La siccità di questi mesi
è la principale causa, insieme alle conseguenze della guerra in Ucraina, del
calo produttivo nella produzione di grano in diverse parti del mondo, che
porterà ad avere stock bassi e una tendenza al rialzo dei prezzi dei prodotti
agricoli.
Lo rivela CaI - Consorzi agrari
d’Italia che ha tracciato l’andamento macroeconomico del mercato dei cereali
incrociando i primi dati provenienti dalle istituzioni europee e mondiali.
L’Europa perderà circa 3
milioni di tonnellate di prodotto, con cali evidenti in alcuni tra i paesi più
importanti per la produzione di grano tenero (Ungheria -11%, Romania -20%,
Bulgaria -11%).
La produzione di grano in
Ucraina, teatro della guerra da ormai 4 mesi, è prevista in calo del 35%
rispetto allo scorso anno, mentre la Russia dovrebbe passare da 75 a 81 milioni
di tonnellate prodotte (+8%).
Allargando lo sguardo
agli altri Paesi del mondo, in base ai dati Usda, ci sarà una ripresa
produttiva nella produzione di grano duro in Canada, ma dopo la disastrosa
campagna dello scorso anno si resta molto lontani dalle quantità tradizionali,
leggermente in rialzo anche gli Stati Uniti (+6%).
In calo l’India (da 110 a
106 milioni di tonnellate), l’Australia (da 36 a 30 milioni di tonnellate) e
l’Argentina che perderà quasi 2 milioni di tonnellate di grano rispetto allo
scorso anno.
In questo scenario, che
resta comunque incerto tra siccità, guerra e “fattore Cina” che potrebbe - come
lo scorso anno - fare incetta di cereali, secondo le previsioni in tutto il
mondo, e in Europa in particolare, gli stock si manterranno molto bassi e i
prezzi dei prodotti agricoli sono destinati a restare in linea con le medie del
periodo con tendenze al rialzo.