di Emanuele Scarci

A maggio prezzi al consumo in calo, ma l’inflazione nel carrello della spesa rimane a due cifre.
In via preliminare, Istat rileva che l’inflazione a maggio registra, su base annua, un aumento del 7,6% rispetto all’8,2% del mese precedente. Scende lievemente la tensione anche nel carrello della spesa (comprende alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona) ma l’indice rimane su livelli elevatissimi: +11,3% da 11,6%. Da qui il taglio della spesa: secondo NielsenIQ, nel primo quadrimestre i volumi venduti registravano un calo del 3,9%.
Quali le cause del calo dell’inflazione? Secondo Istat, l’allentamento della morsa dei prezzi si deve, in prima battuta, al rallentamento dell’energia, degli alimentari lavorati e dai trasporti.
Nella distribuzione però il calo dei prezzi nel grocery fatica a manifestarsi nel 2023. Verosimilmente è legato agli ultimi aumenti che le industrie hanno deciso per questi mesi e che non erano riuscite a far passare nel 2022.

Per Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, “anche se i dati evidenziano un rallentamento della spinta inflattiva, Istat rileva a maggio un peggioramento del clima di fiducia dei consumatori. Un segnale che fotografa come le famiglie siano ancora in difficoltà dal punto di vista economico per effetto degli aumenti dei prezzi degli scorsi mesi”.

Scontrino light

Poi Buttarelli si sofferma sullo scivolone dei volumi: “Siamo preoccupati per la tenuta dei consumi nei prossimi mesi, che sono già in terreno negativo per quanto riguarda i volumi di vendita, specialmente nel settore alimentare dove registriamo un dato di circa -4% su base annua. In alcuni settori del non food si assiste a un rallentamento dei consumi, anche per effetto del meteo che, in queste settimane, ha influenzato negativamente in particolare le vendite nel settore dell’abbigliamento. In uno scenario in cui i prezzi rimarranno alti, le aziende della distribuzione moderna continueranno a venire incontro alle esigenze delle famiglie garantendo un’offerta improntata su qualità e convenienza. Rimane però fondamentale indirizzare tutte le risorse possibili per favorire nei prossimi mesi la ripresa della domanda interna, garantendo così stabilità sia alle imprese sia alle filiere di eccellenza del made in Italy”.

Per Assoutenti, i dati sull’inflazione di maggio dimostrano come l’emergenza prezzi sia tutt’altro che risolta in Italia, con i listini al dettaglio che per alcuni comparti, come alimentari e carrello della spesa, rimangono a livelli elevati. “Nonostante la frenata dell’inflazione, solo per l’acquisto di cibo e bevande una famiglia con due figli si ritrova oggi a spendere 915 euro in più su base annua, a causa dei pesanti rincari che hanno colpito il settore alimentare. I consumatori stanno reagendo tagliando la spesa alimentare e rinunciando sempre più alla qualità, pur di far quadrare i conti a fine mese”.