Se i costi primari scendono perché i distributori hanno ricevuto 470 richieste di aumenti? Se lo chiede Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di VéGé. E poi aggiunge che la Mdd non altera la concorrenza e per arrivare a scelte condivise serve un tavolo tecnico con l’industria.

Divampa la polemica dopo la chiusura definitiva di ieri degli industriali del largo consumo alla richiesta dei retailer di graduare gli aumenti di prezzo nel 2023. Centromarca ha inoltre sostenuto che, grazie a un piccolo sconto, i prodotti-civetta Mdd alterino la concorrenza.

“Se i costi primari stanno scendendo (materie prime, noli, energia, carta, etc), allora rimane viva la perplessità sul fatto che al 25 gennaio si siano già ricevute oltre 470 richieste di aumenti, per oltre 16 punti nominali” argomenta Santambrogio.

L’appello

Poi il top manager di VéGé ricostruisce le vicende conseguenti all’impennata dei prezzi. <<Circa un mese fa è stato fatto un appello alle imprese dell'Industria del largo consumo, chiedendo loro la disponibilità ad avviare un confronto per frenare gli aumenti di listino. Tutto ciò al fine di dimostrare un senso di responsabilità verso le famiglie, le imprese e il Paese>>.

Il top manager esclude che ci siano state da parte dei distributori "inappropriate dichiarazioni che potrebbero far presumere all'opinione pubblica e ai policy maker che gli autonomi interventi delle singole industrie sui listini, siano frutto di decisioni puramente speculative. Nulla di tutto ciò: il comparto del retail italiano desidera ancora una volta partecipare a un tavolo congiunto tecnico (anche per singolo settore) per studiare insieme le diverse concause che portano a tali aumenti di listino”.

Infine, Santambrogio conclude che “la Mdd non altera assolutamente la concorrenza, anzi. La scelta dei consumatori si basa sugli aumenti dei costi nel carrello e l’obiettivo della Mdd rimane quella di fornire un’alternativa di alta qualità, ma accessibile a tutti”.