Più di 300 punti vendita Express pianificati nel prossimo triennio, 27 supermercati rilevati (e ribrandizzati) in Lombardia e soprattutto a Milano, due master franchisor - Etruria Retail e Apulia Distribuzione – passati in scuderia con una dote di più di 200 pdv nel Centro e nel Sud, già tutti sotto nuova insegna. Insomma, facendo due conti, Carrefour Italia aumenterà notevolmente la propria portata grazie ai nuovi indirizzi, che vanno ad aggiungersi a una rete attuale di 1.098 strutture.
Una vera rincorsa, che punta, in larga parte, alle superfici di vicinato, sempre più richieste dal consumatore, specie se nella loro forma migliore e con tutte le modernità del caso. Come inciderà tutto questo sulla marca privata e sulla blockchain, di cui il gruppo francese è stato apripista nel retail, per soddisfare una clientela che cerca sì i buoni prezzi, ma vuole anche ottimi prodotti? Lo abbiamo chiesto a
Giovanni Panzeri, Direttore Mdd di Carrefour Italia.

Anche per lei e per la sua squadra, come per tutti gli uomini Carrefour, si prepara una bella scommessa. È preoccupato?

Tutt’altro. Sono invece entusiasta della sfida, che, per la nostra divisione, vorrà dire raddoppiare il potenziale in volume dei prodotti a marchio per accontentare tantissimi nuovi clienti. Ma vorrà dire anche incontrarsi con bacini di utenza e territori importanti, come il Centro Sud, e dunque fare ancora di più e di meglio sul versante dell’innovazione, un discorso che rientra a pieno titolo nel nostro ‘Act for food’, cioè l’impegno di transizione verso gli stili alimentari di oggi e di domani in tutte le nazioni comprese nel perimetro del gruppo.

Amplierete il numero dei fornitori?

Il discorso del quasi raddoppio della rete è naturalmente importante anche per i partner: stiamo lavorando con molte nuove aziende locali, per esempio nel Meridione, per tracciare il futuro dei prodotti Carrefour. È ovvio che tutto questo crea, fra le altre cose, nuove opportunità di lavoro e sviluppo a beneficio delle aziende e della collettività.

Verrà estesa anche la blockchain?

In Italia, ai primi prodotti come il pollo, le arance e i limoni, lanciati nel 2019 con questo tipo di garanzia di tracciabilità, è stato aggiunto il latte fresco. Seguiranno i pomodori e le pere. In teoria, entro il triennio 2022-2025, lo scopo è di arrivare a coprire tutta la Filiera qualità Carrefour, che comprende, per esempio, ortofrutta, carne e pesce per un totale di 2.500 articoli, nonché il bio a marca propria. In circa 18 mesi dall’implementazione possiamo dire che c’è un buon risultato in termini di interesse mediatico e di utilizzo dell’applicazione. I prodotti di filiera, del resto, stanno crescendo molto bene, grazie a un forte posizionamento che, anche a prescindere dalla blockchain, è e sarà sempre di più sinonimo di bontà e sicurezza. Tutta la Gdo sa bene che la sostenibilità accessibile sta diventando, un requisito indispensabile per rimanere sul mercato, requisito che comporta, in prima battuta, la completa trasparenza sulle materie prime e sui processi di produzione e lavorazione.

Oggi quanto incidono le Mdd sulle vostre vendite?

Parliamo di un 25% di media, dunque sopra lo standard del mercato, attestato al 20% circa. Nel 2019 il tasso di crescita dei prodotti Carrefour è stato più che interessante e il ritmo dovrebbe dare un segnale ancora più forte nel 2020, soprattutto perché le nostre gamme stanno vivendo una fase di generale rilancio e restyling, a partire dall’immagine e dal packaging.

E il biologico?

Anche qui stiamo svolgendo un grande lavoro di valorizzazione che riguarda sia le marche di terzi sia le Mdd. E stiamo anche facendo una riflessione sull’inserimento, in Italia, di una possibile insegna totalmente Bio. Il progetto merita tuttavia le opportune valutazioni in funzione dell’andamento del mercato, che in questi anni si è rivelato non sempre continuo.