di Luca Salomone

Oggi più che mai i discount sono in cima alle preferenze dei consumatori. Nel ristretto salotto dei leader internazionali svetta Lidl che, secondo ‘Deloitte Global powers of retailling' è il quarto distributore mondiale, dopo Walmart, Amazon e Costco, e il primo in Europa. Come riporta questa fonte la casa madre, Gruppo Schwarz, ha realizzato, nel 2021, un fatturato consolidato di 156,209 miliardi di dollari, di cui 153,754 dovuti al retail. Sul gran totale le vendite globali di Lidl hanno, certificano i dati ufficiali, un peso di 100,8 miliardi di euro (dato 2021), con una variazione positiva del 4,7 per cento.

Con Alessia Bonifazi, responsabile comunicazione & Csr di Lidl Italia abbiamo fatto il punto sul nostro Paese, dove l’insegna tedesca ha presentato, a giugno 2022, un piano di investimento triennale da 1,5 miliardi di euro e che prevede, fra l’altro, 300 nuove aperture nel 2022-2024, con l’assunzione di 6 mila nuovi collaboratori.

Quali sono oggi le dimensioni della vostra rete italiana?

Negli ultimi anni abbiamo aperto, mediamente, 50 nuovi punti vendita all’anno. Questo sviluppo ci ha permesso, a oggi, di raggiungere l’importante traguardo di 730 negozi operativi su tutto il territorio nazionale.

E lo sviluppo logistico?

Lo scorso ottobre, abbiamo presentato il progetto di realizzazione del nostro primo polo logistico in Sardegna, il dodicesimo in Italia, ad Assemini in provincia di Cagliari. Una struttura all’avanguardia, frutto di un investimento di oltre 70 milioni di euro, che sarà completata nel corso del 2024 e ci consentirà di ottimizzare così la nostra efficienza distributiva sull’Isola. Un progetto di grande rilevanza per il territorio che, che oltre a generare un indotto significativo, avrà un importante risvolto occupazionale, con la creazione di 140 nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda i piani di sviluppo futuri della nostra rete logistica, è previsto un secondo centro in Sicilia, che andrà ad affiancarsi al nostro polo di Misterbianco (Catania) tra i più grandi e avanzati della regione.

Quali sono le regioni italiane in cui siete più presenti? E quelle che vorreste presidiare maggiormente?

Il nostro obiettivo è essere il più vicino possibile ai nostri clienti e, per fare ciò, uno sviluppo capillare in tutta la Penisola è imprescindibile. Siamo in arrivati in Italia nel 1992 e, in un primo momento, lo sviluppo della rete di vendita ha coinvolto principalmente il Nord, ma l’intenzione di arrivare progressivamente anche al Sud è sempre stata nei nostri piani. Infatti, a oggi, siamo presenti in 19 regioni.

Discount e quartieri non periferici: il binomio non è, o non è più, antitetico. Lei cosa ne pensa?

La nostra politica di espansione presta grande attenzione anche alle principali aree metropolitane del Paese. In linea con tale strategia, lo scorso anno abbiamo inaugurato due nuove strutture, dedicate al real estate, a Genova e Torino, che portano così a 16 il numero totale dei nostri uffici sviluppo a livello nazionale e che si occupano di ricercare le migliori opportunità di espansione a livello locale. Le grandi città, quindi, sono anch’esse fulcro della nostra politica di espansione tanto che abbiamo sviluppato anche un formato di punto vendita ad hoc che si sviluppa in verticale, su più piani, per sfruttare anche gli spazi più ristretti dei centri cittadini.

Parliamo di assortimenti. Quanto incidono i marchi proprietari rispetto alle marche Idm?

Oggi più dell’80% degli oltre 3.500 articoli presenti in assortimento è costituito da prodotti a marchio proprio, molti dei quali possono fregiarsi di Dop, Igp, Doc e Docg. Completano l'offerta la gamma dei cosiddetti articoli ‘In&Out’, che vengono proposti in occasione di promozioni settimanali dedicate.

Come multinazionale importate, o esportate, le vostre PL anche in altre nazioni del gruppo?

Facendo parte di una realtà internazionale operativa in 31 Paesi con una rete di oltre 12.000 punti vendita, Lidl Italia svolge anche un ruolo di volano per la filiera agroalimentare italiana, contribuendo attivamente all’export delle eccellenze made in Italy nel mondo. Ciò significa essere un motore di crescita per le nostre Pmi, supportandole nel processo di internazionalizzazione e accrescendone la competitività. Nel 2021, infatti, i fornitori nazionali, avvalendosi della nostra rete mondiale, sono stati in grado di esportare i loro prodotti per un valore complessivo di 2 miliardi di euro, di cui oltre 550 milioni generati dall’ortofrutta.

Che posizione ha l’Italia nella vostra geografia?

L’Italia è stata, subito dopo la Francia, il secondo Paese nel quale, nel 1992, Lidl ha intrapreso la sua espansione internazionale. A trent’anni di distanza, l’Italia è ancora un cardine per il gruppo, nonché al quinto posto per numero di punti vendita.

Si dice che il discount rimanga sempre la scelta con il migliore rapporto qualità/prezzo, come provano anche i dati degli istituti di ricerca di mercato, ma si dice anche che abbia subito, ovviamente in percentuale, i maggiori attacchi dell’inflazione. Il suo punto di vista?

Il clima di incertezza che stiamo vivendo alimenta le preoccupazioni degli italiani che, in questo periodo, guardano con molta più attenzione alla componente del risparmio nelle loro scelte di acquisto. Per quanto riguarda la spinta inflattiva, certamente l’aumento delle materie prime, è trasversale ed evidente lungo tutta la filiera e coinvolge i generi alimentari, la carta, l’energia, fino ad arrivare ai trasporti. Ma in questo contesto garantire la nostra mission, ossia la volontà di offrire al nostro cliente il miglior rapporto qualità prezzo, è per noi imprescindibile. Per questo lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori e partner per ottimizzare i costi lungo tutta la supply chain, senza però perdere di vista i nostri obiettivi di sostenibilità.

Il piano industriale 2022-2024 contiene, appunto, anche molti obiettivi di sostenibilità. Possiamo riassumerli?

Guidati dal motto “Sulla via del domani”, perseguiamo un percorso di sviluppo sostenibile, consci della nostra responsabilità in qualità di azienda leader della Gdo. Siamo, infatti, consapevoli del nostro ruolo e siamo convinti che, impegnandoci a favore di una sempre maggiore sostenibilità del nostro operato, possiamo offrire un contributo concreto nell’affrontare le sfide sociali, ambientali ed economiche tipiche del nostro settore.

In pratica?

Nel concreto, per quanto riguarda la nostra politica di espansione, l’80% dei nostri interventi immobiliari viene effettuato prediligendo aree dimesse da riqualificare e rigenerare, con l’obiettivo di consumare meno suolo possibile. Nell’ottica di prediligere un’edilizia sempre più sostenibile, inoltre, come primi del settore, già dal 2015 abbiamo scelto di acquistare energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili e, negli anni successivi, abbiamo avviato anche una nostra produzione di energia mediante fotovoltaico, superando i 16 milioni di kWh. Ad oggi, il 40% dei nostri immobili ha già un proprio impianto e la maggioranza dei nuovi punti vendita e dei centri logistici è in grado di coprire, in modo autonomo, fino al 50% del proprio fabbisogno energetico.

E oltre all’immobiliare e all’energia?

Un altro ambito sul quale, come retailer, ci impegniamo al fine di mitigare l’impatto della nostra attività è senza dubbio la logistica. Nel 2021 abbiamo adottato i primi mezzi elettrici in collaborazione con LC3 Trasporti e Scania e possiamo contare su una delle flotte alimentate a Lng (gas naturale liquefatto) più numerose del settore. Nel corso del 2022, poi, abbiamo stretto una partnership con Sapio, società leader nella produzione e commercializzazione di gas tecnici, medicinali e miscele speciali, per uno studio di fattibilità unico in Italia: la realizzazione di una stazione di rifornimento a idrogeno per autotrazione.

La scelta sostenibile come si riflette sugli assortimenti?

Il nostro assortimento vuole essere sempre più responsabile da un punto di vista etico, sociale e ambientale lungo tutta la filiera, a partire dall’approvvigionamento delle materie prime. Un approccio che si traduce in un’ampia offerta di prodotti la cui sostenibilità è garantita e comunicata al consumatore attraverso importanti certificazioni rilasciate da enti riconosciuti e indipendenti. Inoltre, già dal 2017, siamo stati la prima catena della Gdo a pubblicare una strategia completa sulla riduzione di zucchero e sale, nonché sugli obiettivi relativi alla riduzione di residui, agenti contaminanti e additivi nei propri prodotti a marchio. L’agire a favore di una “alimentazione consapevole” per noi di Lidl significa anche l’impegno, a partire dal 2023, a non mostrare più pubblicità indirizzate ai bambini in relazione a prodotti a marchio non salutari. Questo approccio, che promuove la diffusione di una dieta più sana e sostenibile, riguarda anche le attività promozionali comunicate attraverso i packaging, la televisione, la radio, i social media e i volantini. Parallelamente a ciò, entro il 2025, abbiamo l’obiettivo di ampliare la percentuale di fonti proteiche vegetali nella nostra offerta, a beneficio dell’ambiente, della biodiversità e della salute e, sempre entro il 2025, incrementeremo gradualmente la percentuale di cereali integrali all’interno dei prodotti a marchio.

E per il packaging?

Fra le altre azioni abbiamo delineato una strategia di riduzione della plastica denominata “ReSet Plastic”: un approccio a tutto tondo con l’obiettivo di creare cicli chiusi e di raggiungere 3 importanti traguardi entro il 2025 per i nostri prodotti a marchio presenti nell’assortimento continuativo. Vogliamo ridurre i materiali plastici nei pack del 20%, rendere riciclabile il 100% degli imballaggi in plastica e utilizzare una media del 25% di materiale riciclato nelle confezioni realizzate con questo materiale.

Concludiamo con un elemento non certo meno rilevate, quello sociale…

In ambito sociale, per citare uno dei tanti progetti dei quali siamo orgogliosi, abbiamo lanciato, dal 2018, “Oltre il carrello – Lidl contro lo spreco”, un programma di recupero delle eccedenze che svolgiamo in collaborazione con la Fondazione Banco alimentare. Questa collabora con enti caritativi distribuiti sul territorio: i volontari di tali strutture recuperano, dai nostri punti vendita e centri logistici, i prodotti in eccedenza, e li distribuiscono alle persone bisognose. Il progetto, in continua espansione, ha portato, fino a oggi, al recupero e alla donazione di oltre 31.000 tonnellate di cibo, equivalenti a 62 milioni di pasti.