Fresco di nomina alla presidenza di Emd, nonché direttore generale di Selex, Maniele Tasca, 49 anni, è oggi uno dei top manager di più alto profilo nel mondo della Gdo. Il suo osservatorio è molto privilegiato, dato che la supercentrale, con un fatturato al consumo di oltre 178 miliardi, è la maggiore alleanza europea, e non solo, di imprese distributive indipendenti. È attiva in 20 Paesi del nostro Continente, oltre che in Australia e Nuova Zelanda, collabora nell'acquisto e sviluppo di prodotti private label in tutto il mondo, negozia accordi commerciali internazionali con le industrie di marca, intrattiene rapporti con i fornitori. Fra i membri compaiono nomi come quelli di Asda (GB), Casino (F), Euromadi (ES), Woolworths (AUS), Kaufland e Globus (D, Est UE e R) e, naturalmente, di Esd Italia, a sua volta centrale di riferimento di Selex, Acqua & Sapone, Agorà Network, Aspiag e Sun.

Presidente come sarà il suo mandato?

Emd è reduce da un periodo di grande sviluppo, in quanto, durante l’incarico del mio predecessore, Jaime Rodriguez Bertiz, presidente di Euromadi Spagna, si sono aggregate la britannica Asda e l’australiana Woolworths, oltre alle attività di alcuni retailer che operano in Germania e all’Est, come Globus e Kaufland. Il mio incarico avrà, in prima battuta, il compito di consolidare, per conto dei nuovi soci, i contratti con l’Idm, compattando i molti e diversi Paesi attivi in Emd, al fine di aumentare, ancora e per quanto possibile, il peso contrattuale della centrale. Se poi ci fossero ulteriori richieste di adesione sarebbero benvenute, anche se questa non è una priorità, visto che la compagine degli Stati mi sembra già più che soddisfacente.

Com’è cambiato il lavoro di negoziazione?

Per le private label i rapporti con i fornitori sono molto saldi e non hanno bisogno di grandi evoluzioni. Parliamo infatti di beni che possono essere venduti e adattati piuttosto bene alla domanda dei diversi Paesi, anche grazie al potenziale di Emd. Per i marchi dell’industria le cose invece si sono modificate nel tempo e applichiamo una logica basata sulle performance. I brand industriali accedono, grazie a noi, a una serie di nuove opportunità e riescono a raggiungere fondamentalmente 2 obiettivi: crescita del business nei Paesi di presenza e possibilità di accedere a nuovi mercati.

Quali sono i maggiori trend in atto nella Gdo europea?

In ogni Paese si notano orientamenti diversi, ma non mancano gli elementi traversali. Per esempio, le vendite premiano i prodotti premium, di qualità e funzionali, ed è in ripresa la domanda di prodotti con un forte contenuto di servizio. Altro punto comune, è la crescita degli attori che fanno del prezzo basso la loro promessa principale e, tra questi, i discount, i cui confini con i supermercati si fanno sempre più labili in tutta Europa.
Passando all’e-commerce, mentre nel nostro Paese assistiamo a tassi di crescita molto interessanti, collegati allo sviluppo dell’offerta del servizio, negli Stati più avanzati, come la Gran Bretagna e la Francia, il peso ha già superato il 5 per cento. Ultimo punto, ma non meno importante, è il perdurare della crescita della marca privata, anche e soprattutto nella fascia premium, che in Italia significa biologico, salutistico, vegetariano e specialità regionali.

Facciamo il punto su Selex…

Selex rimane compatta con il suo nucleo di 15 imprese socie che, con altrettanti centri decisionali, controlla la rete degli oltre 2.500 punti vendita. Una DO anomala, diversa dalla GD soprattutto nello stringente presidio dei territori in cui opera. È anche questa differenza uno dei motivi che spiegano il successo del gruppo che, fra gennaio e maggio 2017, cresce del 3,3 per cento. Questo dopo un bilancio 2016 che ha portato il giro d’affari a 10,35 miliardi con un +4 per cento. Il prossimo futuro sarà all’insegna degli investimenti; nuove aperture ma soprattutto ristrutturazioni per adattarci rapidamente ai nuovi trend. Ampliamento e revisione di reparti come i freschissimi, che sono il nostro core business, ma anche delle categorie di prodotti confezionati in testa alle preferenze del consumatore. Continueremo inoltre a mantenere la convenienza, sia attraverso le marche del distributore, sia mediante le promozioni, visto che la domanda è ancora debole. È un esercizio difficile: le dinamiche inflattive vengono spostate dall’industria ai distributori, ma essi non possono trasferire gli aumenti sul consumatore. Il risultato, ovvio, non nuovo e destinato a protrarsi, è la compressione della marginalità.