di Emanuele Scarci

Unicoop Tirreno proiettata verso il pareggio di bilancio dopo 13 anni di profondo rosso. Inoltre entro la fine dell’anno potrebbe, con l’assenso della Consob, collocare delle obbligazioni e restituire un altro pezzo di debito alle Coop consorelle. La semestrale della cooperativa guidata dal ceo Piero Canova ha raggiunto il pareggio della gestione operativa e dovrebbe chiudere l’esercizio 2020 «con un piccolo utile – sottolinea il top manager – nonostante i mancati dividendi di Unipol, congelati dalle autorità europee per il covid, e quelli ridotti dell’immobiliare Igd». In dettaglio, nel semestre la cooperativa piombinese ha realizzato ricavi per 407,6 milioni, in calo di 9 milioni, un Mol di 11,4 milioni (2,5 milioni nell’analogo periodo del 2019), una perdita operativa di 303 mila euro (-9,9 milioni) e una perdita netta di 3,3 milioni (-6,5 milioni). I proventi finanziari sono stati “solo” 2,9 milioni contro i 12,9 dell’anno scorso. Unicoop Tirreno arriva da una drastica cura dimagrante: sono stati dismessi 4 iper e ridimensionato un altro. Oggi la rete conta su 94 negozi, di cui sono 2 superstore a Roma. Gli addetti sono 3.800 e i soci più di 600 mila. Nel 2019 il fatturato è stato di 889 milioni. «Se avessimo incassato il dividendo di Unipol avremmo chiuso il primo semestre 2020 con un utile largamente positivo. Un problema il congelamento dei dividendi che dovrebbe essere sollevato a livello nazionale – suggerisce Canova – anche se, alla fine, è stato congelato e non è escluso che venga erogato l’anno prossimo».

Il lockdown ha spinto la Gdo. Unicoop Tirreno invece ha perso 9 milioni di fatturato nel semestre: a causa della cessione dei negozi?

Solo una parte. L’altra parte è legata al fatto che dopo il balzo iniziale delle vendite, in giugno sono rallentate per le scorte da smaltire. E poi in luglio e agosto sono calate ancora per la mancanza di turismo: abbiamo perso una montagna di vendite. In settembre invece è tornata la crescita.

Nella semestrale si nota il balzo del Margine operativo lordo.

Ciò significa che i costi li controllo, la domanda no. Comunque il balzo si spiega con una maggiore efficienza della gestione e un miglior mix delle vendite: meno prodotti non food che hanno margini trascurabili. E soprattutto forte miglioramento della marca del distributore. Tanto che l’incidenza del 37% medio della Mdd ci pone in linea con Unicoop Firenze.

Come performa la campagna “Convenienza forza 10”: 10 prodotti Coop a 10 euro?

Molto bene. Le condizioni di acquisto dei principali prodotti di base sono molto vantaggiose.

Com’è riuscito a tagliare 4 milioni di costi del personale?

Abbiamo gestito meglio le risorse umane. Solo in sede nei primi 8 mesi dell’anno abbiamo risparmiato 1 milione.

Con la semestrale siete arrivati all’equilibrio della gestione caratteristica. Un risultato che non hanno tutte le Coop.

Certo, ci teniamo moltissimo a questo risultato. Del resto la gestione finanziaria è molto cambiata: non ci sono più i rendimenti del passato e ci sono troppe variabili non controllabili. La chiave del successo sta nel margine industriale che realizziamo.

Il margine industriale però potrebbe subire un’erosione dal rinnovo del contratto integrativo aziendale: avete dato disdetta ma non riuscite a convincere i sindacati.

Intanto siamo seduti al tavolo e abbiamo prorogato la vigenza di un mese, al 31 ottobre. Lo abbiamo fatto perché finora c’è stato un clima costruttivo e collaborativo, ma, se non venisse raggiunto un accordo, a partire dal 1° novembre la cooperativa applicherà ai dipendenti la normativa di legge e la contrattazione nazionale, fatta salva l’eventuale emanazione di un regolamento aziendale.

Per concludere, nel 2019 Unicoop Tirreno ha restituito 35 milioni di prestiti alle cooperative che, nel 2016, la soccorsero. Ci sono ancora 135 milioni da restituire e si potrebbe ricorrere all’emissione di strumenti finanziari partecipativi, in una parola delle obbligazioni. Quando, all’inizio del 2021?

No, credo prima. Con Consob è aperto un dialogo fitto: ci danno consigli e ci chiedono variazioni e miglioramenti. Sono confidente che presto si arrivi a una soluzione.