nostro primo cliente con il marchio Viaggiator Goloso.
Ad ottobre abbiamo inaugurato 4 shop-in-shops, rispettivamente a Viale Belisario, a Buccinasco, a Basiglio ed a Saronno. La parte relativa alla produzione sarà pronta tra un mese.
Inoltre, a Cantello è operativo un Carrefour market del gruppo Fantinato, aprirà a fine mese un Carrefour gourmet in corso Italia a Milano, col gruppo Valmarket e abbiamo in programma altre 12 aperture.


In cosa EatHappy si differenzia dalla concorrenza?
EatHappy, offre prodotti di alta qualità sottoposti a rigidi controlli, in linea con le normative tedesche (i nostri corner shop, infatti, sono totalmente chiusi in Germania, al pari di un laboratorio industriale, mentre in Italia sono scoperti.)
La differenza sostanziale sta nel fatto che non facciamo franchising e che gestiamo i corner in modo diretto: non ci sono sub concessioni a terzi.


Ci sono differenze dal punto di vista dei prezzi?
I prezzi di EatHappy sono leggermente più bassi rispetto a quelli applicati dalla concorrenza: ciò è dovuto al fatto che gestiamo in modo diretto i vari processi.

Come vi muovete dal punto di vista dell'approvvigionamento delle materie prime?
La selezione delle materie prime è monitorata direttamente dalla casa madre, molto attenta sia alla qualità che a tematiche di ordine etico, come nel caso della plastic free.
Il riso è fornito da un produttore di Novara, il salmone proviene dalla Norvegia e dalla Svezia, il tonno super frozen arriva invece dall’oceano pacifico ed è un prodotto di altissima qualità, senza conservanti.
Infine, siamo in possesso di importanti certificazioni riconosciute a livello europeo: in particolare, per prodotti sensibili come il salmone o il tonno, effettuiamo ulteriori analisi oltre a quelle già predisposte dai produttori.


Invece, per quanto riguarda la formazione del personale?
Inizialmente, la formazione aveva luogo presso i corner shop di Colonia, per un periodo complessivo di tre settimane. Oggi, invece, i dipendenti sono istruiti in loco, a Buccinasco e a Belissario nostre navi scuola.


Quali sono gli obiettivi che vi siete posti nel breve-medio termine?
Il fatturato complessivo della holding si aggira attorno ai 150 milioni di euro. Per quanto riguarda il mercato italiano, l'obiettivo è quello di aumentare il fatturato fino a raggiungere i 5 milioni di euro entro il 2020, quindi incrementarlo circa del 50% ogni anno.


Quanti sono i punti vendita operativi in questo momento?
Attualmente sono operativi 5 punti vendita, che diventeranno 17 entro la fine dell'anno. Inoltre, sono previste altre 15 aperture nel corso del 2020.
Il nostro obiettivo in Italia è quello di completare 30-50 aperture in 5 anni e di sviluppare ulteriormente il marchio Wakame Selection sul territorio nazionale.



Quali sono le strategie di comunicazione di cui vi avvalete?
Da un lato ci concentriamo sull'organizzazione di eventi e ci avvaliamo della collaborazione di testate di settore.
Per quanto riguarda la comunicazione diretta ai consumatori, quest'anno inaugureremo un progetto di digitalizzazione, rafforzando la nostra presenza sui social network come instagram e facebook, con un partner innovativo che ci permetterà di raggiungere i nostri clienti finali tramite utilizzo di tecnologia di I.A. (intelligenza artificiale): le campagne pubblicitarie saranno indirizzate soprattutto al nostro target di riferimento, ovvero consumatori di età compresa fra i 25 e i 45 anni.
Tra i progetti per il futuro, c'è anche l'introduzione di un sistema di "click and collect", che permetta di effettuare ordinazioni da casa.


Come gestite l'home delivery e il canale horeca?
Non siamo ancora pronti per dedicarci al food retail classico, ma stiamo valutando di avvicinarci al mondo del travel retail, nel quale il sushi non è ancora sbarcato: infatti, è difficile trovare un corner sushi in una stazione o in un aeroporto. C'è, però, una grande richiesta.
Al momento ci concentriamo sugli shop-in-shop, ma il progetto dell'home delivery non è da escludere.


Federica Bartoli